Piovono mandorle di Roberta Corradin
Trama Nell’estremo sud-est della Sicilia, in una Scicli cosmopolita, teatro di note serie tv e film internazionali, accadono delitti veri. A occuparsene, tra il maschilismo dilagante e la fatica di districarsi tra le troupe che assediano la città, è la commissaria Maria Gelata, donna di grande intuito, una vita privata fallimentare, un segreto ben celato nel curriculum e una passione sconfinata per la mitologia greca, che per lei è in grado di risolvere qualunque crimine. Il nuovo caso che si trova di fronte è più complicato di altri: il morto è un noto psicoterapeuta newyorkese tornato alle origini sciclitane, Salvo Diodato, deceduto in circostanze poco chiare. A piangerlo, o a provare sollievo, le sue pazienti: una pubblicitaria americana teorica degli amori infelici, una docente di lingua inglese che colleziona farabutti, una cuoca immolata sull’altare della figlia adolescente, una manager coach divisa tra Hong Kong e Marzarellì. E, naturalmente, tutti gli sciclitani, tra cui Guglielmo, chef del ristorante più in voga del momento, Ignazio, meccanico con salotto, e Nino, pescatore innamorato. Sarà un’indagine dai continui colpi di scena, ree confesse e falsi indizi che porterà la commissaria Gelata a capire che a volte la verità è meglio che resti sepolta.
Piovono mandorle di Roberta Corradin, poliziesco e prima indagine della commissaria Gelata, pubblicato da Piemme lo scorso 10 settembre.
Avete anche voi un libro “copertina”? Una di quelle letture dalla quale vi lasciate coccolare con una fumante tazza di tè caldo, una coperta sulle gambe e un comodo divano? L’autunno, tra l’altro, è lo scenario naturale per potersi godere uno di questi libri conforto. Ho ricevuto Piovono mandorle in una tiepida giornata di settembre, l’ho guardato con sospetto misto a dispetto per almeno una settimana. Qualcosa mi aveva infastidito nella presentazione di questo romanzo: l’accostamento, pensavo infelice, al commissario nato dalla penna di Camilleri. Miss Montalbano han ribattezzato la protagonista, la commissaria Maria Gelata. Capite bene che per una come me, che ancora non ha elaborato la perdita del Maestro, che non ha ancora letto il suo ultimo romanzo perché sarebbe come scendere a patti col fatto che non c’è più, che non ha ancora attraversato le fasi del lutto per la perdita del suo amato autore dell’anima, ritrovarsi con una presunta copia del commissario siciliano più amato dai lettori di tutto il mondo non è stato affatto semplice. Ma poi qualcosa è scattato in me, non giudico mai ciò che non conosco, e allora ho aperto il libro, e ricordate le mie parole iniziali? Mi sono lasciata coccolare dalle sue pagine, mi sono trasferita con l’immaginazione nell’estremo sud-est della Sicilia, e ho permesse al personaggio della commissaria Gelata di entrarmi sottopelle, diventare mia amica e accompagnarmi a braccetto a perdermi tra le spire di questo meraviglioso romanzo. Perché una cosa deve essere chiara: Piovono mandorle è un piccolo e meraviglioso gioiello. Non conoscevo la penna elegante di Roberta Corradin, e credo che sconterò la mia iniziale reticenza nei suoi riguardi recuperando tutto ciò che ha scritto prima di questo capitolo iniziale dedicato alla Commissaria sciclitana d’adozione: Maria Gelata.
Ma conosciamola questa meravigliosa donna: Maria Gelata possiede un grande e innato intuito ed è sposata infelicemente con Laccio che, a dispetto del suo nome, non è riuscito a legare a sé l’intrepida commissaria. Maria è convinta di poter risolvere i suoi casi attraverso le tragedie greche e la mitologia (solo questo merita la lettura di Piovono mandorle).
“… aveva capito perché vale ancora e sempre la pena di conoscere i classici: sono archetipi, eterni. Figure che ti staranno accanto per sempre, per spiegarti la vita. La tua vita. Laio, Edipo, Giocasta, Ulisse, Cassandra, Medea e tutti i personaggi dei miti greci sono lì per parlarti di te…”
Ma il suo ultimo caso non è di così facile risoluzione, il morto è un famoso psicoterapeuta italoamericano, tornato a Scicli alla ricerca delle sue origini: Salvo Diodato, laureato in psicologia ad Oxford con un master alla Columbia University, psicanalista delle star, amante delle donne e dei motori. Ed è in una delle grotte sciclitane, nel quartiere popolare di Chiafura, che il rampante medico apre il suo studio con un approccio alla psicologia un po’ sopra le righe. Circondato da meravigliose donne pazienti, Diodato è una sorta di gallo nel pollaio. Ed è una narrazione quasi tutta al femminile quella che emerge dalle pagine del libro, dove troviamo Amanda la pubblicitaria, che a Scicli ha acquistato un palazzo storico ed è sempre alla costante ricerca di un jingle per dare un senso alla sua vita e analizzare il rapporto distruttivo con la madre.
“La consapevolezza che si potesse piangere per overdose di bellezza non aveva portato Amanda a interrogarsi circa le ragioni del suo approccio estetizzante alla vita. Tutto, intorno a lei, doveva risplendere di eleganza e bellezza”.
Amanda è un po’ l’ape regina sciclitana attorno a cui orbitano tutti gli altri personaggi di notevole fattura e grande spessore psicologico.
Ho amato alla follia questo libro, mi sono riconosciuta in Katherine che a Scicli ha aperto la sua scuola di cucina e lotta con la difficile adolescenza della figlia. Ma ad ogni personaggio ho lasciato un po’ di me, anche Laccio mi ha strappato una parte di cuore, lui che da un pezzo di legno riesce a tirar fuori meraviglie ed è incapace di analizzare la sua sessualità, e vive rinchiuso come un bozzolo all’interno di un matrimonio senza sbocco. Personaggi strutturati in maniera tale che ti entrino dentro e non ti lascino più. Anche lo stesso psicoterapeuta, che vi anticipo non muore immediatamente, è riuscito a fare breccia nel mio cuore tanto che ad un certo punto della narrazione avevo due possibili sbocchi: andare in terapia da lui oppure ucciderlo con le mie mani. Sono sicura che di Maria Gelata sentiremo parlare a lungo, io mi auguro che questo sia il primo libro di una lunga serie, perché la penna di Roberta Corradin ha un qualcosa di veramente ipnotico ed elegante.