Review Party – Dimentica le nuvole di Cinzia La Commare

Dimentica le nuvole

Trama
Un paesino tra le Alpi del Trentino. Una giovane dottoressa arrivata dalla città, un malgaro scontroso e un’antica rivalità mai risolta.
Le leggi dell’amore però non seguono logiche e certe volte non possono essere ignorate…

Dimentica le nuvole

Recensione di Simona – Dimentica le nuvole di Cinzia La Commare nuovo Contemporary Romance autopubblicato il 12 novembre 2018.

Quando ho scelto di leggere questo libro non sapevo di preciso cosa aspettarmi perché si evince davvero poco dalla trama, ma c’era qualcosa in quelle brevi righe che mi ha subito colpito, e ho voluto tentare.
Adesso, a lettura ultimata, ringrazio tanto il mio intuito perché mai mi sarei aspettata di trovare una storia così bene articolata ed emozionante e un così totale coinvolgimento.

La storia narrata in Dimentica le nuvole è ambientata principalmente in Trentino, tra Trento e un piccolo paesino chiamato Cogolo.
Tutti i luoghi citati all’interno del libro, Val di Pejo, Val di Sole, Colle di Boai, Malga Mason, il Pub 01, La pasticceria della Nonna, sono tutti luoghi realmente esistenti e che l’autrice stessa ha visitato durante una vacanza due anni fa, tanto da restarne incantata e, tra una chiacchierata e l’altra con amici, iniziò a prendere forma una improbabile storia d’amore tra un malgaro rude e una dottoressa schizzinosa.

E questo è ciò che ne è nato!

“Perciò eccomi qua: trent’anni, un cuore indolenzito, la più totale sfiducia nell’essere umano prettamente di sesso maschile e zero progetti per il futuro e per la mia vita.”

A parlare è Adelaide Merz – lei preferisce di gran lunga Adele, sapete no, l’assonanza con Heidi e con le caprette che le fanno ciao! è sempre dietro l’angolo – dottoressa trentenne dal cuore spezzato.
Adele ha sognato sin da bambina di diventare medico, come lo era il nonno venuto a mancare da poco. Da Trento, città d’origine, si è trasferita a Milano prima per gli studi e poi per lavoro, lasciando la propria famiglia e la cara nonna a cui deve dire grazie per il proprio nome.

A Milano Adele ha trovato anche l’amore, quello con la A maiuscola, quello che porta il nome di Diego.
Innamoratissimi, la loro storia è solida e durerà per diversi anni, tanto da portare la ragazza a pensare che sarebbe stato l’uomo con cui avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni – per sempre, come nelle favole – per vedere poi tutti i suoi sogni andare in frantumi.

Così, Adele, approfittando di una proposta di lavoro per soli quattro mesi come medico sostitutivo a Cogolo, un piccolo paesino vicino casa, scappa letteralmente da Milano, dove ha vissuto per dieci anni dimenticandosi di tutto e tutti, trascurando persino la sua famiglia, e fa ritorno a Trento, con la coda tra le gambe e annientata da quella dolorosa rottura.

Trasferitasi, nel paesino pare però non esserci anima viva, chi avrebbe avuto bisogno di lei se Cogolo sembrava così deserto?

Inoltre, scopre di dover condividere il suo ambulatorio con Ernest, il veterinario del paese che, al contrario suo, è sempre pieno di pazienti, seppure siano animali.
La gente del luogo, perlopiù anziani, sono restii a farsi visitare dalla nuova giovane dottoressa di città e ci vorrà un po’ prima che si convincano a popolare la sua sala d’attesa.

Un giorno, mentre Ernest è via per un’emergenza, sbuca all’improvviso un uomo alla sua porta, agitatissimo e dai modi di fare rozzi, perché la sua vacca sta per partorire. Chiaramente sta cercando il veterinario, che non c’è… ma c’è Adele, e per il malgaro appena arrivato, Hans il suo nome, non fa differenza. È un medico no? Saprà far partorire una vacca, che cambierà mai!

Certo, Adele non è proprio dello stesso avviso, ma potrà ribellarsi ben poco perché Hans la trascina via in malo modo, la carica sul suo pick-up e la porta nella stalla della sua malga, dove la attende la mucca partoriente.
La donna cercherà di sottrarsi a questa assurdità, lei non ha mai fatto partorire nessuno, figuriamoci una vacca, ma ogni tentativo sarà vano: guanti lubrificanti indossati, non resta che. . . va be’, avete capito no?

Bene, inizia tutto da qui ragazze, da questo momento si dà il via ad un eterno tira e molla, uno dei più belli di sempre!

