Review Party – Il regno del male di Sandro Ristori

Trama Quando il sacerdote avvicina la fiamma al braccio di Kausi e Coral, il Segno si accende subito. E la loro vita è condannata: chi porta il Segno non può vivere con gli altri. I due ragazzi devono abbandonare il villaggio, valicare le Grandi Paludi, inoltrarsi in una terra di cui si parla solo nei miti e nelle leggende, e dalla quale nessuno ha mai fatto ritorno. Tutto il Regno è in ginocchio: da ovest una terribile epidemia di peste infuria e decima intere Regioni; il re è troppo debole e pavido per opporsi ai suoi avidi duchi e ai barbari che premono alle frontiere del nord; a sud intere popolazioni sono in marcia per sfuggire alla fame e alla guerra. E quando nella Tredicesima Regione l’erede del duca Courteneray finisce nelle mani di Rakha, ragazza dal fascino misterioso e con una strana luce negli occhi, gli eventi iniziano a vorticare sempre più velocemente, scatenando una tempesta capace di travolgere ogni cosa. Nobili corrotti schiacciano la miseria della plebe, l’ambizione e la sete di potere spingono oscuri personaggi a tramare nell’ombra.

Recensione di Esmeralda – Quando Susi di Bookish Advisor mi ha proposto di partecipare al Review Party di Il regno del male di Sandro Ristori, in uscita oggi con Newton Compton, ho letto la trama e mi sono immaginata tante cose. Ho accettato perché il fantasy mi piace e avevo voglia di cominciare una nuova avvincente saga…quello che ho rilevato durante la lettura però non ha trovato corrispondenza con ciò che la mia mente aveva ideato.

Il regno del male non è un libro per donne, comincio subito con questa premessa d’obbligo, mi sono sentita spesso in difficoltà e spiazzata dalle scene di violenza e dal linguaggio troppo scurrile per i miei gusti. Nonostante il mio evidente disagio non ho mollato e sono giunta fino alla fine, perché quando comincio un libro difficilmente lo abbandono e, a parte rafforzare passo dopo passo la mia idea di trovarmi di fronte a un libro ideato appositamente per un pubblico maschile, posso anche affermare che la storia sia ben costruita e che dietro ci sia sicuramente un importante studio dell’epoca in cui è idealmente ambientato. Perché è un fantasy, questo è vero, ma non solo, ricalca infatti un periodo storico realmente esistito, fatto di re, duchi, feudi, sacerdoti e barbari. Un‘epoca in cui gli eventi narrati in questo libro erano all’ordine del giorno, superstizioni comprese, in cui l’ignoranza regnava sovrana in ogni dove e si uccideva la gente per un nonnulla. Il bene e il male si confondevano, andavano a braccetto, e chiunque faticava a distinguere uno dall’altro. Di bene in questo libro non ve n’è nemmeno una goccia e il titolo è la descrizione esatta di tutta la storia. Il male è in ogni dove e tutte le azioni malvagie compiute sono in nome del bene, per estirpare il male stesso, concetto a dir poco folle.

I protagonisti sono tantissimi, tant’è vero che nei primi capitoli faticherete a orientarvi nonostante le utilissime mappe del regno all’inizio di ognuno, ma sono i quattro ragazzi il cuore pulsante di tutto: Kausi e Coral, Rakha e Sirian. Loro incarnano alla perfezione le contraddizioni che attraversano la narrazione. Li conosci e ti sembrano ragazzini normali, adolescenti (perché in fondo hanno solo tredici anni) del loro tempo, in realtà in loro vive il male e compiono azioni incomprensibili, le loro anime sono corrotte, malate, marce e non sono mai riuscita a spiegarmi nessuna delle loro azioni.

Il regno del male mi ha angosciata dall’inizio alla fine e questo era certamente l’intento dell’autore per cui non posso fare altro che fargli i miei complimenti. Mi sono sentita trascinata dagli eventi, esterrefatta, in alcuni passaggi “schifata” da certe scene forti e di una violenza, ai miei dolci occhi, ingiustificabile. Non sono certa vorrò conoscere altro di questa saga perché è realmente per palati molto più forti del mio, ma sono anche curiosa di scoprire come si evolverà il tutto. Probabilmente rimbalzerò la palla a mio padre per vedere se la mia idea di libro per uomini sia corretta.

Il giudizio è al di là del mio essere una dolce donzella facilmente impressionabile.

bello

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2 risposte

  1. CHIARA ROPOLO ha detto:

    Ciao Sonia, concordo con te sul fatto che sia proprio maschile come libro, ma a me ha colpito lo stesso. Non vedo l’ora di sapere cosa accadrà!

  2. R. ha detto:

    Ciao Dolce Donzella Facilmente Impressionabile! Abbiamo trovato “troppo” tutte e due il linguaggio scurrile. Un po’ va bene ma qua si è davvero esagerato. Parliamo di violenza, soprusi, disperazione e Male. In tutte le forme possibili e immaginabili. Due pre-adolescenti segnati da quel marchio che per loro è motivo di vergogna ed esilio, una serva punita duramente e una duchessina che in qualche modo vuol sovvertire il normale flusso delle cose.

    Secondo me merita una seconda possibilità, spero che i libri successivi facciano chiarezza su alcuni punti e che si insinui qualche goccia di sentimento.

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