Morte di Laura Thalassa

È conosciuto con molti nomi: Thanatos. Cavaliere. L’ultimo angelo di Dio.

E infine, naturalmente, quello più familiare di tutti: Morte.

Il giorno in cui Morte giunge nella piccola città dove abita Lazarus Gaumond e uccide tutti gli abitanti in un colpo solo, l’ultima cosa che si aspetta è di vedere una sopravvissuta. Lazarus, però, possiede un suo dono particolare: non può essere uccisa. Né dagli umani, né dalla Natura e neppure da Morte in persona.

Lei possiede l’unica anima che Morte non riconosce. L’unica che non può liberare dal peso della carne. Così come non può ignorare il desiderio di fare sua la proprietaria di quell’anima. La vuole, disperatamente. E più a lungo lei cerca di arrestare la sua furia omicida, più lui non riesce a starle lontano.

Fino al giorno in cui Lazarus incrocia il cammino degli altri tre Cavalieri e si trova, suo malgrado, a dover stringere con loro un patto: sedurre Morte per salvare il mondo. Una missione difficilissima, resa ancora più complicata dal fiume di sangue che scorre tra loro. Ma l’attrazione che Thanatos prova nei suoi confronti è innegabile e, per quanto Lazarus provi a contrastarla, anche reciproca. Sembra infatti impossibile resistere al fascino di quell’essere antico quanto bellissimo e al suo tenebroso abbraccio.

La fine è vicina. L’umanità è destinata a perire e neppure i primi tre Cavalieri sembrano capaci di impedire a Morte di portare a termine la sua missione.Solo Lazarus può riuscirci.

Morte di Laura Thalassa, quarto volume autoconclusivo urban fantasy  della serie “I cavalieri dell’Apocalisse” pubblicato da Hope Edizioni l’11 dicembre 2023  

Morte, l’ultimo cavaliere, l’ultimo flagello che il mondo deve conoscere prima della sua fine si è finalmente palesato. L’ho atteso tanto, sia perché, per le sue sporadiche apparizioni nei libri precedenti, sapevo che si sarebbe trattato del cavaliere più potente e irremovibile di tutti, sia perché ero curiosa di sapere con quale tipo di donna si sarebbe scontrato e incontrato. Non mi ha delusa né lui, né Lazarus, la sua degna compagna perché, con la loro storia mi hanno inferto delle ferite profonde che non si sono limitate a lacerarmi la pelle ma hanno creato cicatrici indelebili.

Con le sue ali nere come la pece a Morte basta giungere in un luogo abitato per decimare nello stesso istante tutti gli essere umani, che cadono, l’uno dopo l’altro, come se fossero tanti birilli senza emettere alcun suono. Ed è proprio l’assenza di suoni, lamenti e sospiri che spaventa ancora di più, quando arriva lui nulla ha più senso. Un attimo prima c’è il battito della vita, nel successivo non esiste più nulla. E devo dire che la Thalassa ha reso in modo magistrale questa situazione provocandomi i brividi in più di una occasione. Eppure, nonostante lui sia Morte c’è qualcuno che non soccombe al suo potere, Lazarus, una donna che risorge ogni volta che viene uccisa. Lui stesso lo fa più volte e ad ogni nuovo omicidio in lui  cresce non solo il desiderio di possedere la sua anima ma anche il suo corpo. Quando Lazarus capisce che qualsiasi cosa farà non può morire comprende che è suo dovere fermare il Cavaliere a qualsiasi costo. Inizia così tra loro una sorta di battaglia, lei cerca di anticipare le sue mosse avvisando le città che potrebbero essere sterminate e lui cerca in tutti i modi di aggirare le sue mosse. Ma sarà davvero così? Lui, l’angelo della morte può realmente essere messo in scacco da  una donna anche se non è del tutto umana? E Lazarus riuscirà nel suo intento, soprattutto, quando la posta in gioco diventa ancora più dura dopo che gli altri Cavalieri le chiedono di sedurre Morte?

Quest’ultimo libro è stato spettacolare, Morte è, sotto molti punti di vista, un personaggio incomprensibile come quello che rappresenta e dall’altro è dolce, tenero, possessivo a tratti quasi ossessivo quando si tratta della sua Laz. È un essere più antico dell’universo eppure spesso sembra un bambino alla scoperta di un mondo di cui conosce ben poco. Lui è il più dolce e il più gentile dei cavalieri nonostante quello che rappresenta e quello che il suo istinto lo spinge a fare. È impossibile non amarlo e nutro un grande rispetto per Lazarus e la sua forza nel resistergli prima e nel cercare di fargli vedere il bello dell’umanità in seguito anche se, contrariamente ai suo fratelli, Morte non odia gli esseri umani e non gioisce quando toglie loro la vita. Lui è forse il più spirituale dei fratelli e lo dimostra fino alla fine con un atto commovente e pieno di speranza che mi ha riempito il cuore nonostante questa storia non sia stata una lettura semplice, ma mi sono calata nei panni di Lazarus e, insieme a lei, ho compreso ogni singolo atto compiuto dal cavaliere e come lei me ne sono innamorata perdutamente. Con questo libro la serie si conclude e io ne sento già la mancanza, ognuno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse mi ha dato modo di approcciarmi alla visione del mondo da altre prospettive prima fra tutte la speranza che se ognuno di noi fa la propria parte il mondo potrebbe davvero cambiare in meglio.

smeraldo

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