Questo canto selvaggio di Victoria Schwab

Per anni Verity City è stata teatro di crimini e attentati, finché ogni episodio di violenza ha cominciato a generare mostri, creature d’ombra appartenenti a tre stirpi: i Corsai e i Malchai, avidi di carne e sangue umani, e i Sunai, più potenti, che come implacabili angeli vendicatori con il loro canto seducente catturano e divorano l’anima di chi si sia macchiato di gravi crimini. Ora la città è attraversata da un muro che separa due mondi inconciliabili e difende una fragile tregua: al Nord lo spietato Callum Harker offre ai ricchi protezione in cambio di denaro, mentre al Sud Henry Flynn, che ha perso la famiglia nella guerra civile, si è messo a capo di un corpo di volontari pronti a dare la vita pur di difendere i concittadini e ha accolto come figli tre Sunai. In caso di guerra la leva più efficace per trattare con Harker sarebbe la figlia. Così August, il più giovane Sunai, si iscrive in incognito alla stessa accademia di Kate per tenerla sotto controllo. Ma lei, irrequieta, implacabile e decisa a tutto pur di dimostrare al padre di essere sua degna erede, non è un’ingenua…

Questo canto selvaggio di Victoria Schwab, primo volume della dilogia fantasy young adult I mostri di Varity, pubblicato da Giunti a giugno 2017.

Vi starete chiedendo perché mi appresti a scrivere una recensione di un libro uscito da due anni e mezzo, il motivo è semplice domani, 8 gennaio, finalmente arriverà nelle librerie italiane la sua conclusione Our Dark Duet – Questo oscuro duetto che io ho avuto il privilegio di leggere in anteprima.

Questo canto selvaggio nella mia libreria da circa due anni, attendevo che ci fosse una data certa per il seguito e così sono arrivata a leggerli uno dopo l’altro ed è stata un’esperienza a dir poco fantastica. Avevo già avuto modo di conoscere la penna della Schwab con la serie Magic pubblicata da Newton Compton, e se là l’avevo apprezzata qui me ne sono innamorata. Lei ci ha abituato ad ambientazioni oscure, a fantasy che di lato romance hanno poco, ma i mostri che ha ideato per questa dilogia fanno davvero accapponare la pelle e l’idea che questi nascano dalle nefandezze di ogni singolo individuo è quantomeno scioccante.

Verity City è il palcoscenico su cui si muovono tutti gli attori, siamo in un mondo distopico in cui gli abitanti vivono soggiogati dalla paura, in cui esistono individui in grado di tutelarti in cambio di denaro, in cui la sicurezza è tutt’altro che semplice da raggiungere. A capo della parte nord di Varity c’è un uomo senza scrupoli che si nutre della paura dei suoi concittadini: Callum Harker. In questa zona della città vivono tutti coloro che possono permetterselo, perché la protezione di Harker ha un prezzo e solo i ricchi possono pagare. Harker è un essere spregevole che nella sua vita si è macchiato di diverse azioni deplorevoli e crede di avere in pugno alcuni dei mostri che popolano la città, aiutato dal suo braccio destro, il Malchai Sloan, generato da uno dei crimini commessi da Callum. Già perché tutti i mostri nascono dai crimini degli umani, i Malchai addirittura assumono le sembianze, seppur tutte sbagliate essendo dei mostri, di chi ha commesso il crimine. Ma se i Malchai e i Corsai, esseri che vivono solo nell’ombra e si nutrono di umani, sono generati da un singolo delitto, stessa cosa non vale per i Sunai, loro si formano quando accadono delle stragi. Come potrete ben capire questo dona loro una certa importanza e alcuni non sono esattamente inclini a stare al proprio posto, come in ogni buon fantasy che si rispetti abbiamo i cattivi che si palesano subito e coloro che agiscono sottobanco.

