Review Party – Anarchy di Megan DeVos

Trama In un futuro non troppo lontano, in seguito alla Caduta, il mondo è ridotto ai minimi termini. Gli Stati non esistono più e i sopravvissuti alle guerre e alle carestie si sono riuniti in piccole comunità che vivono in campi organizzati in mezzo alla foresta, fatti di sterrati e capanne costruite con materiali di recupero. Alle loro spalle, i resti delle frenetiche città di un tempo, ridotte ormai a un ammasso di rovine e teatro d’azione di predoni pericolosi e brutali che si aggirano per le strade deserte a caccia di cibo e di ignari viandanti da uccidere per divertimento. Non esistono più regole, né alcuna sicurezza al di fuori del proprio campo. Non esiste pietà verso il nemico, tanto meno esiste lealtà, se non nei confronti del proprio gruppo di appartenenza. Le comunità, infatti, possono contare solo sulle loro forze per sopravvivere, e sono in costante lotta l’una con l’altra per accaparrarsi (e sottrarsi) le poche risorse disponibili.
In uno scenario del genere, fatto di violenza e prevaricazione, avviene il primo incontro tra Hayden e Grace. Un incontro fatale, il loro. Fin dal primo sguardo, infatti, entrambi avvertono una strana tensione, un’attrazione che via via crescerà diventando sempre più forte, e infine irresistibile. E questo è quanto di peggio potesse capitare.
Perché lui, occhi verdi, un fisico che incute timore e una spiccata attitudine al comando, è il giovane leader di Blackwing e si farebbe uccidere pur di proteggere la sua gente, mentre lei, caparbia, bellissima e abile nel combattimento più di qualsiasi altra ragazza Hayden abbia mai incontrato, è la figlia del capo della comunità rivale di Greystone.
Perché entrambi sono stati educati a odiarli, i nemici, a non fidarsi di loro, e possibilmente a eliminarli, senza alcuna esitazione.
Perché la passione che li divora è un pericolo: li rende vulnerabili. E potrebbe generare il caos nella loro vita e in quella di chi li circonda.

Review Party – Recensione in anteprima di Simona – Anarchy di Megan DeVos primo capitolo di quattro della serie New Adult Distopica Anarchy, in uscita oggi 30 Aprile 2019, edito Mondadori.

Partiamo da una doverosa premessa: io adoro i distopici.
Essere protagonista, e spettatore al tempo stesso, di storie post apocalittiche in cui l’autore immerge i suoi personaggi, creando un mondo così diverso dal nostro – ma non per questo inverosimile – è qualcosa che mi ha sempre affascinato. Se poi la trama è ben articolata e ben congeniata, i presupposti per una serie imperdibile ci sono tutti.

Ma sarà questo il caso?
Be’, arrivata alla fine della lettura di questo primo capitolo della serie Anarchy, posso affermare che la risposta è assolutamente positiva. Sì, i presupposti ci sono eccome!

Ma passiamo alla storia.
Ci troviamo a Londra, o meglio, in una Londra immaginaria dopo la Caduta. Non si conoscono bene i dettagli di ciò che accadde una quindicina di anni fa, ma ciò che è sicuro è che il mondo è andato in pezzi. I superstiti alla carneficina che ne è derivata si sono rimboccati le maniche e divisi in diverse comunità sorte tra i boschi. Dappertutto vige l’anarchia e ogni comunità è in conflitto con le altre; per sopravvivere ci si dedica al saccheggio delle città abbandonate o facendo incursione nei campi vicini. Bisogna avere costantemente gli occhi aperti, essere capaci di sopravvivere combattendo, uccidendo, non avendo pietà alcuna per il nemico, perché lui non avrà pietà alcuna di te.

Nel nostro mondo, nessuno si fidava di chi non faceva parte del suo gruppo. Era così che funzionava. Se avevi bisogno di qualcosa, o la trafugavi o ti arrischiavi ad andare in città per cercarla in mezzo ai rifiuti. Rubavi, strisciavi, mentivi, combattevi, e tutto per sopravvivere. L’alternativa era morire.

Hayden è il capo dell’accampamento di Blackwing, una delle comunità più forti, meglio organizzate e letali nate nei dintorni del luogo. A soli ventun anni si è ritrovato ad avere sulle spalle l’onere e l’onore di ricoprire un tale compito, difficile e gravoso in quanto la vita di tante persone risiede esclusivamente nelle sue mani. È estremamente intelligente, e le sue competenze in ogni settore l’hanno reso degno di ricoprire questo ruolo.

Purtroppo è chiaro che vivere nei boschi non permetta una vita chissà quanto agiata; mancano i beni di prima necessità come l’acqua corrente e cibo sempre fresco, vivono in capanne e, tutto ciò che di volta in volta manca, devono procacciarlo.

