Prendila come viene di Aurélie Valognes
È l’estate del 1968 quando Jean arriva a Granville, cittadina di mare sulla costa della Normandia. Ha sei anni e una piccola valigia bianca che contiene le sue poche cose: l’ha riempita in fretta e furia sua madre la notte in cui sono fuggiti da una vita che le faceva male e le stava ormai stretta. Lei, Marie, la ribelle di famiglia, ha sempre desiderato qualcosa di più della semplice realtà di provincia, e sente che ora, in quell’anno che sta sovvertendo tutte le regole, è venuto il momento di realizzarsi a Parigi. Non può portare con sé Jean, e così lo lascia dalla nonna, in attesa di sistemarsi e venirlo a riprendere.
Convinto che la mamma tornerà presto, Jean non disfa neppure la valigia, tuttavia, a poco a poco, prende confidenza con nonna Lucette, un donnone dai modi spartani – non sente la necessità dell’acqua corrente né del frigorifero – ma dal cuore tenero, che ha cresciuto ben sette figli. Lui, curioso e loquace, porta una ventata di freschezza nell’esistenza dell’anziana Lucette, scandita dalle visite al camposanto e dalla passione sfrenata per il lavoro a maglia. Lei ha visto di tutto, lui si meraviglia di tutto. In quella che doveva essere solo la parentesi di un’estate, Lucette gli insegnerà a prendere la vita come viene, senza porsi troppe domande. Mentre Jean, insieme alla nonna, ai cuginetti e a una zia dai capelli che profumano di biscotti, ritroverà una famiglia, e pazienza se non è come se l’era immaginata.
Prendila come viene è un romanzo gustoso come i pranzi preparati dalle nonne con la magia di pochi ingredienti. Struggente come il ricordo delle lunghe estati dell’infanzia, semplici e indimenticabili. Confortevole come il calore degli affetti più veri, capaci di sanare anche le ferite che bruciano di più: quelle che ci si fa diventando grandi.
Prendila come viene di Aurélie Valognes, romanzo di narrativa pubblicato da Sperling & Kupfer il 20 luglio.
Il mio rapporto con le autrici francesi è di amore e odio, ci sono alcune che mi conquistano fin dalla prima pagina e altre che dopo un libro abbandono perché non hanno saputo coinvolgermi come avrei voluto. Credo che Aurélie Valognes appartenga alla seconda categoria, con questo non voglio dire che il libro non sia godibile e che lei non sia un’abile narratrice, ma non è riuscita a trascinarmi e a farmi sentire parte della storia. Succede e non ci si può far nulla, ci saranno molti lettori che lo ameranno e leggeranno in questo libro degli importanti insegnamenti di vita e ci saranno quelli come me che non sono riusciti ad apprezzarlo appieno nonostante il messaggio.
Sono una fan dei libri con protagonisti nonni e famiglie non convenzionali, quindi quando ho letto la trama ho pensato subito fosse perfetto per me, Prendila come viene è un romanzo toccante e ben scritto che parla delle difficoltà di un bimbo nell’accettare le scelte della madre. Jean ha solo sei anni e non gli piace granché l’idea di essere lasciato dalla nonna e non poter andare con sua mamma Marie a Parigi. Marie vuole prima trovare un lavoro, avere una sicurezza economica e un luogo in cui vivere col figlio che possa essere chiamato casa. Non può trasferirsi col figlio al seguito, deve prima sistemarsi da sola per poi farsi raggiungere. Per tutto il tempo necessario Jean vivrà con sua nonna Lucette a Granville, in Normandia, solo quando sarà pronta ad accoglierlo con sé lo andrà a prendere per portarlo a Parigi, la città che sogna fina da ragazza e che è certa abbia moltissimo da offrirle.
Il rapporto tra Lucette e Jean è uno dei punti cardine di questo romanzo, all’inizio Jean non è entusiasta della scelta di Marie, lui vorrebbe stare con la madre, ma non può certo dire di non trovarsi bene con la sua amata nonna, una donna che gli dà tutto il possibile per vederlo felice. Se l’inizio è un tantino complicato ben presto Jean si renderà conto che vivere con nonna Lucette è la cosa migliore che potesse capitargli e che la vita a Granville è ricca e interessante perché è fatta di tante piccole cose che gli danno sicurezza. Quando si è piccoli è fondamentale avere delle certezze e lui in nonna Lucette e zia Françoise trova quelle figure femminili di cui ha bisogno, oltre all’amicizia dei cuginetti e di Anita, la sua vicina di casa. I mesi passeranno e per Jean la vita a Granville diverrà la sua vita, la madre si farà sentire raramente con qualche cartolina, tanto da far pensare a Jean che ormai si sia dimenticato di lui.
Purtroppo però arriva il giorno in cui Marie chiede indietro suo figlio, per Lucette e Jean è un dolore terribile separarsi, ma si sa «Non si possono scegliere gli imprevisti della vita, bambino mio. Prendila come viene, spesso è la scelta migliore.» e uno di questi imprevisti lo renderà felice come non era certo di poter essere a Parigi. Un imprevisto che gli capiterà e lo renderà un ometto molto prima del tempo, perché Jean è un ragazzino con la testa sulle spalle, nonna Lucette ha fatto un ottimo lavoro negli anni in cui è stata la sua guida e lui sa qual è la cosa giusta da fare.
Prendila come viene è un libro che parla di famiglia, di affetti, di scelte che cambiano la vita. Jean è un bambino a cui è facile affezionarsi e Lucette è una di quelle figure femminili che hanno fatto la storia, perché tutte le nostre nonne erano così, forti, determinate, sempre pronte a farsi in quattro quando la famiglia lo richiedeva, nonostante gli acciacchi, nonostante le difficoltà che hanno dovuto attraversare durante la loro esistenza. Jean imparerà molto da lei e capirà che non bisogna fasciarsi la testa prima del tempo, che le cose vanno prese di petto quando accadono, senza stare a rimuginarci troppo. Forse questo insegnamento dovremmo imparare a seguirlo anche noi.