Review Party – Il cielo è tutto nostro di Luke Allnutt
Trama Rob Coates ha tutto ciò che avrebbe potuto desiderare: Anna, una moglie fantastica, la loro bella casa a Londra e, soprattutto, suo figlio Jack, che rende ogni giorno una straordinaria avventura. Ma tutto cambia quando una terribile malattia irrompe nelle loro vite. Ritrovatosi improvvisamente solo, Rob si abbandona a una spirale di disperazione e alcolismo, anche se nei momenti di lucidità cerca conforto fotografando i grattacieli e le scogliere che aveva visto con Jack. Ed è proprio da quelle foto che si dipana un filo di speranza, seguendo il quale Rob intraprende un viaggio straordinario all’interno di se stesso, alla ricerca del perdono e di un nuovo inizio.
Review Party – Recensione di Esmeralda – Il cielo è tutto nostro di Luke Allnutt in uscita il 30 agosto grazie a Longanesi.
Prima di tutto voglio ringraziare Sara del blog Diario di un sogno per avermi coinvolta in questo evento e la Longanesi per avermi concesso una collaborazione davvero importante per me e per il blog. Mi sono messa d’impegno per dare la giusta rilevanza a questo titolo, un libro che amerete e che vi riempirà il cuore di speranza, un libro che vi farà vivere tantissime emozioni, sia positive che negative, e che non dimenticherete tanto facilmente.
Se avete letto la mia tappa di ieri conoscete già la storia dell’autore, Luke Allnutt e i miei 5 motivi per leggere Il cielo è tutto nostro, dopo questa recensione avrete il quadro completo.
Facciamo la conoscenza di Rob Coates a Tintagel un villaggio sulla costa atlantica settentrionale della Cornovaglia, lo troviamo in un pub a sbronzarsi servendosi di una fiaschetta piena di vodka. Rob è l’ombra di un uomo, un ubriacone che sembra vivere rinchiuso in un passato doloroso che solo l’alcool pare poter alleviare, almeno in parte. Un uomo che aveva una bellissima famiglia, una vita felice e che adesso si accontenta di storie da una notte. L’uomo che era sembra tornare in superficie solo quando scatta le fotografie di panorami che poi pubblica sul sito che ha aperto per avere qualcosa a cui aggrapparsi per andare avanti.
Rallentando a mano a mano che aumenta la pendenza, salgo i ripidi scalini di legno fino alle rovine. La borsa con la macchina fotografica sembra sempre più pesante. Sono quasi sul ciglio quando sento sul viso i primi spruzzi salati. Mi fermo a riprendere fiato e guardo la marea che sale sempre più in fretta, spazzando via castelli di sabbia e strisce di alghe lasciate dalle ondate precedenti. Continuo a salire verso il vecchio belvedere. Qui non ci sono turisti, solo il vento e i versi dei gabbiani. Le condizioni sono perfette. Il mare, la sabbia, l’erba sono di un’intensità irreale; nella luce del mattino i colori sembrano rubati all’arcobaleno di un bambino.
