Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven
Trama È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.
Recensione Ho appena terminato la lettura di Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven e mi un sacco di domande senza risposta mi si affollano nella mente. Mi è piaciuto? Mi ha sconvolta? Mi hanno coinvolto i protagonisti? Mi ricorderò di questo libro tra qualche tempo?
Sono sopraffatta dalle emozioni ma non riesco davvero a capire come mi sento davvero, forse dovrei provare ad aspettare qualche giorno ma non penso che risolverebbe la mia situazione.
Mi sono tenuta alla larga da questo libro per un po’ di tempo nonostante le tantissime recensioni positive lette qua e là sul web perché non avevo voglia di soffrire troppo memore di quanto Colpa delle stelle di John Green mi avesse squarciato il cuore.
Ho aspettato il momento perfetto, mi sono apprestata a leggerlo con il giusto spirito e… purtroppo le mie aspettative sono state deluse.
Mi aspettavo di più, volevo che facesse vibrare il mio cuore, che mi facesse versare fiumi di lacrime e invece mi ritrovo a recensire un libro che non mi ha convinta e mi fa sentire pure un po’ stupida visto che era piaciuto praticamente al mondo intero, quindi sono qui a chiedermi: sono io il problema? Forse è un mio limite e non riesco ad identificarmi con protagonisti che hanno questi problemi? Ma poi mi ricordo che ho sentito tutto in Colpa delle stelle e ho amato ogni sillaba di quel libro pur essendo, per mia fortuna, lontanissimo dal mio vissuto.
Ho faticato ad entrare in sintonia con Violet e Finch, non ho sentito le farfalle quando nasceva la loro storia d’amore, forse anche per la mancanza di scene d’amore vere e proprie.
Ho sentito in pieno il malessere di Finch e ho capito da subito che Violet non sarebbe riuscita a salvarlo da se stesso, anche perché il lettore è preparato a questo a differenza di Violet.
Le parti scritte dal punto di vista di Finch sono molto particolari e di non semplice comprensione, è un protagonista molto complesso la cui mente è in continuo movimento.
Compie un gesto eroico salvando Violet dal cornicione della torre campanaria nel primo capitolo ma poi, dopo averla fatta innamorare di lui e averle fatto ritrovare la voglia di vivere, la priva di tutto togliendosi la vita e facendo si che sia proprio lei a trovare il suo corpo.
Ho trovato questa scelta dell’autrice di pessimo gusto anche perché non ha concesso a Violet né il tempo per cercare di salvarlo né quello per rendersi conto che Finch non poteva essere salvato da se stesso, lo ha semplicemente fatto allontanare da lei senza più permetterle di sentirlo, fino a quando lui ha deciso di mandare lettere di addio a tutti quelli che ha amato.
Violet è una ragazza che ha smesso di vivere dal momento in cui, in un tragico incidente, ha perso la vita sua sorella maggiore, grazie a Finche ritroverà la voglia di rimettersi in gioco e di ritornare alla vita senza tutte le sovrastrutture che si era costruita prima, ma facendo emergere la vera se stessa.
Finch e Violet sono due anime affini che si incontrano su quel cornicione per un puro scherzo del destino, ma che purtroppo sono destinate a passare insieme solo un breve lasso di tempo e, mentre questa scelta in Colpa delle stelle mi è sembrata giusta e ben studiata, qui mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Detto questo non potrei mai definire brutto Raccontami di un giorno perfetto e lo stile di scrittura di Jennifer Niven è scorrevole e maturo, sono contenta di averlo letto anche se alcune scelte dell’autrice riguardanti la storia non mi hanno convinta appieno. Forse è stata tutta colpa delle altissime aspettative che nutrivo e del fatto che nella mia mente continuavo a paragonarlo a Colpa delle stelle e purtroppo Raccontami di un giorno perfetto nel confronto ne è uscito con le ossa rotte!