Questione di Costanza di Alessia Gazzola
Trama Costanza è un medico alla ricerca di un impiego e, messa con l’acqua alla gola, decide di accettare l’incarico di un anno come paleopatologa a Verona. Dalla calda Sicilia impacchetta sogni, ambizioni e figlia treenne per la città scaligera. Ma non c’è niente da fare, quel lavoro non le va giù, non riesce ad appassionarsi a quelle ossicine sbucate da uno scavo, ne tanto meno a quella treccia rossa rinvenuta con le spoglie di un cavaliere. Eppure anche lei si troverà a fare la detective della storia alla ricerca di una identità per quella chioma appartenuta forse alla figlia di un personaggio veramente importante. Lei e il gruppo con cui lavora hanno davanti una scoperta potenzialmente fantastica, tanto importante da salvare lo stesso Istituto dalla chiusura.
Ma non di soli capelli e ossa vive Costanza, perchè la sera quando torna a casa c’è Flora, la piccola tiranna di casa a cui non rifiuterebbe niente, neanche la scoperta di un vero padre.
Questione di Costanza di Alessia Gazzola, primo capitolo di una nuova serie di Narrativa, edito da Longanesi il 21 ottobre scorso. La Gazzola ha all’attivo 8 titoli dedicati alla serie con protagonista Alice Allevi e due romanzi a sé (Lena e la tempesta, uscito con Garzanti e Non è la fine del mondo, con Feltrinelli). Lo scorso 21 luglio l’autrice messinese, medico legale, ha vinto il 67° Premio Bancarella con Il ladro gentiluomo (Longanesi, 2018), che assicura essere l’ultimo della serie.
Converrete con me nel dire che noi lettori abbiamo un grosso, ma che dico, enorme problema con i personaggi che ci entrano nel cuore. Finisce sempre che poi facciamo una fatica indicibile a staccare ogni beniamino dalla penna dello scrittore che gli ha dato vita. Con Alice Allevi è stato amore fin dalla prima pagina, l’ho seguita in tutte le sue indagini, fidandomi del suo fiuto più della sua natura maldestra. Lo stesso è successo per Lena e la sua personale tempesta, quest’estate l’ho consigliato ad un’amica a cui ha tenuto compagnia sotto l’ombrellone mentre Emma, l’eterna stagista, mi è stata regalata da un amico che con lei ha ritrovato il sorriso in un momento buio.
Perché piacciono così tanto i personaggi della Gazzola? Ve lo siete mai chiesti? Beh, per prima cosa sono tutte giovani donne, sui trent’anni, che nell’Italia del precariato lavorativo e sentimentale, lottano seppur maldestre, senza nascondere le fragilità. Ed il focus è proprio l’instabilità di questa generazione, che lotta con una vita incerta dotata di data di scadenza, fluendo in un’altrettanta precarietà affettiva che non permette di programmare alcun futuro.
Ecco la realtà nuda e cruda che ci permette di immedesimarci perfettamente in ognuna di loro, vivendone in maniera piena e reale tutte le emozioni. Come sfondo, una nota di mistero che aggiunge una dimensione romanzesca ad ogni libro e che, lasciatemelo dire, non guasta mai.
Anche questa volta Alessia Gazzola non si smentisce, tornando alle origini con ricerche da compiere e cadaveri da ricomporre. Certo, questi hanno qualche secolo in più rispetto a quelli che si trova ad esaminare Alice Allevi, ma la sostanza è la stessa.
Costanza è una donna con i suoi pregi e i suoi difetti, tanto fragile quanto cinica, un misto sconclusionato di determinazione e incertezza che la mette, il più delle volte, in situazioni difficili e paradossali. Ma dotata anche di un cuore grandissimo e per questo impossibile da non amare. Siciliana d’origine, è costretta a trasferirsi in Veneto per esigenze di lavoro.
Seppur laureata in medicina con tanto di specializzazione, vince un bando all’istituto di Paleopatologia di Verona, ed è così costretta ad abbandonare il sole e il mare per una convivenza forzata con la sorella Antonietta e la nebbia del nord. Certo, tutto ciò non è decisamente la sua aspirazione, da madre single fa i salti mortali per sbarcare il lunario e per questo il suo sogno è quello di andare in Inghilterra: arrivare dall’Italia senza niente, trovare casa, lavoro, amicizie, realizzare il proprio “English dream”.. e poi viene la Brexit che le mette i bastoni tra le ruote, riportandola con i piedi per terra e offrendole solo un piano B di scarso valore.
E ci deve pensare bene Costanza, ogni cosa che fa porta conseguenze nella vita delle persone che gravitano attorno a lei, perché è tutto fuorché sola: oltre alla sorella, al padre e al fratello Michele, porta infatti con sé un piccolo esserino di quasi 4 anni di nome Flora. E un po’ come tutti i bambini della sua età, è sveglia, solare, impicciona, fa i capricci, non sa minimamente cosa sia l’educazione e, soprattutto, pone delle domande a cui un genitore fa fatica a rispondere.
