Noir. Un amore proibito di Elisa Gentile

Siamo l’uno il mondo spezzato dell’altra. Amarsi è l’unica via d’uscita.
Riaprendo gli occhi, Marco non ha visto altro che l’odio. Tutto si è colorato di nero, non c’è alcuna ragione perché qualcosa possa tornare come prima: lui la odia. Gresia non ha potuto reggere quel dolore assordante al petto: tutto è cambiato, da allora e lei ha deciso di scappare senza lasciar traccia. Né un biglietto. Né un numero di telefono, solo il vuoto che sa di lei.
Lontano da Marco e da Sebastian scopre una nuova se stessa, scopre di avere ancora tanto da dare, ma scopre anche di dover combattere, lottare con tutte le sue forze per prendersi ciò che è suo: la vita. Ritrovarla è stato facile, per Sebastian: tenersela stretta, adesso, sarà la vera sfida, perché Gresia ha ancora dei segreti, perché Gresia si porta dentro il peso di tanto dolore e ha il coraggio di volerlo affrontare. Marco potrebbe essere una via d’uscita, ma se non bastasse?
Restano pochi mesi, poi pochi giorni, poche ore, e l’incantesimo si spezzerà: niente sarà mai più come prima.

Recensione di Karmen – Noir. Un amore proibito di Elisa Gentile – Noir #2 – Edito Newton Compton uscito il 4 dicembre 2018

A sei mesi dall’uscita di Noir. Una perfetta bugiarda, grazie alla Newton Compton, torna Elisa Gentile con il secondo e conclusivo capitolo dal titolo Noir-Un amore proibito.

Trattandosi del secondo capitolo di una duologia è indispensabile leggere Noir. Una perfetta bugiarda prima della presente onde evitare sgraditi spoiler

Non mi addentrerò troppo nella trama quello su cui in realtà vorrei soffermarmi in questa recensione sono le sensazioni che in questo capitolo conclusivo la Gentile è stata in grado di suscitare in me.

Siete pronte a ripercorrere questo nuovo viaggio di Gresia e Marco insieme a me?

Sì?

Allora preparate Kleenex, Maalox e Aspirina.

Pianti, dolori di stomaco e mal di testa sono inclusi nel pacchetto Noir e credetemi ognuno di questi sarà indispensabile per raggiungere il tanto agognato quanto sofferto epilogo.

Respira, inspira, respira, inspira.

Tutto ricomincia da quella stanza d’ospedale in cui ritroviamo Marco tornato alla vita dopo un incidente motociclistico, e svegliatosi chiede a Sofia, la sua ultima fiamma, di sposarlo.

I suoi freddi occhi si posano su tutti in quella stanza tranne che sulla donna che gli ha strappato il cuore dal petto scegliendo il padre Sebastian piuttosto che fuggire con lui: Gresia Lombardo.

«Si è svegliato dopo l’intervento e ha cercato lo sguardo di tutti, tutti, tranne che il mio!». Mi si riempiono gli occhi di lacrime, come ogni sera, e tremo, come ogni notte. «Ha desiderato riabbracciare tutti quanti, tranne me; ha voluto tutti accanto, tranne me». «Gresia, Marco era sotto shock». «Marco mi odia, Sebastian», piango. «Ha tutte le ragioni per farlo, ma mi odia, e io non sopporto che lo faccia, ma mi odia, mi odia, mi odia perché mi ha amato troppo!».

Quando Gresia dopo mille preghiere al capezzale dell’uomo che ama, riceve solo indifferenza da parte sua ha solo una cosa da fare: fuggire.

Fuggire da Marco, Fuggire da Sebastian, Fuggire da Palermo e da quanto appena scoperto che potrebbe cambiarle la vita per sempre.

Rimasta ormai sola e disperata la destinazione più adatta in attesa che “venga fatta la Sua volontà” sembra la Costiera Amalfitana.

Un destino crudele l’attende, un futuro incerto è già davanti a sé.

L’unico che resterà al suo fianco dopo averla cercata per mesi sarà l’uomo che dovrebbe odiarla, ma Sebastian Maxwell è un uomo innamorato e farà di tutto per rendere felice la donna che non può fare a meno di amare.

Sebastian in questo nuovo capitolo è l’eroe per eccellenza con il suo amore immenso ed il suo animo gentile.