Fin dal primo incontro con uno dei Sunai ho provato un profondo disagio, la Schwab ce lo mostra per quello che è, il lettore si rende conto che c’è qualcosa che non va, che le parole che escono dalla sua bocca rasentano il fanatismo, sono coloro che si fidano di lui a non vedere questa sua follia, questa sete di potere, per loro non sarà facile accettare di essere stati traditi da chi hanno accolto come un figlio. Eh sì perché se da un lato vige la politica del terrore perpetrata da Harker dall’altro abbiamo un medico onesto, una persona buona che vuole aiutare tutti, a sud governa Henry Flynn ed è lui che accoglie i Sunai come fossero figli e combatte Malchai e Corsai con ogni arma a propria disposizione.

Ma i protagonisti di questa spettacolare storia non sono Harker e Flynn, sarebbe stato difficile definire questo libro young adult, ma i loro figli: Kate e August.

Kate è uno spirito libero, indomabile, da quando la madre è morta nel tragico incidente che ha visto coinvolta anche Kate, facendole perdere l’udito da un orecchio, e di cui ricorda solo piccoli frammenti, è stata mandata dal padre in ‘esilio’ in diversi collegi. Kate le ha provate tutte per farsi espellere ogni volta, fino alla cacciata definitiva dopo aver appiccato un incendio. Il suo obiettivo era tornare a Varity e dimostrare al padre di essere la sua degna erede. La personalità di Kate è intricata, con lei nulla è semplice, il suo carattere è pungente, non si fida di nessuno e sente che le sfugge qualcosa che dovrebbe ricordare. Il primo giorno nella nuova scuola a Varity mostra subito di che pasta è fatta, nessuno può metterle i piedi in testa e fa la conoscenza di un altro ragazzo appena iscritto: Frederick “Freddie” Gallagher. A Kate il nome Freddie suona totalmente sbagliato abbinato a questo ragazzo e, mossa dalla sua grandissima curiosità, inizia a indagare su di lui fino a scoprire il suo segreto. Proprio quando sarà pronta per mettere in pratica il piano che ha escogitato per catturarlo e consegnarlo al padre, certa in questo modo di entrare nelle sue grazie, il mondo dei due ragazzi verrà sconvolto e inizierà l’avventura che li porterà a collaborare e a salvarsi la vita a vicenda.

Come avrete certamente capito Freddie altri non è che August sotto copertura, August era incaricato di tenere d’occhio Kate, ma fin dal primo incontro ha visto in lei molto più della figlia di un mostro, Kate non ha nulla in comune con il padre e lo dimostrerà lottando fianco a fianco con August per sopravvivere.

August è il più giovane dei Sunai, è un ragazzo dolce e sensibile che ama leggere e fatica ad accogliere la sua vera natura. Ogni volta per lui nutrirsi è un supplizio e cerca di resistere fino ad arrivare al limite prima di imbracciare il suo violino e andare ad accogliere dentro di sé l’anima di qualche peccatore. Nonostante non possa far del male a un innocente si sente comunque colpevole, come se non spettasse lui giudicare chi merita di vivere e chi di morire, perché per i Sunai non esiste la redenzione, se un uomo ha commesso un grave crimine la sua anima sarà per sempre macchiata di rosso, senza appelli, senza giustificazioni, non importa se ha ucciso per difendersi, se in quel momento non era in sé, le attenuanti non esistono e le anime rosse vengono attratte dalla musica dei Sunai senza alcuno scampo.

Kate e August sembrano creati per lottare fianco a fianco, si completano, si capiscono, insieme possono essere invincibili, ma devono prima riuscire ad accogliere la loro vera natura, se continueranno a rifiutare ciò che sono non potranno mai essere utili per se stessi e per la causa più grande che li attende.

Questo canto selvaggio mi ha rapita e mi sento un po’ sciocca ad aver atteso due anni per leggerlo, ma sono certa che questo fosse il momento giusto, potermi buttare subito a capofitto su Our Dark Duet – Questo oscuro duetto è stato stupendo, niente attese, nessuna dimenticanza, questa scelta mi ha permessi di assaporare ogni istante della narrazione, ogni scelta della Schwab e di poter amare ancora di più questa dilogia entusiasmante. Vi do appuntamento a domani per la recensione del seguito.

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