Noi due di Giovanna Zucca

Trama Sono identici come due gocce d’acqua, ma hanno caratteri completamente diversi. Succede, si sa, tra gemelli. Tanto Gabriele è forte, risoluto e temerario di fronte a ogni genere di imprevisto, quanto Michele è prudente, sensibile e pieno di domande sui massimi sistemi. Stanno sempre vicini, parlano, scherzano, litigano, come tutti i fratelli. A volte rimangono a lungo in silenzio, altre volte si interrogano sui segreti dell’universo, sfiorando verità che forse nessuno prima di loro ha mai neppure intuito. Sono creature molto speciali, soprattutto perché osservano il mondo dal più imprevedibile dei punti di vista: dalla pancia della loro mamma! Sono appena stati concepiti, infatti, ma già comunicano tra loro e possono vedere cosa succede “là fuori”, dove ancora nessuno sa della loro esistenza. E quante sorprese e quante domande vengono spontanee ogni giorno: perché, ad esempio, Valentina, che ha trentasei anni e vorrebbe tanto avere un figlio, allo stesso tempo ne ha una terribile paura? Quale sarà la sua reazione quando scoprirà che sta per avere non uno ma due bambini? E come si spiega che certe volte piange quando è felice, e invece ride quando è nervosa? Alternando la prospettiva dei due spassosi nascituri con quella della futura mamma, Giovanna Zucca racconta con ironia, dolcezza e profondità, la più stupefacente avventura che chiunque abbia mai vissuto, risvegliando barlumi di quella primitiva misteriosa memoria che ci rende ciò che siamo. Un romanzo di straordinaria delicatezza e originalità.

Recensione di Dannyella – Noi due di Giovanna Zucca in uscita oggi, 2 ottobre, con DeA Planeta.

Avevo già avuto modo di conoscere l’autrice, Giovanna Zucca, sia la sua persona (a una presentazione di un suo libro qualche anno fa), sia la sua penna (avevo già letto il romanzo Una carrozza per Winchester). Della sua persona mi è rimasto impresso il sorriso sincero e la solarità, della sua penna ho avuto modo di apprezzarne la poliedricità, confermata con la lettura di questo romanzo. Basta fare un giro tra i suoi titoli per farsi un’idea di come l’autrice si diverta a dare la voce alle storie e ai protagonisti più diversi.

Questa volta i protagonisti sono due bambini non ancora nati, due feti a dir la verità, che con grande difficoltà sono riusciti a installarsi in una pancia abitazione, pronti a lasciare il mondo dell’infinito dove prima abitavano, con a disposizione la conoscenza assoluta, per iniziare una vita mortale, immersi nella materialità e nelle corporalità. Ed è davvero divertente leggere le conversazioni che questi due feti/filosofi hanno all’interno della loro nuova abitazione, ricchi di aspettative per la nuova vita che spetta loro, quando avranno rinunciato, però, a tutta la loro conoscenza una volta nati. La pancia abitazione appartiene a Valentina, una donna di trentasei anni, un’insegnante appassionata del proprio lavoro, che si scopre impreparata e nello stesso tempo naturalmente pronta all’evento della maternità. Il suo partner/martire è Nicola, il marito che cerca di arginare le sue insicurezze e le sue contraddizioni con la pazienza che dà l’amore. Ma non solo, da contorno ci sono tante figure ben tratteggiate, tra le quali sicuramente la più riuscita è quella del ginecologo Oreste, un po’ orso, un po’ bambinone, alla quale alla fine ci si affeziona.

Il romanzo è un’amena lettura, tenuta in piedi da una scrittura sempre piacevole e vivace che ci fa vivere questa esperienza della maternità da due punti di vista differenti: da una parte quello di una mamma che non si sente pronta per tutto quello che accadrà, dall’altra dal punto di vista di due piccoli feti un po’ filosofi che nonostante la vasta conoscenza a cui hanno accesso, si interrogano su quelle che sono le caratteristiche e le stranezze degli esseri umani, curiosi di arrivare finalmente a provare tutte quelle sensazioni umane di cui tanto si parla anche nell’infinito. E poi c’è anche la gravidanza vista dal punto di vista di un ginecologo intollerante alle donne isteriche e petulanti, che alla fine si ritrova con gli occhi lucidi davanti a un’ecografia.

Devo dire la verità, a un certo punto un piccolo nodo in gola si è formato anche a me, ma ho affrontato questa lettura al settimo mese della mia gravidanza, quindi potrebbe essere che l’abbia vissuta in maniera un po’ più forte rispetto a un lettore in uno stato “normale”. Nodi in gola o meno, comunque, rimane una lettura valida, consigliata a chi ha voglia di farsi distrarre dalla piacevolissima penna di Giovanna Zucca, a cui rinnovo i miei complimenti, come qualche anno fa ebbi modo di fare di persona.

Come di rito i miei complimenti alla casa editrice: è sempre bello leggere un libro ben curato, senza trovare neanche un errore: rende la lettura più piacevole e pone una linea di demarcazione tra chi ha particolare cura per i propri prodotti e chi invece no. Noi lettori siamo una categoria in via di estinzione, è vero, ma non è detto che possiamo accontentarci sempre di tutto.

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