Quattro chiacchiere con l’autrice – Intervista a Eloisa Donadelli
Eloisa Donadelli è nata a Morbegno, in provincia di Sondrio. È laureata in Lingue e letterature straniere ed insegna inglese in un liceo linguistico. Con il Ciliegio ha pubblicato il libro per ragazzi Agostino Pizzoccheri e la biomagia mentre conosciamo molto bene Le voci delle betulle che la nostra Sonia ha recensito con trasporto.
Ho avuto il piacere di leggere in anteprima il nuovo libro di Eloisa Ricordami nell’acqua, pubblicato da Sperling&Kupfer il nove giugno appena trascorso. Oggi abbiamo il privilegio di fare quattro chiacchiere con lei mentre domani, non perdetevi l’appuntamento con la mia recensione. Segnatelo in agenda perché questo è un libro che non potete davvero perdervi.
Questa è la storia di Neve alla ricerca di risposte su sé stessa ed il significato più profondo dell’esistenza che risiede solo nella parte più profonda di ognuno di noi. Ma questa indagine passa attraverso le radici che, come un gomitolo da riavvolgere, portano a quel luogo sicuro chiamato famiglia. E ci ricorda l’importanza degli affetti che fanno parte della vita, di quelli che vivono attraverso il ricordo fino ai fantasmi del passato con cui bisogna fare pace. Un romanzo davvero intenso in armonia con la natura, incentrato sull’essere figli e sulla riappacificazione dell’essere, sul significato e l’importanza di vivere il proprio tempo appieno per godere profondamente di ogni istante.
Sono riuscita a stuzzicare la vostra curiosità?
Ma bando alle ciance, benvenuta Eloisa nel blog di Esmeralda Viaggi e Libri e grazie mille per esserti prestata a questa intervista molto introspettiva. Iniziamo!
Mi sono chiesta per tutta la lettura, quale ispirazione ti ha portata a scrivere questo libro. Alla fine è stato un piacere scoprire che sono state le poesie di Nonno Giovanni a riportarti sul tema della natura dopo “Le voci delle betulle”.
Quanto delle tue radici, e dei tuoi posti del cuore, c’è in questo tuo nuovo romanzo?
Il romanzo è ambientato a Bormio, un posto che mi è caro per le sue acque termali. Ho un bellissimo ricordo di una pozza naturale in cui sono andata con amici. Ci siamo andati al tramonto ed eravamo solo noi e il bosco. E’ stato suggestivo, tanto da scriverne ora dopo vent’anni.
Proprio per il momento storico critico che stanno vivendo tutte le famiglie, come ci si sente a ritornare negli store con un nuovo lavoro dal sapore così delicato eppure di forte impatto, che parla appunto di famiglia e di crescita? In realtà il libro è stato scritto prima, quando nessuno si immaginava neanche lontanamente cosa sarebbe successo nel 2020.
Però ho pensato ch l’acqua portasse un messaggio di freschezza, di novità. Abbiamo anche scelto una copertina con un colore che offrisse speranza, il verde.
Tutto il libro è incentrato sulla costante ricerca di affetti autentici, di amore, di quel posto nel mondo che sembra non esistere veramente ma che in fin dei conti è rappresentato unicamente dalle nostre radici. Perché hai sentito il bisogno di trattare questi argomenti?
Il bisogno è nato nel momento in cui mi sono chiesta cosa significhi essere figli. E’ uno stato che dura per tutta la vita eppure è vissuto, secondo l’età con sfaccettature completamente dissonanti. Si passa da un’infanzia in cui si adorano i genitori, ad un’adolescenza in cui nascono forti contrasti. Nell’età adulta siamo in grado di dare risposta e comprensione a tanti atteggiamenti rimasti sospesi. Ecco, con questo libro è arrivato il mio momento.
