Mille sospiri di Ioanna Karistiani
Trama Estate del 2015. Il romanzo si apre con la protagonista, Pighì Vojagis, che si trova sull’isola di Siros per riconoscere quello che è probabilmente il cadavere del marito, Stelios, scomparso un paio di mesi prima da Kukutsi, un’altra isola dove Pighì e lui vivevano. Il riconoscimento è un evento doloroso, e ancora più doloroso il rientro della donna con il cadavere a Kukutsi, sorta di corteo funebre attraverso il Mar Egeo. Nel corso del viaggio di ritorno i primi dubbi cominciano ad assalire Pighì: il cadavere scoperto a Siros era davvero quello del marito? Stelios era morto per cause accidentali, scivolato da una scogliera a picco di Kukutsi, come tutto induceva a credere, o si era tolto la vita? Quanto c’entrava la morte di Stelios con la morte della diciassettenne Nina, avvenuta esattamente quarant’anni prima presso la stessa scogliera dell’isola, che aveva visto coinvolti, oltre a Stelios, anche i suoi due migliori amici dell’epoca? E in che misura quella vecchia storia, riportata alla memoria dalla morte di Stelios, era stata determinante nella vita successiva di Pighì e del defunto marito, una coppia che in vita non si era mai abbandonata davvero alla passione e che soltanto dopo la morte di Stelios sembra ritrovare una paradossale, inconcepibile armonia?
Mille sospiri di Ioanna Karistiani, libro di narrativa contemporanea pubblicato il 19 gennaio appena trascorso.
Il libro di cui vi parlo oggi l’ho letto tutto d’un fiato rendendo necessaria una recensione a caldo.
Non è confortante pensare che in una vita segnata, prima o dopo, dalla morte dei propri cari l’uomo trova o si costruisce i mezzi per continuare ad andare avanti vivendo con dignità e amore?
In Mille sospiri di Ioanna Karistiani sono le donne a tessere la trama della vita, della quale però non si sentono protagoniste: le tre P -Pighì, Pepi, Popi- sono essenzialmente donne normali. E nel momento in cui la morte sta togliendo anche gli ultimi respiri, eccole lottare per trovare qualcosa che riesca a pulire i loro polmoni. Queste donne, che fanno il punto su quanto costa adattarsi agli standard stabiliti dal luogo, sono le stesse che considerano il tempo come un deficit non solo per l’economia nazionale ma anche per il reale fallimento dei loro sogni ed obbiettivi.
È in un flusso di eventi che ha molto del naturale e poco del romanzato, passando dapprima attraverso il dolore e la paranoia assoluta causati da una morte inaspettata, e poi gradualmente attraverso l’interrogatorio, che questo libro insegna qualcosa sulla grandezza della natura umana. Questa verità si rivela ai personaggi, ma balza subito anche agli occhi del lettore, non attraverso scoppi e reazioni violente ma piuttosto grazie a piccole vittorie che hanno a che fare con la bellezza, la natura, la compagnia, l’amicizia.
Ma partiamo dal principio perché, se la trama non ha nulla di particolarmente originale o nuovo, è la sapiente penna della Karistiani a rendere tutto godibile.
E’ il 2015 e Pighì Vojagis rimane vedova quando il marito viene inghiottito nell’Egeo cadendo dalla Roccia Tufted, una ripida scogliera dell’isola, in circostanze poco chiare. Due mesi e mezzo dopo, il mare rende il cadavere dell’uomo, trovato nelle reti di un pescatore al largo della Siria. I dubbi attanagliano Pighì, che da ottantadue notti attende una risposta per porre fine all’incertezza che la tormenta. Sua figlia Amalia, una creatura dotata di parsimonia e di notevole sensibilità politica, sconvolta dalla morte del padre e sull’orlo della disoccupazione, si reca a Samo per fare volontariato tra i rifugiati. Andrà dove i morti sono raccolti dal mare come suo padre, dove i morti non hanno un nome ma solo un numero, dove i morti non hanno una tomba, solo una fossa comune.
Gli eventi tragici vissuti da questa famiglia si intrecciano però a doppio filo a quelli della fatidica estate del 1975, che getta una pesante ombra sui protagonisti oltre quarant’anni dopo: Nina, all’epoca una creatura carismatica al culmine della sua sfolgorante adolescenza, tre amici che si innamorano di lei e la reclamano, tra cui il marito di Pighì, la rivalità tra amici e l’ansia di Pighì sul fatto che suo marito sia mai riuscito a sconfiggere questa magnifica creatura.
Dubbi leciti e verità nascoste sono il sale di questo romanzo tratto dalle viscere di una realtà spesso nera, che però nella sua verità è anche, inevitabilmente, pieno di umorismo. Intorno a Pighì, nella piccola Kukutsi, ci sono le sue amiche ed ex compagne di classe Popi e Pepi. Le tre donne che compongono l’inseparabile trinità non potrebbero essere più diverse tra loro: Pighì è quella stabile e pragmatica, Popi è una traduttrice intellettuale, Pepi è una fanatica cinefila.
Ciò che le lega è l’autoironia, le frustrazioni condivise che non riescono a piegarle, le ferite del passato che non placano la loro sete di vita.
Come vi dicevo, questa è sicuramente una lettura da fare tutta d’un fiato, nonostante sia anche estremamente densa ed impegnativa. La scrittrice dimostra tutta la sua sapienza data dall’esperienza ed il controllo assoluto del materiale prodotto: i flashback sono gestiti con maestria, le rivelazioni emergono con assoluta precisione.È un’opera che potrebbe benissimo passare per un romanzo poliziesco ma allo stesso tempo ne sovverte i ritmi, poiché la risposta arriva quando la domanda cessa di esistere. Proprio come nella vita, dicono alcuni.
Infine posso dire che Mille sospiri di Ioanna Karistiani è quel libro davvero bello che non ti aspetti. Perché c’è un mistero che va risolto, ma ci sono anche delle certezze. Perché la principale di queste certezze è che le protagoniste non smettono di sostenersi a vicenda e di cercare la magia là dove tutti possono trovarla: nella natura, nei film e, naturalmente, nell’amore. Ed è proprio l’amore che resta sempre acceso nonostante tutto, per portare avanti la vita contro la caparbietà della morte, il tempo che passa, le vane confessioni a orecchie indegne, le inutili gare con i morti e con i vivi.