Nel paese delle donne selvagge di Matsuda Aoko

Trama La raccolta di racconti di Matsuda Aoko, Nel paese delle donne selvagge, osa e mostra un’ampia serie di intrecci narrativi. Il tono varia, passando dal commovente al comico al contemplativo, spesso all’interno della stessa storia. Si percepisce una sensazione magistrale di grandezza, poiché l’autrice racchiude e trasforma noti racconti della tradizione popolare giapponese in modo inaspettato. Oltre al folklore, la raccolta dà spazio a “rubriche” di consigli, figure di imbroglioni e ciarlatani, rabbia femminista senza freni, satira sociale, aromaterapia soprannaturale, orrore del corpo, solitudine postmoderna e molto altro. Altrettanto ambizioso è l’aver bilanciato il tenore ludico e creativo di racconti popolari rivisitati, permettendone un’interpretazione allo stesso tempo tradizionale e contemporanea. Nel paese delle donne selvagge possiede una speciale alchimia che regala un’esperienza di lettura indimenticabile. Questo libro trascina il lettore e lo invita a una nuova visione del mondo.

Nel paese delle donne selvagge di Matsuda Aoko, libro di racconti pubblicato da Edizioni E\O il 1 giugno appena trascorso.

Nella cultura giapponese il folklore e la mitologia sono vastissimi. Abbracciano le religioni, i credi popolari e le tradizioni -che nei secoli sono stati tramandati sia in modo orale che scritto- dando origine a cerimonie, costumi, esseri di ogni forma, aspetto e peculiarità oltre che all’intera discendenza dell’imperatore del Giappone.

Ma comprendono anche credenze, leggende e creature nate da antiche tradizioni popolari, circostanze particolari, aspetti della vita di tutti i giorni e manifestazioni inspiegabili.

Un mondo complesso, ed assai interessante, dalla vastità spropositata.

Nel paese delle donne selvagge di Matsuda Aoko ha proprio l’intento di rendere fruibili nella contemporaneità alcune di queste leggende. Perché l’intera esistenza è piena di lotte, quella di tutti gli esseri umani e non, inclusi i fantasmi, i kitsune (le volpi tanto care ai giapponesi) e persino un albero dalla forma strana. Ma soprattutto che gli esseri femminili devono, come nella vita reale, affrontare sfide diverse e particolari. E ricordando al lettore che il mondo è molto più ricco nelle sue diversità di quanto si possa percepire a prima vista.

Questa serie di racconti -che se vi piace il genere leggerete in un soffio- offre quindi nuovi colpi di scena su vecchie storie, mantenendo un tono di ottimismo e resilienza tanto necessario quanto d’obbligo.

Se siete quindi pronti ad immergervi in miti dal sapore antico rivisitati ai giorni nostri, questo libro fa decisamente al caso vostro! Ah dimenticavo, queste non sono storie di fantasmi di per sé ma di yokai: creature soprannaturali dalle molteplici tipologie e forme che possono arrivare a comprendere praticamente tutti gli esseri magici, perfino alcune creature della mitologia occidentale.

Spesso yokai è sinonimo di mostro che però ha una connotazione nettamente negativa. Certo possono essere pericolosi ma anche maliziosi, utili o del tutto disinteressati, passano dall’essere sciocchi ad intelligenti e soprattutto hanno una loro etica personale. Non vogliono per forza farci del male ma piuttosto interagire ed è proprio questa la chiave per comprendere questo libro altresì particolare. Se non altro, è chiaramente il punto di partenza di Matsuda: i ruoli mutevoli delle donne e le aspettative riposte su di esse, il modo in cui gli uomini interagiscono con loro e il modo in cui le stesse donne interagiscono tra loro.

La rivoluzionaria collezione di questa promettente scrittrice trasforma quindi le tradizionali storie di yōkai giapponesi sostenendo le parti di donne selvagge e complesse.

Letteralmente una gioia da leggere e più che all’altezza della loro promessa di essere rivisitazioni femministe. I veri mostri di questa collezione non sono i fantasmi stessi, ma gli spettri creati da una società capitalista e patriarcale: luoghi di lavoro in cui le donne sono cronicamente sottovalutate, voci feroci che perseguitano una madre single e il complesso industriale della bellezza che produce e trae profitto dall’odio per sé stesse delle donne. Matsuda conserva elementi chiave del folclore tradizionale giapponese, come il muta forma e le relazioni armoniose tra vivi e morti, mentre reinventa i problemi che potrebbero avere nel Giappone contemporaneo.

Mentre le storie si intrecciano inanellando un caso dopo l’altro, le protagoniste femminili utilizzano lo scudo dell’autoironia senza soccombere al vittimismo. A volte sono i fantasmi a farla da padrona e a volte no ma nonostante questi continui cambiamenti -non solo di forma- la prosa mantiene il focus sull’aiuto reciproco. In bilico tra la vita e la morte, il mondo dei morti e quello dei vivi, gli stessi protagonisti impiegano un sabotaggio così dolce delle aspettative sul ruolo di genere che è impossibile non amarli.

E la grandezza di Matsuda, divisa tra queste disparità, è proprio quella di riuscire ad unire in maniera del tutto perfetta la cultura pop contemporanea e la narrazione classica giapponese.

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