Ninfa dormiente di Ilaria Tuti
Trama
“Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa”.
Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.
«Con la sua protagonista, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi.» Donato Carrisi, Corriere della Sera
«Ilaria Tuti sa conquistare e mantenere alta l’attenzione dei lettori.» La Repubblica
«Il primo romanzo di Ilaria Tuti, Fiori sopra l’inferno, è un thriller. Ma racconta, attraverso il mistero e la morte, la vita.» Vanity Fair
Ninfa dormiente di Ilaria Tuti, thriller e secondo volume dedicato al commissario Teresa Battaglia, pubblicato da Longanesi lo scorso 27 maggio nella collana La Gaja Scienza.
Sapete tutti come lavoriamo noi del blog Esmeralda viaggi e libri, e conoscete il nostro metodo di valutazione, sempre onesto e obiettivo. Quando una storia ci colpisce particolarmente, la premiamo con una sorta di lode, assegnando al libro recensito lo smeraldo, un gradino superiore alle 5 stelle, il massimo del gradimento. Ecco, vi dico subito che per Ninfa dormiente uno smeraldo non basta. Bisognerebbe assegnargliene un numero imprecisato, e anche allora avrei il dubbio di non averlo gratificato abbastanza. Perché, se con “Fiori sopra l’inferno” sapevo di trovarmi di fronte alla prima vera firma al femminile del thriller italiano, con questo secondo libro l’autrice ha raggiunto la cima dell’Olimpo.
L’unico inconveniente di questo romanzo è stato non poterlo divorare in pochissime ore, mi è letteralmente mancato il tempo, e mi sono ritrovata a doverlo dolorosamente centellinare, impiegando ben dieci giorni per portarlo a termine, rinunciando spesso alle ore di sonno. Ma se hai in mano un simile capolavoro, dimentichi tutto il resto, o almeno ci provi. E quando, poi , giri l’ultima pagina, vieni pure colto dalle vertigini e da un senso di smarrimento. E adesso? Con quale libro iniziare una nuova lettura condannandolo inevitabilmente a deludermi? Non sarà facile trovare qualcosa che sia lontanamente paragonabile alla perfezione raggiunta da “Ninfa dormiente”, a meno che Ilaria Tuti non abbia già pronto il terzo volume della serie dedicata a Teresa Battaglia.
Ma di che cosa parla “Ninfa dormiente”? Ecco, proverò a spiegarvelo cercando di non incappare in involontari spoiler e, credetemi, non è affatto facile. Dalla polvere del passato emerge un disegno, il ritratto di una donna di una bellezza sconvolgente, gli occhi chiusi e un’aria vagamente esotica, lunghi capelli neri.
“Sul bordo inferiore destro c’era una data, vergata da una mano tremante: 20 aprile 1945.”
Il disegno è “La ninfa dormiente”, un dipinto che si pensava fosse andato perduto e che invece riappare settant’anni dopo la sua realizzazione, nella soffitta polverosa della casa del suo autore : Alessio Andrian.
Era stato il pronipote di Andrian a ritrovarlo e ad affidarlo ad una galleria d’arte per una valutazione, ed è proprio grazie alle analisi effettuate sul disegno che entra in gioco Teresa Battaglia.
-«L’opera è stata fatta con una bacchetta di pietra nera e una di ematite… Fino a qualche decennio fa si usava ematite pura… Il problema è che il perito ha trovato altro. Non riuscendo a capire cosa fosse, ha inviato alcuni campioni del materiale a un laboratorio specializzato per ulteriori analisi.»
-«E il risultato sarebbe?»
-«Sangue, commissario.»
Il quadro è stato dipinto intingendo le dita nel cuore di qualcuno, qualcosa di raccapricciante e violento, un cold case vecchio di quasi un secolo, e anche l’ultima opera di Alessio Andrian, che ha smesso non solo di dipingere da quel momento, ma ha deciso di chiudersi in un doloroso silenzio, costruendosi una gabbia personale fatta di un mutismo assordante. Ed è proprio la squadra di Teresa Battaglia ad indagare sul mistero legato al dipinto. Le condizioni di salute del commissario sono sempre più cagionevoli , ormai deve affidare i suoi pensieri ad una memoria di carta, il male che la consuma le cancella i ricordi, per questo riversa tutte le sue osservazioni su un diario che porta sempre con sé. Nessuno all’interno della sua squadra è a conoscenza delle sue condizioni fisiche precarie, è indomita e testarda Teresa. Il suo rapporto con Massimo Marini è sempre più stretto. Il giovane ispettore è quasi un figlio per il commissario Battaglia, ma in questa indagine è sempre più distratto, qualcosa lo consuma, sta lottando anche lui con i suoi demoni personali. Non aggiungerò altro per non rovinarvi il piacere di scoprire questo libro, pagina dopo pagina. Posso solo dirvi che l’indagine sul disegno e su chi l’ha dipinto è solo la punta dell’iceberg di un quadro molto più ampio. Ilaria Tuti ci regala un altro romanzo di notevole fattura. Non conoscevo i luoghi descritti in “Ninfa dormiente”, tantomeno la popolazione che vive nella valle, protagonista assoluta di tutta la narrazione. Uno dei pregi innegabili dell’autrice è la capacità di regalare ai suoi devoti lettori un’esperienza di lettura a 360 gradi, le descrizioni sono sempre molto accurate, mai prolisse o pesanti, ma chiare e coinvolgenti. Si percepisce nettamente la sensazione di essere presenti all’interno della scena, coprotagonisti della storia, collaboratori esterni, come se Ilaria Tuti volesse spingere i suoi lettori a partecipare all’indagine e districare la matassa dell’intreccio. Io ho provato ad indagare, e per un attimo ho avuto la presunzione di aver capito tutto: avevo il mio sospettato, lo avevo condannato già a metà lettura e mi sentivo forte delle mie supposizioni e delle mie idee. Ma Teresa Battaglia e la mano che muove questo straordinario personaggio di carta sono innegabilmente più brave della sottoscritta. Due sono i nuovi personaggi che entrano, mi auguro da regolari, nella squadra del commissario Battaglia. Spero che Ilaria stia già lavorando al prossimo volume della serie.