Mi sposo a Las Vegas di Jana Aston

Sposare uno sconosciuto è la prima cosa da non fare a Las Vegas, ma l’ho fatta lo stesso.
Tutta la serata è stata una mia idea. Sono stata io a suggerire una notte di follie. E invece mi sono svegliata con un anello al dito e Vince Rossi nel letto. Non l’avrei mai detto, ma Vince è completamente diverso da come mi aspettavo, ed è tutto quello di cui avevo bisogno. Mi sono ritrovata a innamorarmi perdutamente del mio marito accidentale, e l’idea di sciogliere il vincolo è l’ultima cosa che voglio. Voglio che sia per sempre. Che importa se ci conosciamo appena? Statisticamente parlando, abbiamo le stesse probabilità di successo di chiunque altro. Almeno finché i documenti per l’annullamento non hanno bussato alla mia porta.

Mi sposo a Las Vegas di Jana Aston, secondo volume contemporary romance autoconclusivo della serie “Vegas Billionaires” pubblicato l’8 febbraio dalla Newton Compton

Smeraldine, avevate letto il libro procedente? No? Beh, sappiate che le due storie sono autoconclusive ma si sviluppano nello stesso momento. Infatti, ho conosciuto Payton, la protagonista di questo libro proprio perché è la migliore amica di Lydia, colei che la aiuta a realizzare il suo “piano folle” per conquistare Rhys. In quel frangente sia lei che quello che sarebbe stato il protagonista mi erano sembrati i candidati adatti per un romanzo scoppiettante e sexy come nelle corde dell’autrice ma, a malincuore, devo confessarvi che questa volta la Aston mi ha lasciato con l’amaro in bocca e lo dico con cognizione di causa, avendo letto tutto quello che ha pubblicato fino ad ora. Ho sempre amato le sue protagoniste perché ne apprezzavo il loro essere fuori dagli schemi. Belle ma inconsapevoli di esserlo, intelligenti ma non supponenti e pazzerelle fino all’inverosimile. Solo che questa volta la realtà letteraria si è superata. Vi confesso che ho fatto fatica a terminare la lettura per i tanti e troppi voli pindarici della protagonista che è capace di costruire castelli in aria su un fatto che si è immaginata e continuare così per interi capitoli. Certo, nel primo libro della serie avevo già intuito che era una pazza scatenata e aspettavo la sua storia proprio per capire come era arrivata a quel punto ma, vi assicuro, che è molto, molto di più. E anche se il suo modo di fare mi ha strappato qualche risata il più delle volte le avrei volentieri tirato i capelli. Mi ha stravolto anche l’immagine mentale del suo protagonista tipo:  donnaiolo e per nulla pronto ad accettare nelle loro vite l’uragano di turno, creato dall’autrice. No, questa volta il protagonista maschile sembra quasi un desaparecidos, lo si vede solo in camera da letto, e anche se è bello e ricco tanto intelligente non mi è sembrato visto che, dopo aver parlato del nulla, per circa mezzo minuto con Payton, (sì scusate mi ero dimenticata di dirvi come si chiama la protagonista), decide che è meglio sposarla che farle tatuare una tigre sul fondo schiena. Scusate, va bene tutto, la finzione letteraria, la voglia di evadere ma, nel migliore dei casi, se avessi sentito un uomo che faceva gli stessi discorsi di Payton, fosse stato anche Brad Pitt a vent’anni, sempre a passeggiare lo avrei mandato. Avrei voluto trovare un pochino di introspezione, anche perché entrambi i personaggi hanno alle spalle situazioni complicate ma, per quanto mi riguarda, non le ho trovate. Sinceramente non so se leggerò il terzo perché se l’autrice ha deciso di creare personaggi simili con una escalation verso il grottesco io ne farò volentieri a meno.

In ogni caso, se volete trascorrere qualche ora di relax potreste anche decidere di leggerlo, in fondo è parecchio sexy e qualche risata la strappa  e se a voi piacerà di più sarò felice di essermi sbagliata nella valutazione.

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