Non dire una bugia di Alafair Burke

Trama Il nuovo thriller dell’autrice de LA RAGAZZA NEL PARCO

Quando il tuo sguardo è offuscato dall’amore, la verità è la cosa più difficile da vedere.

Ellie Hatcher si è trasferita a New York da poco, e da poco lavora come detective al NYPD. Non ha ancora molta esperienza sul campo, ma il passato le ha già insegnato molto: a Wichita, nel Kansas, è cresciuta con un padre poliziotto che ha dedicato tutta la vita alla caccia di un serial killer, fino a morire in circostanze mai chiarite. Forse assassinato. O, forse, suicida. Anche se Ellie per molti anni si è rifiutata di crederlo.

Un suicidio accertato sembrerebbe invece il caso a cui sta lavorando adesso. Julia, una ragazza di sedici anni, figlia di una ricchissima famiglia dell’élite newyorchese, viene ritrovata nella vasca da bagno con le vene tagliate, nella splendida casa dei suoi genitori nell’Upper East Side. Nonostante il biglietto di addio, alcuni elementi – prime fra tutti le testimonianze di chi la conosceva bene – fanno pensare che non si tratti di un atto volontario. In questi casi Ellie sa di dover seguire il suo istinto, che le farà scoprire ben presto che Julia non era affatto la persona che sembrava. La detective sarà costretta ad ammettere che dietro il suicidio di una ricca adolescente annoiata c’è una storia più complessa e oscura. Perché, a volte, basta una semplice bugia per allontanarci da quelli che ci vogliono bene, e da noi stessi. E Julia, di bugie, ne aveva dette parecchie.

Non dire una bugia di Alafair Burke, thriller con suspense pubblicato oggi 26 maggio da Edizioni Piemme.

Qualche giorno fa nella recensione dell’ultimo libro di Mary Higgins Clark, la regina del suspense recentemente scomparsa, avevo dichiarato che non avremmo avuto presto un’autrice di tale calibro, ma che a raccogliere il testimone nel panorama thriller con suspense intravedo in Alafair Burke una degna erede. Oggi, dopo aver girato l’ultima pagina di Non dire una bugia, non solo riconfermo la mia opinione, ma posso tranquillamente ammettere che siamo di fronte ad una penna potentissima, una donna in grado di coinvolgerti totalmente nei suoi romanzi facendoti perdere l’orientamento. E voi sapete perfettamente che quando sono alle prese con un bel libro, io semplicemente perdo la bussola. La Burke è capace di mettere sul fuoco tantissima carne e con grande attenzione non bruciarne neanche un pezzo, è maestra sopraffina nell’arte di intrecciare trame complesse, nel gestire tanti personaggi non lasciandone nessuno indietro, nel caratterizzarli talmente bene da farti pensare di conoscerli davvero, come se facessero parte del tuo quotidiano, e infine nel tratteggiare con pennellate belle forti tematiche importanti e mai banali, come un pittore astrattista su una tela bianca, lei getta colore in maniera confusa ed inizialmente non distingui il soggetto che vuole mostrarti, ma proseguendo nella lettura il quadro appare chiaro al lettore, e quando l’autrice ti prende per mano e ti guida verso il finale ti rendi conto che, quasi mai, esso è scontato o banale.

E il fulcro di Non dire una bugia è la dorata generazione di sedicenni dell’Upper East Side newyorkese.

La detective Ellie Hatcher, originaria del Kansas, si è trasferita da poco a New York; figlia di un poliziotto che ha perso la vita in circostanze poco chiare, un suicidio che ha lasciato lei e la madre disperate, ha tentato per tutta la vita di riabilitare il nome del genitore. Non ha mai creduto che il padre avesse posto fine alla sua vita. Il caso a cui sta lavorando le ricorda in qualche modo l’angoscia del suo passato, perché in una zona elitaria della città viene rinvenuta senza vita dentro la vasca da bagno, con le vene tagliate, una giovane appartenente all’alta borghesia di New York. Julia a 16 anni ha sentito troppo forte la pressione e ha mollato la presa, lasciando un biglietto scritto di suo pugno in cui spiega i motivi del suo gesto. Ellie non ha dubbi, la ragazza si è tolta la vita ed è pronta ad archiviare il caso come suicidio. Ma l’insistenza della famiglia e la loro posizione privilegiata danno una spinta diversa a tutta l’indagine. Per i genitori si tratta di un omicidio, Julia non si sarebbe mai tolta la vita. Fin troppo indipendente, viveva da sola nella casa di famiglia mentre il padre, stimato produttore musicale, girava il mondo per i suoi ingaggi e la madre, troppo debole e impaurita dai continui tradimenti del marito, lo seguiva come un fedele cagnolino a discapito del suo rapporto con la figlia. Ma su una cosa sono entrambi concordi: Julia non si sarebbe mai suicidata. Era troppo intelligente, brillante, una sorta di ape regina. Amava circondarsi anche di compagnie di dubbia provenienza e per la madre gli amici senza tetto della figlia sono i responsabili della sua morte. Dalle testimonianze di chi la conosceva bene, invece, emerge il ricordo di una ragazza ben diversa, scaltra, con tantissimi segreti. Che cosa le è veramente successo?

“Non tutto è bianco o nero, ma questo non significa che l’alternativa sia solo una sfumatura di grigio. Le cose possono essere bianche e nere, giuste e sbagliate contemporaneamente.”

Esce oggi grazie a Piemme l’ultimo libro di Alafair Burke, in cui l’autrice statunitense ci porta a scoprire con grande attenzione la dorata vita dei giovani ricchi americani, che frequentano scuole esclusive e costose, che sfornano governatori e presidenti, esistenze fin troppo facili e scintillanti che nascondono vuoti affettivi o che vengono schiacciate dalle aspettative dei più grandi. E quando la pressione diventa insostenibile questi ragazzi si lasciano andare a dipendenze pericolose quali droghe e alcool. Ma ad emergere sono anche le differenze sociali, Julia riceve tutte le attenzioni del mondo, nonostante sembrerebbe lampante il suo suicidio, proprio perché appartiene ad una cerchia elitaria. La Burke sottolinea questo passaggio facendoci intuire che, a parità di situazione, una giovane vita stroncata nel Bronx non avrebbe ricevuto lo stesso trattamento. Ed eccolo il potere dei soldi, in grado di spingere sul sistema , di farlo girare a proprio vantaggio. E lo sdegno dell’autrice è lampante, te lo fa percepire in pieno. Ma Non dire una bugia ha anche una sottotrama di tutto rispetto che fa da traino alla storia principale. Vi sembrerà di avere a che fare con due libri distinti, senza punti in comune, ma l’anello di congiunzione piano piano si svelerà e sarà ben visibile a tutti. Ed io vi vedo mentre spalancate gli occhi, increduli davanti a tanta bravura e perfezione. Lo so, ci sono passata anch’io. Ma c’è una nota dolente che proprio non sono riuscita a mandar giù. La serie della detective Hatcher, nella versione originale americana, comprende ben 5 libri, purtroppo non tutti editi in Italia e, sebbene questo non infici il mio giudizio complessivo, ammetto che avrei voluto conoscere meglio il passato di Ellie.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.