Quello che non siamo mai stati di Alice Kellen
Tutto mi sembrò diverso. Io ero diversa. Non sentivo più nulla. L’incidente aveva lasciato dentro di me un vuoto immenso e desolante su cui era impossibile costruire, perché erano scomparse le fondamenta. Non “sentivo” più niente. E non volevo più tornare a sentire. Meglio vivere così, in letargo, che nel dolore.
Leah era una ragazza solare, piena di entusiasmo, di sogni. Ora, a diciannove anni e a distanza di molti mesi dall’incidente che le ha strappato i genitori, è irriconoscibile. Distrutta, non crede più in niente. Ha rinunciato persino alla sua passione più grande, dipingere, perché nulla, ai suoi occhi, ha più senso. Qualcosa, però, sta per cambiare. A causa del lavoro, infatti, il fratello Oliver è costretto a trasferirsi a Sydney e, non volendola allontanare dal luogo in cui è cresciuta, chiede ad Axel, il suo migliore amico, di ospitarla a casa sua e di prendersene cura in sua assenza. Dopo tutto, il ragazzo è uno di famiglia, e stare con lui, uno spirito libero, spensierato, che passa le sue giornate tra lavoro, uscite con gli amici e il surf, non potrà che fare bene a Leah. Axel poi prende sul serio il compito che Oliver gli ha affidato e cerca in ogni modo di aiutare la ragazza a ritrovarsi e a rimettere insieme i pezzi della sua vita. Quello che ignora, però, è che Leah è innamorata di lui da sempre. E che starle accanto potrebbe cambiare non solo la sua vita, ma quella di entrambi. Perché lei è luce, nonostante tutto, e non può che attrarre il suo sguardo. Perché lei è proibita, ma risveglia la sua pelle come nessuna. Perché lei è il mare, le notti stellate e i vinili dei Beatles. Perché soprattutto, a volte, ci sono solo due scelte a disposizione, prendere o lasciare. E perché in certi casi bisogna rischiare tutto perché delle scintille di felicità esplodano come uno spettacolo di fuochi d’artificio.
Quello che non siamo mai stati di Alice Kellen, primo volume della dilogia Lascia che sia pubblicata da Mondadori il 29 agosto.
Secondo libro che leggo in pochissimo tempo della Kellen e posso affermare con assoluta certezza di amare la sua penna. Già mi aveva convinta con 33 ragioni per rivederti, ma qui mi ha davvero conquistata e infatti appena terminata la recensione correrò a leggere Quello che siamo insieme perché io necessito di avere un happy ending, lo esigo e non accetto nulla di meno di ‘e vissero per sempre felici e contenti’.
Come prevedibile questo romance finisce male, altrimenti non esisterebbe il secondo volume, ed è pieno zeppo di angst, in cui la Kellen sguazza che è una meraviglia. L’ambientazione è perfetta, quell’Australia così inusuale da trovare e che invece è in grado di stuzzicare la nostra immaginazione e farci sentire il calore del sole sulla pelle, il sale sulle labbra, le onde che si infrangono sul bagnasciuga e che vengono cavalcate dai tanti surfisti che popolano quelle spiagge. Un luogo da sogno che viene descritto alla perfezione. E la veranda di Axel teatro di mille scene, alcune dolci, altre infuocate, che sa donare pace e tranquillità, ma sa anche nascondere da sguardi indiscreti.
Mi sono tuffata nella lettura e non ho saputo staccarmi, continuavo a tornare a Axel e Leah anche quando ero intenta a fare altro ed era molto tempo che non mi succedeva una cosa simile. Ho provato per entrambi una miriade di emozioni contrastanti, mi hanno fatta arrabbiare, ma non ho potuto fare a meno di innamorarmi di loro, delle loro fragilità, delle loro contraddizioni, due protagonisti veri, reali, credo sia questa la forza della Kellen non ha bisogno di forzare la mano e creare situazioni assurde per far progredire la narrazione.
A volte basta solo un secondo per passare dall’avere tutto al non avere niente. Uno solo. Come quella volta che l’automobile aveva invaso la corsia opposta. O come ora che lui aveva deciso che non c’era niente per cui valesse la pena lottare e le linee nere e grigie erano tornate a inghiottire il colore che fino a qualche mese prima mi fluttuava intorno… Perché, in quel secondo, lui aveva svoltato a destra. Io avevo voluto seguirlo, ma mi ero trovata davanti un muro. E avevo capito che non mi restava altra scelta che andare a sinistra.
Il prologo si apre così e ci fa capire da subito che ci sarà da soffrire. I capitoli sono quasi tutti molto brevi e questo dona ritmo alla storia, abbiamo il POV alternato e i miei preferiti sono i capitoli di Axel, un uomo che sembra felice della vita che ha, senza pensieri e complicazioni, amante del surf e della vita a contatto con la natura, che non apprezza la tecnologia e dimentica quasi di possedere un cellulare, ma questa è solo la superficie.
Axel è molto più di ciò che mostra, è più complicato di come appare e solo la persona giusta può vedere oltre l’apparenza. Leah lo vede da sempre e ne è innamorata da che ne ha memoria, ma ormai la sua vita ha perso ogni tipo di colore, è piombata in un buco nero da cui non si sta impegnando a risalire. La morte dei genitori, davanti ai suoi occhi, l’ha devastata e non resta più niente della ragazza solare e piena di vita di un anno prima, la sua anima è rimasta intrappolata in quelle lamiere e con lei la sua voglia di dipingere e di aprirsi agli altri. Oliver, suo fratello maggiore e migliore amico di Axel, l’ha lasciata libera di vivere il dolore come meglio crede, ma questo non ha fatto il suo bene, si è chiusa a riccio e non ha esternato nessuna emozione cadendo in un vortice che l’ha risucchiata.
Oliver deve trasferirsi per lavoro per un anno e non vuole portare Leah via da tutto ciò che conosce, Byron Bay è la sua casa e l’unica famiglia che gli rimane è quella di Axel, vicini di casa da sempre. Oliver chiede a Axel di accoglierla in casa sua nelle tre settimane al mese in cui è a Sydney e Axel accetta perché tiene molto a entrambi. Le prime settimane non forza la mano, ma quando si accorge che Leah ha bisogno di una scossa per superare la fase di stallo in cui si trova decide di forzare la mano.
«Mi manca la ragazza che eri prima. Sai, vederti dipingere, scherzare con te, quel tuo sorriso… Non so ancora come farò, ma riuscirò a tirarti fuori di lì, ovunque tu sia, e ti riporterò qui.»
Grazie a lui torna alla vita, ricomincia a respirare e piano piano lo lascia entrare, questo però è pericoloso perché risveglia in lei l’amore che prova per lui da sempre e a un certo punto non è più in grado di contenere le emozioni.
Axel non sa quando, ma inizia a vederla con occhi diversi, a provare per lei qualcosa che va oltre l’affetto e anche se prova a mantenere le distanze questo diventa ogni giorno sempre più difficile.
Mi sembrava ironico che io cercassi di sbrogliare i pensieri di Leah e che lei si ostinasse a ingarbugliare i miei.
Per me Quello che non siamo mai stati è l’amore e quel finale, quelle frasi dette per un preciso scopo mi hanno frantumato il cuore in mille pezzi, ora non mi resta che sperare che Quello che siamo insieme sia in grado di aggiustarlo perché ne ho bisogno.