Adele e Hans vengono da due mondi estremamente diversi, opposti direi: lei è una dottoressa abituata alle comodità che una grande città come Milano offre, lui è un malgaro che vive in montagna con le sue vacche e il suo asino, produce formaggi, ricotta, latte e sapone.
Hanno due caratteri forti, orgogliosi, che cozzano, si scontrano, si urlano in faccia insulti dei più offensivi, ma si cercano, costantemente e con ogni scusa possibile.
“Quanto rumore possono fare due sguardi che s’impigliano?”

Hans, a detta di Adele, – ma non posso che darle ragione – è un vero bifolco, un bruto, dispotico e assolutamente irritante, così rancoroso, irascibile e arrogante che spesso, a parole, ferisce profondamente.

Non è sempre stato così però, – d’accordo, non aveva mai avuto un carattere facile – ma qualcosa accaduta in passato l’ha reso il selvaggio che è oggi, qualcosa che l’ha ferito in modo indelebile ed è un peso che continua a portarsi dentro. È in collera col mondo, e spesso Adele si trova sulla traiettoria dei suoi sfoghi.

Dimentica le nuvole

Adele, a detta di Hans, – e neanche qui posso dissentire – è una donna superficiale, frivola, che pensa solo a se stessa, snob, prepotente ed egoista!
Ed è vero, Adele potrà anche sembrare tutto questo all’apparenza, ma Hans non può che essere più lontano di così dalla realtà.

Adele è una donna tradita e sola, che sta cercando di rimettere insieme i cocci del suo cuore malmesso. Una di quelle donne che quando va in confusione o è nervosa, comincia a parlare a macchinetta e non la smette più, e Hans sarà spesso vittima di queste raffiche.
Ma è anche estremamente simpatica e divertente, spesso mi sono ritrovata a ridere per le sue battute.

“Anni trascorsi con l’assoluta convinzione che mi facessero più effetto gli uomini dotati di un certo intelletto, savoir-faire, lessico forbito per poi finire a sbavare dietro a un malgaro. Un malgaro di tutto rispetto, questo va chiarito.”

Adele non capisce cosa le sta succedendo, per lei è chiaro che con quel malgaro non possa mai nascere nulla, a lei neppure piace, figuriamoci!
Sì, come no… le avete creduto tutte, vero?

Eh, ma allora perché tutti quei baci rubati e poi prontamente rinnegati?

“Non c’era nessuna traccia visibile di quel bacio, forse perché aveva lasciato il segno dove nessuno poteva vederlo o sentirlo all’infuori di me.”

Ma Hans cosa prova? Cosa vuole da lei? E perché prima sembra non essere assolutamente interessato alla ragazza, e subito dopo pare ingelosirsi, addirittura adirarsi, per chi le fa la corte? Soprattutto quando a corteggiarla è Matteo, l’avvocato milanese che viene spesso – da quando c’è Adele in paese, ancora più spesso – a trovare la nonna Maria.

Dimentica le nuvole

Ho amato questa storia come non credevo fosse possibile. Mi sono ritrovata ad un certo punto a divorare capitolo dopo capitolo l’intero libro, coinvolta totalmente da questi continui tira e molla e dagli infiniti battibecchi tra i due protagonisti. In realtà credo non si possa non amarli, viene naturale come respirare.
La penna di Cinzia La Commare è fluida, coinvolgente e anche molto divertente. È riuscita a creare una protagonista piena di difetti e per questo assolutamente reale, a volte sbadata, non ha per niente il pollice verde, autoironica, fragile e forte allo stesso tempo, alla ricerca di una stabilità che ha ormai perso. E un protagonista duro come la pietra, lui che di difetti ne ha più di Adele, ma che vi saprà sorprendere, smuovere qualcosa dentro e far venire la pelle d’oca.

Narrato in prima persona da Adele, Dimentica le nuvole ci si presenta come un racconto della ragazza che, giorno dopo giorno, ci narra dei suoi mesi passati a Cogolo e quello che avverrà dopo, quindi in realtà qualcosa di già vissuto. Ho trovato questa impostazione dell’intero romanzo estremamente funzionale, tanto che durante la lettura Adele spesso si rivolgerà a voi lettori, facendovi domande, anticipando un vostro pensiero o condividendo con voi direttamente una sua considerazione. Riderete tanto, ve lo assicuro!

…Però puoi andare avanti, dimenticare».
«Dimenticare», ripeté, cauto, come se non l’avesse mai preso nemmeno in considerazione.
«Sì», annuii, convinta. Spronando lui, aiutai pure me stessa.
«Dimentica le nuvole, Hans».

Non mi resta che fare i miei più sinceri complimenti all’autrice che ha saputo raccontare un’improbabile, sofferta ma splendida storia d’Amore, tra due persone all’apparenza incompatibili! <3
Alla prossima,

Simona

5 stelle

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