Non guardarmi così di Roni Loren
Sono passati dodici anni dalla mattina in cui tutto è cambiato per i ragazzi dell’ultimo anno al liceo di Long Acre. I pochi superstiti sono stati soprannominati dalla stampa “i sopravvissuti”. Liv Arias non avrebbe mai pensato di fare ritorno a Long Acre dopo quello che era successo. Ma quando i produttori le chiedono di partecipare a un documentario su quegli eventi, Liv non riesce a dire di no. E così parte per il luogo in cui hanno sede tutti i suoi incubi, terrorizzata all’idea di rivivere quei ricordi. Anche gli altri “sopravvissuti” sono tornati. E tra loro c’è Finn Dorsey, il primo amore di Liv. Scoprire di provare ancora un’attrazione bruciante per lui non era previsto. Anche se Finn è molto diverso dall’affascinante giocatore di football di un tempo: la sua faccia si è indurita e nei suoi occhi verdi non c’è più la minima traccia di innocenza. Ritrovarsi sempre più vicini significa riaprire vecchie ferite, ma forse fidarsi l’uno dell’altra è l’unico modo per recuperare il coraggio di vivere.
Non guardarmi così di Roni Loren, 1° volume della serie The Ones Who Got Away, pubblicato il 10 ottobre 2019, dalla Newton Compton
Mie care smeraldine, il libro di cui vi parlo oggi parte da un’idea di base molto particolare: nasce, infatti, da un tragico evento in cui sono rimasti coinvolti entrambi i protagonisti: il massacro perpetrato da due studenti in un Liceo della provincia americana. Sapete, è la prima volta che leggo un romanzo con un’ambientazione simile. Probabilmente ne sono stati scritti anche altri, ma a me non era mai capitato di leggerne e vi confesso che ne sono rimasta molto colpita. È un argomento non facile, soprattutto perché ogni anno in varie parti del mondo, ma principalmente in America, dove l’uso e il possesso delle armi è molto meno controllato rispetto ad altri paesi, si verificano casi simili. Noi li vediamo al telegiornale, ci commuoviamo, ci indisponiamo ma poi, complice la lontananza, dimentichiamo fin troppo rapidamente la tragedia che ha subito chi non ce l’ha fatta e il dolore di chi, invece, è rimasto illeso nel corpo ma non nell’anima. “Non guardarmi così” ci racconta la storia di chi è rimasto in vita e si è “assunto” il compito di vivere al meglio la propria esistenza per rendere omaggio a quanti sono rimasti sul pavimento di una scuola.
Ma veniamo a noi, “Non guardarmi così” è il primo libro della serie The Ones Who Got Away, con protagonisti diversi che, però, hanno vissuto la stessa tragedia. In questo primo libro, sono trascorsi dodici lunghi anni dal tragico evento, a molti potrebbe sembrare un lasso di tempo necessario per essere riusciti a dimenticare e andare avanti, ma non è stato così. I supersiti, a cui viene chiesto di ritornare nella vecchia scuola per girare un documentario i cui proventi andranno alle famiglie delle vittime, si rendono conto di soffrire ancora come allora e anche di non aver realizzato quanto si erano ripromessi anni prima, quando, subito dopo la tragedia, avevano affidato a una “capsula del tempo” i loro propositi per il futuro.
Tra coloro che prendono parte al documentario a Long Acre ci sono anche Olivia Arias, detta Liv, e Finn Dorsey. All’epoca dei fatti loro due si frequentavano di nascosto, ma al primo sparo, Finn aveva preferito lasciarla nascosta in uno sgabuzzino per cercare di salvare un’amica. Rivedersi non è facile per nessuno dei due. Liv né era innamorata e si è sentita tradita. Finn si sente in colpa per averla lasciata da sola ad affrontare uno dei due assassini. Entrambi sono diversi, profondamente cambiati rispetto a quanto sognavano ma, nei loro cuori, cova ancora qualcosa. La scintilla di quel vecchio sentimento potrebbe ancora divampare se decidessero di dare libero sfogo a quello che sentono. Ma Liv si rende conto di essere diventata una persona diversa da quello che voleva essere a diciotto anni. E Finn, che aveva deciso di diventare un poliziotto per scoprire chi avesse venduto le armi ai due assassini, è talmente invischiato nel suo lavoro da non sapere più chi è.
E allora decidono di darsi una mano a vicenda facendo ricorso all’amicizia che li ha legati in passato tralasciando i sentimenti. Da questo momento in poi inizierà il loro percorso di crescita che li vedrà combattere conto la parte oscura di loro stessi e contro un sentimento che cresce giorno dopo giorno. Lo so cosa state pensando, ma questa ci racconta tutto il libro? Non è così ve lo assicuro. Quello di cui vi ho parlato è solo la base da cui partirà il tutto.
L’autrice è stata bravissima nello sviscerare i traumi derivanti da una tragedia simile, la voglia iniziale di voler vivere appieno per poi ritrovarsi con i sogni infranti perché ciò che è successo è troppo grande, troppo doloroso per andare avanti.
Liv che da ragazzina era una bella tosta, una che non la mandava certo a dire, che voleva girare il mondo e farlo suo ad ogni costo, si ritrova ad essere una donna che ha fatto del lavoro dietro a una scrivania il suo unico obiettivo di vita. Ha preferito scegliere la strada più sicura, in modo da superare le paure e gli incubi ricorrenti. E Finn? Lui, il ragazzo della porta accanto, quello che aveva sempre un sorriso per tutti, ha perso già da un po’ la sua anima a causa del lavoro sotto copertura che lo costringe a non avere affetti e nessun tipo di legame.
Come faranno a venirne fuori cercando di restare solo amici? Me lo sono chiesta anche io, perché la tensione sessuale tra loro è molto forte. I loro battibecchi, le loro risate, il loro cameratismo, fanno da sfondo a quello che provano l’uno per l’altro e quando i freni inibitori cadranno oltre a dover fare i conti con il passato che li accomuna dovranno anche chiedersi cosa vogliono dal futuro.
La storia è scritta in modo fluido, senza troppi fronzoli e il racconto in terza persona ci permette di entrare nell’intimo di entrambi i protagonisti e capire i motivi che li hanno portati a essere quello che sono. Roni Loren è sicuramente un’autrice da tenere d’occhio. A mio parere ha saputo affrontare in modo egregio un tema molto delicato, approcciandosi alla tragedia senza calcare troppo la mano ai due protagonisti, ce li ha mostrati fragili ma anche bisognosi di riscatto e rinascita, dopo le esperienze passate. Non amo particolarmente i libri che parlando di seconde opportunità e, invece, ho dovuto ricredermi, perché questo libro ne è davvero l’emblema sia per loro due come la coppia che non avevano potuto essere in passato, sia per l’appropriarsi di quei sogni e quelle speranze che la tragedia aveva portato via ad entrambi.