“Perché tutti i bambini dell’asilo hanno un papà e io no?”
“Perché il tuo papà non sa nemmeno che ci sei”
Come non amare la piccola Flora che si fa perdonare sempre con un abbraccio di manine cicciotte? Ma Costanza, che si è spesso raccontata bugie per sopravvivere alle difficoltà della vita, ha sempre detto la verità a Flora e come la racconta a lei, la deve raccontare anche al suo papà. Urge una figura maschile di riferimento nella vita della piccola, che iniziando a farsi domande sulla sua famiglia, mette Costanza con le spalle al muro: è giunta l’ora di togliere la testa dalla sabbia e cercare il padre di sua figlia.
Il problema è che di lui, Costanza sa solamente che si chiama Marco, suona divinamente il pianoforte negli aeroporti e ha studiato arte. Quando si dice trovarsi al momento giusto nel posto sbagliato: Flora infatti è figlia di un weekend di passione con Malta sullo sfondo!
Ma quando un investigatore privato riuscirà a rintracciare Marco, Costanza sarà costretta a fare i conti con la realtà, il passato ed una ferita che non si è mai rimarginata.
Marco entra nella vita di Flora e ritorna come un fulmine anche nella vita di Costanza e vi assicuro che ne vedrete delle belle!
Fermi tutti, non penserete mica che la nostra Gazzola si fermi alla vita di Costanza, ma assolutamente no! Con un salto temporale che ci porta nel 1200, attraverso i resti che la nostra paleopatologa deve esaminare, conosciamo Selvaggia di Hohenstaufen. La sua è la storia nella storia che, sebbene inventata, è reale per alcuni spunti, risulta appassionante nella sua brevità (anche se forse troppo ricca di cenni storici). Selvaggia e Costanza non si conosceranno mai, non avranno mai alcun punto in comune, eppure il parallelo tra queste due vite così diverse e lontane, arricchisce il racconto, dando anche un senso alla ricerca lavorativa di Costanza.
Tra colpi da incassare, nuovi strampalati colleghi e intrighi da risolvere, ce la farà la nostra protagonista a terminare l’anno come paleopatologa, per poi dedicarsi alla propria carriera medica? Ma la vera domanda è: riuscirà la nostra eroina a far fronte a tutto? Da un lato la crescita della piccola Flora e la storia con Marco, dall’altro la sorella Antonietta innamorata del loro affittuario, il padre e il fratello Michele lontani in Sicilia, e un lavoro che non sembra ingranare, ma con dei colleghi che sono obbligati a puntare tutto su di lei… proprio lei che sta crescendo, con tutti i dubbi e le difficoltà che concerne il guardarsi realmente dentro, per rielaborare il lutto per la madre che non ha mai davvero superato, e perché solo trovando la verità in se stessa, riuscirà ad affrontare senza maschere il proprio futuro.
“Tutti abbiamo desideri. Ma la vita decide sempre alla cazzo di cane e devi fare del tuo meglio per trovare una via di mezzo tra quello che vorresti e quello che puoi fare.“
Tanta è la carne al fuoco e forse per questo il finale può risultare un po’ frettoloso, ma speriamo che questo capitolo sia un trampolino di lancio per arrivare al prossimo con un bel botto!
Questione di Costanza è un libro leggero ma riflessivo e scritto in maniera chiara e concisa. La scrittura di Alessia Gazzola è sempre dettagliata e semplice, e colpisce per la sua chiarezza sin dal principio. La quotidianità rappresentata si eleva tramite l’espressività della scrittrice, che infatti permette al lettore di creare, man mano che legge, una visione completa della storia e di entrare nella vita dei protagonisti e di tutti coloro che, seppur rimangono in secondo piano, risultano fondamentali per la conformazione dello scenario.
Non è stato sicuramente facile per Alessia creare una nuova serie di libri con una protagonista diversa da Alice, ma credo proprio che ci sia riuscita alla grande. Purtroppo però verrà penalizzata dal raccontare la quotidianità senza fronzoli, con più realtà e meno licenze letterarie. Siamo talmente abituati ad aspettarci storie che avverano i nostri sogni che non riusciamo più ad apprezzare ciò che accade nella vita di tutti i giorni.
Insomma, mai giudicare dalle apparenze, è sempre meglio farsi un’idea per poi poterne parlare. A questo punto non vi resta che leggere il libro e farmi sapere cosa ne pensate!
Io sicuramente aspetto con impazienza il prossimo capitolo di questa serie, per capire cosa succederà alla famiglia moderna di Flora, con mamma Costanza e papà Marco.