Ed è così che durante un’incursione per procurare del cherosene, Hayden, insieme ai suoi due fedeli amici, Kit e Dax, si dirige verso l’accampamento vicino di Greystone. Tutto sembra filare liscio come l’olio, fino a quando l’impulsività di un ragazzino non mette in repentaglio le loro vite. Pistola spianata contro gli intrusi, Grace li becca in flagrante, ma sarà proprio la presenza di quel ragazzino che farà decidere alla ragazza di risparmiarli, lasciandoli liberi di scappare.

Caso vuole – se così possiamo definirlo – che le strade di questi due ragazzi si incrocino ancora una volta – e stavolta sarà proprio Hayden a salvare la vita a Grace – durante un attacco nemico dove la donna è rimasta ferita.

Non avendo il coraggio di abbandonarla al suo destino, l’uomo decide di portarla dentro le mura di Blackwing per offrirle le dovute cure, con lo scopo poi di liberarla. Ma le cose ora dopo ora si complicano, nessuno nella comunità tiene ad ospitare un nemico a casa propria, con la paura che veda troppo e che fornisca informazioni ai nemici, così Grace da vittima da salvare, diventa presto una prigioniera, ed Hayden il suo carceriere.

Mi batteva forte il cuore. Per qualche motivo la sua vicinanza sembrava annebbiarmi la mente. Non ragionavo con lucidità, eppure non riuscivo a smettere di pensare a quanto fosse bello averla accanto.

Da questo momento in avanti, Grace diventa responsabilità di Hayden, non solo metaforicamente parlando, ma anche praticamente, tanto da non avere scelta se non quella di portarla a vivere con sé nella sua abitazione.

Quello che c’era stato fra noi aveva il sapore di qualcosa che era nell’aria da tempo, e non appena avevo permesso che succedesse mi era risultato quasi impossibile tirarmi indietro. Sembrava inevitabile, come il sorgere del sole.

L’attrazione tra i due risulta immediata sin dal loro primo incontro, e certamente vivere così a stretto contatto non aiuta a far affievolire la scintilla che diventa fuoco bruciante ogni volta che si ritrovano da soli.
Ma potrà mai nascere una storia d’amore tra due persone così diverse? Cresciuti con la convinzione che le altre comunità siano solo delle acerrime nemiche, e che bisogna farsi guerra a vicenda per prevaricare sull’altro e vincere, potranno mai avere una chance di stare insieme? O la loro attrazione soccomberà, dandola vinta a quelle stupide regole nate soltanto per aumentare il numero già altissimo di vittime?

Più sono le persone a cui vuoi bene, più sei debole.”
Nel nostro mondo era pericoloso affezionarsi a qualcuno, perché prima o poi le persone morivano.
E tu non potevi salvarle tutte.

Per Hayden innamorarsi, o permettersi anche solo di provare qualcosa per Grace, è sinonimo di debolezza. Più si ama una persona, più si è deboli, perché non si fa altro che mettere il suo bene davanti a tutto e a tutti, e lui non può permetterselo, ha centinaia di persone a cui pensare e contano tutte su di lui. Ogni distrazione può essere letale.

Ma basterà questo a fermare un’attrazione che sin da subito si dimostra essere qualcosa di più che una semplice infatuazione passeggera? E cosa accadrà quando Hayden scoprirà chi è davvero Grace?

Lascio chiaramente a voi il compito di scoprirlo!

Grace è una donna forte, coraggiosa, altruista e, soprattutto, buona. Si è trovata più volte nella situazione di dover salvare la vita a persone che non avrebbero dovuto significare nulla per lei, eppure l’ha fatto.

Hayden è un uomo combattivo, onesto e leale, ma anche autoritario e pericoloso. L’atteggiamento da duro gli permette di indossare una maschera di indifferenza, finge che non gli importi delle persone, ma in realtà è molto protettivo ed ha un grande cuore. Sacrificherebbe se stesso per chi ama.

Anarchy ha assolutamente tenuto testa alle mie aspettative.

Gli ingredienti per essere una storia di quelle memorabili, e in grado di farsi ricordare nel tempo, ci sono tutti.

Un’ambientazione che è un mix tra Hunger Games, Divergent e The 100 – tre bellissime serie distopiche – e con una storia d’amore un po’ alla Romeo e Giulietta – sperando chiaramente non facciano pure la stessa fine.

Tutte caratteristiche, queste, che mi sono piaciute moltissimo, un bell’intreccio articolato grazie alla penna magistrale di Megan DeVos, che ha saputo colpire i punti giusti per suscitare il mio interesse, così da avere la mia completa attenzione.

Vi consiglio di iniziare subito la lettura, anche perché Mondadori ha deciso di pubblicare l’intera serie in Italia nel giro di solo qualche mese. Come fare a non approfittarne? 😉

Alla prossima,
Simona

5 stelle

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