Review Party – La donna di Brooklyn di Tracey Enerson Wood

Trama «E poi faremo l’impossibile. Collegheremo Brooklyn a Manhattan con il ponte più grandioso che si sia mai visto. Diventerà un’unica grande città». Washington, 1864. È un ballo in piena regola quello cui Emily Warren è invitata, anche se la festa si tiene in un ospedale militare, e gli invitati sono soldati infermi, feriti, con le gambe spezzate e il cuore in frantumi. Emily, come altre ragazze, è lì per offrire loro una serata diversa, in cui dimenticare per un attimo la guerra che infuria. Lei che, per il suo paese, vorrebbe fare ben altro. Lottare per le donne, per la loro libertà, per il diritto di voto ancora negato: è questo il suo sogno. Proprio quella sera, però, Emily s’imbatte in qualcun altro che sogna in grande. L’affascinante capitano Washington Roebling sta raccontando del suo progetto meraviglioso: finita la guerra, vorrebbe unire Manhattan a Brooklyn, costruendo un ponte così immenso da essere quasi impensabile. Innamorarsi di lui e del suo sogno è tutt’uno per Emily. Comincia così la storia di una donna straordinaria, che sceglierà di mettere da parte i suoi, di sogni, per seguire quello folle e impossibile dell’uomo che diventerà suo marito. E che, pur essendo una donna, quando lui si ammalerà, prenderà in mano la direzione dei lavori del cantiere più grande al mondo. Sfidare il cielo e le leggi della fisica non ha spaventato Emily Warren Roebling: e questo romanzo ne ripercorre l’incredibile vicenda storica e umana, portando alla luce la figura di una donna troppo a lungo oscurata dall’ombra del marito.

La donna di Brooklyn di Tracey Enerson Wood, romanzo di narrativa storica pubblicato da Edizioni Piemme l’8 marzo appena trascorso.

L’inizio del XX secolo è un periodo affascinante per New York che vede la nascita della metropoli moderna sul suolo di Manhattan. L’arrivo di milioni di emigrati da tutto il mondo sotto la lunga ombra della Statua della Libertà e di conseguenza l’aumento demografico portano anche gli investitori su questa terra ricca di potenzialità. Mentre incremento della massa di colletti bianchi porta alla vertiginosa corsa ad erigere il grattacielo più alto.

L’aumento dei prezzi del suolo richiede espansione, i ponti si stendono sull’acqua e le donne combattono, per la prima volta, per i loro diritti.

Tracey Enerson Wood con La donna di Brooklyn ci racconta la storia della costruzione di uno dei ponti più famosi al mondo considerato una delle icone più importanti della Grande Mela, quello di Brooklyn appunto.

Il ponte, che attraversa l’East River collegando i distretti di Manhattan e Brooklyn, è stato infatti costruito tra il 1867 ed il 1883 in base al progetto dell’ingegnere John Augustus Roebling, un autentico visionario che ebbe la folle idea di realizzare un ponte sospeso di 1800 metri di lunghezza e 84 di altezza, utilizzando degli imponenti cavi d’acciaio per sorreggerlo.

Dovremmo essere abituati alla sua vista, vedendolo continuamente in tv assieme allo skyline sullo sfondo. Eppure ogni volta dal vivo è un colpo al cuore, un’emozione unica!

Posso assicurarvi che passeggiare lungo la passerella, che sia all’alba o al tramonto, con la pioggia o con il sole, ha l’effetto magico di catapultare chiunque in quel cassetto della memoria pieno di ricordi felici che riempiono il cuore.

Ma del resto New York è così, non ci sono davvero parole per descriverla, ti prende e basta. Nel bene e nel male però è emozionante vedere quanto l’uomo è capace di costruire.

Se quindi avete un forte interesse per la storia di New York in questo particolare periodo storico, ma soprattutto per la costruzione del ponte di Brooklyn, non potete certo perdervi il libro che vi consiglio oggi. Wood ci regala il riscatto di Emily Warren Roebling, sì, proprio la moglie di quel Roebling, e del suo immenso contributo allo skyline della City con la prova tangibile che le donne sono davvero intelligenti e capaci quanto gli uomini. Solo che all’epoca ancora non lo sapevano!

Washington DC 1864. Ad un ballo a cui partecipano i soldati dell’Unione, la signorina Emily Warren viene presentata al capitano Washington Roebling.

Roebling aveva già lavorato con il padre per progettare e costruire un ponte tra Kentucky e Ohio ed è proprio al ballo che annuncia la realizzazione di un ponte ancora più grande che colleghi New York e Brooklyn. Quella fatidica notte lega i due indissolubilmente: Emily e Wash infatti, intraprendono un viaggio non solo per sopravvivere alla battaglia di Gettysburg ma per continuare come marito e moglie a lavorare fianco a fianco nella costruzione del ponte di Brooklyn.

Ma a cavallo tra le linee politiche che dividono il Paese, gli investitori del mercato azionario e gli ingegneri ferroviari, il tutto si trasforma in una bella impresa per l’ormai malato Wash e sua moglie Emily. Quest’ultima precursore dei tempi e suffragetta di fondo, a causa dell’improvvisa dipartita del suocero e la debilitazione del marito (dovuta alla malattia da decompressione, o malattia del cassone, perché numerosi erano gli incidenti da decompressione a cui andavano incontro gli operai durante la fondazione di moli o altre opere subacquee, avvalendosi per l’appunto dei cassoni pneumatici con foro di passaggio per l’entrata delle materie prime) si vede costretta a rimboccarsi le maniche. La sua attenzione si concentra nel superamento dei vincoli sociali, nel combattere la corruzione ed i pregiudizi dell’epoca per completare infine il famigerato ponte.

Emily viene letteralmente immersa negli studi di trigonometria, geometria, chimica, fisica e dai concetti architettonici combinati con le lotte quotidiane per continuare finanziariamente la costruzione come donna. Ma è tutta la situazione in sé a diventare non solo un’esperienza educativa ma un vero viaggio emotivo d’introspezione mentre esplora i propri sentimenti per Wash e il famigerato Barnum.

Grazie ad una prosa riccamente descrittiva, Tracey Enerson Wood costruisce una perfetta miscela tra storia e scienza che sono sicura vi ammalierà. I personaggi sono definiti, imperfetti in tutte le loro imperfezioni, tanto che sarà semplice entrare in empatia con loro. Specialmente con Emily e Wash, attraverso il tumulto fisico ed emotivo che oscura un soldato e sua moglie. La trama diventa così un vivido ed avvincente racconto di vita, perdita, amore, speranza, avidità, politica, famiglia, sacrifici, tragedie, successi corredati alla complessità della costruzione di un ponte che sarà per sempre nella storia dell’età moderna.

Fidatevi, La donna di Brooklyn saprà trasportarvi letteralmente in un’epoca che sembra lontana ma in verità non lo è affatto, ed è nostro compito ricordarla.

Affascinante e rappresentata con una dovizia di particolari tale che alla fine del romanzo mi è parso di aver partecipato attivamente alla costruzione e al riscatto di Emily Roebling: una donna che a metà del XIX secolo, quando le donne non avevano diritto al voto e neppure potevano iscriversi all’università, riesce a fare da anello di congiunzione tra suo marito (l’ingegnere che progettò il ponte ma non potè presiedere I lavori) gli operai e le maestranze che lo eseguirono. Una vera forza della natura che senza paura ha deciso per sé dando ragione tanto al cervello quanto al cuore.

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