Un uomo capace di amare a prescindere da tutto: tradimento, orgoglio, sofferenza, dolore e morte.

Un uomo con la U maiuscola l’esatto opposto del figlio Marco, troppo orgoglioso e spaventato per riconoscere  l’amore vero.

Cos’è la paura? È come un lupo inferocito e affamato, e tu sei Cappuccetto Rosso, immobile, davanti a lui, sotto la pioggia, che aspetti inerme d’esser sbranato. È un lupo con le fauci scattanti e gli artigli affilati. Gli basta poco per renderti solo un bambolotto di pezza tra le sue grinfie, in attesa di conoscere che rumore faranno le tue ossa frantumate dai suoi denti. Ma la paura è anche qualcosa che ti incattivisce, che ti fa diventare pazzo, che ti fa correre con la macchina dimenticando di accendere i fari e senza nemmeno guardare di che colore sia il semaforo. È la follia, la paura. È anche un circolo vizioso, però: perché lei, la paura, mi sta portando alla follia. Il cerchio si chiude: la follia, quella cieca, mi impedisce di respirare. Senza fiato: ecco come si resta. Tu non vivi più, tu che comunque hai già avuto a che fare con la morte, ti rendi conto che quella vera è questa qui, e fa un male cane a tutto il corpo. Fa male al cuore. Lo ferma. Fa male ai muscoli. Te li attorciglia.

Marco è troppo preso dal dolore da non riuscire a vedere la realtà delle cose e dei sentimenti provati.

Testardo, immaturo, delirante, troppo concentrato sui propri tormenti, per riconoscere le sofferenze altrui e questa volta a farne le spese sarà solo la donna che ha amato, che crede di odiare è che forse amerà per sempre: Gresia.

Lei, di nuovo davanti a me, è ancora la perfetta essenza dell’odio. Del rancore. Del maledetto momento in cui la mia vita se n’è andata a puttane. Ma lei è anche l’incarnazione di quella cosa perfetta e unica che mi ha tenuto sveglio ogni notte, che mi ha tirato su dal letto ogni mattina e che ha accompagnato ogni minuto delle mie giornate fino a ora.  Lei è semplicemente tutto quello che io ho sempre cercato nella mia vita. L’amore. Quello proibito, ma non così tanto da diventare insopportabile. E poi il desiderio, il tormento. Un tetto sicuro, un porto, un’àncora. Ma non un orologio fermo che non ce la fa a rimettersi avanti. In questo mi ha trasformato Gresia: senza confini, senza me stesso. Senza quell’altra metà che era stata perfetta per me solo per pochi mesi, ma che poi si è liberata in un banale ed efferato niente. Il niente di cui ci si innamora. Il niente che si desidera. Un niente di cui non si può fare a meno, perché ti dà quel tutto che tu nemmeno immaginavi esistesse.

In questa storia Gresia, rispetto a Noir una perfetta Bugiarda, è una donna nuova, con un forte coraggio ed una grande tenacia, una donna cambiata profondamente dagli eventi che la vita ingrata la sta costringendo ad affrontare piena di speranze e malinconia.

Senza ombra di dubbio è una delle protagoniste femminili più coraggiose ed allo stesso tempo sfortunate mai lette in vita mia, forse ancora di più rispetto a Selvaggia, protagonista della “Trilogia delle bugie” sempre della Gentile.

Che dire di Elisa Gentile?

Poco ma sicuro sa come tenere il lettore incollato alle sue pagine, ogni parola, ogni frase, ogni riga è carica di emozioni spesso contrastanti ma sempre strazianti e toccanti.

Ho pianto tantissimo, riso raramente, sofferto un bel po’, ho riflettuto, ho ricordato e odiato ma ho anche amato tanto, tanto, tanto.

Se dovessi definire NOIR con una sola parola sceglierei DEVASTANTE.

Se dovessi scegliere una sensazione direi DOLORE.

Se dovessi dire Elisa Gentile penserei solo a NOIR ma anche ad Amore e Speranza, ecco questo romanzo è un mix di tutto questo.

Noir è un messaggio Devastante di Dolore, Amore e Speranza e seppur crudo e forte non si può non adorare.

Congratulazioni Elisa Gentile non posso che confermare il mio vecchio giudizio solo che questa volta ti odio un po’ di meno (forse).

smeraldo

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