Dopo questa visione dell’uomo che è oggi Rob, il romanzo fa un passo indietro e ci porta a conoscere tutta la sua storia, quella che lo ha condotto a questo punto, partendo dal primo incontro con Anna ai tempi dell’università. Rob è un genio dell’informatica, un ex bambino prodigio, un visionario, lui non si limita a imparare, lui vuole creare cose dal nulla, vuole essere padrone del suo futuro e non vuole ridursi a lavorare per qualcuno. Esattamente l’opposto di ciò che desidera Anna per la sua vita, lei studia economia, sogna un futuro sicuro, un posto fisso per non doversi affannare troppo. Anna è una ragazza intelligente e la passione che provano l’uno per l’altra diventa ben presto amore, non vogliono passare nemmeno un istante lontani e continuano a coltivare i proprio sogni di gloria in quel di Cambridge. Dopo la laurea i loro interessi non cambiano, decidono di andare a vivere insieme a Londra e, mentre Anna porta a casa uno stipendio che permette a entrambi di vivere, Rob continua a lavorare sul suo software di mappe giorno e notte, sicuro che arriverà il suo momento. Il momento finalmente arriva, Rob riesce a vendere il suo software per una cifra da capogiro e gli viene anche data la prospettiva di un impiego fisso. Il più felice per la notizia sembra essere il padre di Rob, lui sì che sprizza gioia da tutti i pori a differenza di Anna, con le lacrime agli occhi si complimenta con il figlio che si è fatto da solo, senza alcun aiuto da parte loro che non avevano alcuna disponibilità economica per supportarlo nell’impresa. La vita di Rob e Anna procede spedita, adesso che entrambi hanno un buon lavoro il passo successivo è comprare casa e avere un figlio. I loro sogni si avverano e nasce il piccolo Jack, un bimbo dolce, sensibile, pieno di vita e che passa con Rob molto tempo condividendo con lui la passione per la fotografia. Rob continua a essere un sognatore, un visionario e adesso la sua idea per rivoluzionare il mondo sono i droni, droni leggeri che ognuno può usare come personali, ma per poter portare avanti il suo sogno non può permettersi di perdere il lavoro che gli permette di avere un’entrata regolare. La verità è che Rob e Anna vivono al di sopra delle loro possibilità e dei soldi guadagnati con la vendita del software di mappe non resta più nulla. A complicare ulteriormente le cose arriva una notizia devastante che getterà un manto oscuro sulle loro vite.
Essendo due persone agli antipodi Rob e Anna reagiranno in modi diversi, loro sono abituati a vedere il bicchiere mezzo pieno, ricco di possibilità, Rob e mezzo vuoto, senza alcuna via d’uscita, Anna. Rob non vuole arrendersi all’evidenza e si lascia trascinare in una spirale che distruggerà tutto, si farà raggirare, crederà a cose che a mente fredda sembrano impossibili da credere e questo manderà in crisi la loro fragile famiglia.
Leggere Il cielo è tutto nostro non è stato facile per niente, evocando in me ricordi molto dolorosi e facendomi provare tutta l’angoscia che Rob sentiva dentro di sé. Perché rimanere immuni alle disgrazie è impossibile, un modo giusto per reagire a questi imprevisti non esiste e ognuno deve viverle con la sua sensibilità. C’è chi le affronta di petto con il sorriso stampato sulle labbra e la positività in fondo all’anima e chi vede tutto nero, solo ed esclusivamente nero, e non riesce a scorgere via d’uscita. C’è chi lotta fino alla fine e chi si arrende al primo ostacolo. C’è chi si aggrappa alla speranza e si lascia trascinare da persone che non vogliono il loro bene, ma che sono lì solo per lucrare sul dolore altrui e chi riesce a rimanere lucido, vedendo tutto in modo pragmatico, comprendendo cosa sia fattibile e cosa invece pura follia. Nella mia vita ho visto gente reagire nei modi più disparati di fronte al dolore e non mi sono stupita dell’ingenuità di Rob, ho compreso le sue scelte, ho capito perfettamente che voleva nutrirsi di speranza e tentare tutte le strade possibili, allo stesso modo mi sono sentita di non poter condannare Anna, perché la speranza non può essere l’unica cosa che ci guida nella vita e lei, in quei momenti di folle dolore, era la voce della ragione.
Un romanzo vero, sincero, con personaggi reali e reazioni che vengono dal cuore. Preparatevi ad affrontare una lettura che vi farà soffrire, ma che porterà con sé un messaggio di forte speranza. La scrittura di Allnutt è potente e viscerale, si vede che è frutto di attenta riflessione e, soprattutto, di esperienze vissute in prima persona. Lui non parla per sentito dire e questo si evince da ogni riga, da ogni pensiero e da ogni inevitabile scelta. Non posso fare altro che consigliarlo a chi non ha paura di soffrire, a chi ama le storie senza abbellimenti e vuole fare un bagno di vita vera.