È chiaro che i rapporti reciproci fra empatia dei sentimenti, immedesimazione, finzione letteraria (o invenzione) sono complessi e delicati. La storia di Neve lo è di sicuro – eppure è perfettamente riuscita- ma ti è mai capitato nella tua attività di scrittrice, che qualcuna di queste componenti sia sfuggita al tuo controllo e abbia preso il sopravvento sulle altre?
Di solito non pianifico la trama di un libro. Lo inizio e seguo il suo percorso. I personaggi arrivano, e accompagnano la storia. Di qualcuno me ne sono innamorata. Come Cristiano, in questo romanzo.
Scrittura e natura rappresenta un binomio stimolante, che tu declini offrendoci alcune riflessioni su come scrivere sull’ambiente e i fenomeni naturali sia scorrevole e godibile. Ma perché se ne parla sempre così poco?
Forse non è semplice descrivere un ambiente che non ci assorba direttamente. Per me la natura è stato un canto che mi ha accompagnato tutta la vita. Quindi scriverne è stata la conseguenza naturale.
Quale valore ha per te la scrittura?
Altissimo. E’ la mia resilienza, la mia psicoterapia. E’ la modalità che ho trovato per buttare fuori garbugli emotivi.
Nel tuo libro ritorna spesso il concetto del tempo ciclico come riscontro nell’esperienza della circolarità degli eventi cosmici in concomitanza con la natura. Per avere un approccio più sano alla vita, pensi che dovremmo ritornare a questa visione dal sapore contadino rispetto alla condizione perennemente performante di cui siamo vittime nel nuovo millennio?
Assolutamente sì. Credo nell’armonia, nel tempo rispettoso del nostro essere sulla terra. Se corriamo senza accorgerci di come viviamo realmente, senza valutare le nostre reazioni, ci ritroviamo con un fardello che prima o poi scoppia.
Anche la morte fa parte del ciclo della vita, ma in ogni cosa che finisce c’è l’inizio di qualcos’altro. Com’è stato dover vivere, attraverso i tuoi personaggi questo viaggio d’introspezione personale?
In certi punti faticoso, davvero. Mi sono sforzata per affrontare con crudezza la drammaticità di certi avvenimenti.
Le tue storie partono sempre da lontano ma mano a mano che l’intreccio prende forma ogni personaggio trova una sua perfetta connotazione. Neve ad esempio, porta sulle sue spalle l’intreccio di tutti i suoi antenati ma ci porta uno spaccato di vita del tutto attuale attraverso il suo rapporto con Rocco e la maternità tra stereotipi e pregiudizi. Cosa ne pensi a riguardo?
Io ho voluto dare uno spaccato di vita. Perché la vita in realtà è così. Una trama in cui tutto ha un senso, anche se lo si comprende dopo.
Quale consiglio daresti ad un lettore che, come Neve, deve affrontare i fantasmi del passato per poter affrontare il proprio presente e futuro?
Fermarsi, respirare, preparara un bagaglio di salvataggio e partire pr quel viaggio con noi stessi che prima a poi va fatto.
Pensi che anche la lettura, come la montagna, influisca su di noi con proprietà terapeutiche?
Sì. i libri ci conducono in luoghi e pensieri con una connotazione sentimentale. Io ad esempio scelgo il genere a seconda del mio stato d’animo. Ci sono libri che portano tenerezza, altri angoscia. Penso si possano cucire addosso, come abiti.
Qual è l’ultimo libro che hai letto? Ci puoi consigliare i tuoi cinque libri preferiti?
Ho appena letto il Crogiuolo di Arthur Miller e mi sono riletta Dubliners di Joyce.
Volentieri, anche se ho molti di libri amati.
Comunque:
- Un amore di Dino Buzzati
- La casa degli Spiriti Di Isabel Allende
- Mara e Dann di Doris Lessing
- Figli e amanti di D. H. Lawrence
- Di noi tre di Andrea De Carlo
Stai già lavorando a un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Ci sto lavorando, ma per scaramanzia non ne parlo mai.