Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 6 in italiano
Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 6
a cura di Veronica
Maggie
Non appena apro gli occhi, mi volto per vedere se lui se n’è andato.
Se n’è andato.
Faccio scorrere la mano sul suo cuscino chiedendomi come uno faccia a sentirsi così pieno di vacuità.
La scorsa notte è stata… beh… meritevole della lista delle cose da fare prima di morire, questo è certo. Non appena abbiamo lasciato il ristorante, ci siamo diretti a casa mia. Mi ha fatto guidare. Abbiamo parlato di auto e della mia tesi e del fatto che voglio provare a fare bunjee-jumping. Si è offerto di portarmici, ma poi ha realizzato che essenzialmente era un modo per chiedermi un altro appuntamento, quindi si è corretto e mi ha suggerito un posto dove pensa potrei provare. Entriamo a casa ridendo entrambi perché gli irrigatori hanno iniziato a funzionare non appena siamo scesi dall’auto e i getti d’acqua hanno colpito entrambi direttamente in faccia.
Mi sono diretta in cucina e ho recuperato uno strofinaccio col quale asciugarmi il volto, Jake mi ha seguito, ma quando gliel’ho passato affinchè si asciugasse a sua volta, l’ha preso e l’ha gettato sulla sua spalla e mi ha raggiunta, baciandomi come se non stesse aspettando altro dal momento che i suoi occhi si sono posati su di me.
È stato inaspettato, ma lo volevo, e anche se ho percepito ogni singola cosa mentre la sua bocca era sulla mia, ero anche piena di incertezze. Sessualmente parlando sono stata solo con due ragazzi ed in entrambi i casi ne ero innamorata. Questa è la prima volta in cui vado a letto con qualcuno di cui non sono innamorata. Non sono sicura di cosa aspettarmi, ma so che lui non può nemmeno farmi sentire più a mio agio di così. Ed è questo a cui continuo a pensare ogni volta che lui bacia una parte nuova del mio collo.
Dopo quindici minuti trascorsi a limonare alla grande, qualcosa è scattato in me. Non so esattamente come lui abbia fatto, ma è stato così premuroso e coinvolgente che tutte le mie preoccupazioni, alla fine, sono volate via insieme ai miei vestiti. Nel momento in cui abbiamo raggiunto la camera, ero completamente presa, e poi fu lui ad essere preso, in più di un modo.
È stato completo. E poi, quando tutto è finito, ci siamo girati di schiena e proprio quando ho iniziato a pensare che fosse pronto per andare via, si è voltato a guardarmi. “Ci sono regole delle avventure di una notte di cui non sono a conoscenza? Possiamo farlo una volta soltanto?”
Rido e immediatamente dopo lui è di nuovo sopra di me e, se la prima volta è stato divertente, la seconda è stata anche meglio. È stata intensa. E lenta. E perfetta!
Al termine della seconda volta non si è lasciato cadere sulla schiena, ma si è messo su un fianco, ha avvolto le sue braccia attorno al mio corpo e ha sussurrato “Buonanotte” prima di baciarmi. Mi è piaciuto che abbia detto Buonanotte invece di Ciao perché ha distolto l’attenzione dal fatto che entrambi sapevamo che sarebbe dovuto andare via prima che mi svegliassi questa mattina.
Ho appena realizzato che oggi mi sono svegliata in uno stato di benessere, e non di malinconica.
Sentirsi un po’ giù per il fatto che sia già finita non è necessariamente una cosa brutta suppongo. Significa che non avrei potuto trovare una persona migliore per la mia avventura di una notte. Sarebbe potuto essere chiunque altro, ma non penso mi sarebbe piaciuto così tanto. E se non mi fosse piaciuto, non penso mi sarei sentita in diritto di cancellare quella voce dalla mia lista.
Per cui sì, è una seccatura che io non trovi nulla che non vada in lui, ma sarebbe ancora più seccante ricadere in qualcosa dalla quale alla fine sono appena voluta uscire. Non voglio di nuovo mettermi nella posizione in cui qualcuno si senta obbligato a prendersi cura di me.
Non è una bella sensazione sapere che qualcuno si è convinto di essere innamorato di te semplicemente perché tu dipendi da lui. Preferisco essere malinconica piuttosto che patetica.
Afferro il cuscino sul quale Jake ha dormito – lo stesso cuscino che ho appena strofinato per la nostalgia – e lo getto fuori dal letto. Lo butterò nella pattumiera più tardi. Non voglio sentire nuovamente il suo profumo.
Mi avvicino al mio armadio e afferro la mia lista. Tiro una riga alla voce numero 8 e poi guardo nuovamente l’elenco e all’improvviso mi sento realizzata, pensavo che la voce numero otto sarebbe stata una delle cose della mia lista che non avrei mai avuto il coraggio di fare.
Dannata Maggie Carson. Sei una tosta.
Ripiego la lista e la lascio in cima all’armadio. Apro il secondo cassetto, prendo un paio di slip e una canotta, e li indosso. Ho bisogno di andare a trovare mio nonno oggi già che ne ho l’opportunità, ma prima di tutto necessito di waffles e una doccia.
Waffles prima della doccia. Sono anche troppo desiderosa di mangiarli dal momento che non ho messo molto sotto i denti ieri sera.
Dovrei anche andare a fare la manicure oggi. Sto fissando proprio le mie unghie mentre raggiungo il soggiorno, ma mi blocco quando sento profumo di bacon. Lentamente sollevo la testa e trovo Jake in piedi davanti ai fornelli.
Sta cucinando.
Si allunga per raggiungere un piatto e mi vede. Sogghigna. “ ’Giorno”.
Non sorrido. Non parlo. Non faccio nemmeno un cenno di saluto. Sto lì in piedi e lo fisso chiedendomi come un uomo di ventinove anni possa onestamente non capire il significato dietro “avventura di una sola notte”. Notte dovrebbe essere la parola chiave. Non suppone ci sia un “mattino” incluso nella definizione.
Guardo verso il mio top e l’intimo e improvvisamente mi sento esposta, anche se la scorsa notte ha passato parecchio tempo sul mio corpo e credo abbia memorizzato ogni centimetro di esso. Ciononostante, mi stringo tra le braccia.
“Cosa stai facendo?” gli domando.
Jake mi guarda, un po’ incerto dopo aver visto la mia reazione nel trovarlo ancora qui. Guarda verso i fornelli e poi verso la mia direzione e giuro pare sgonfiarsi di fronte a me.
“Oh” dice, improvvisamente sembra fuori posto. “Tu pensavi… ok”, comincia ad annuire in modo nervoso, raggiunge i fornelli e spegne il gas. “Errore mio”, dice, senza guardarmi. Afferra il bicchiere accanto e beve velocemente. Quando si rivolge nuovamente a me, non riesce a guardarmi. “Questo è molto imbarazzante. Me ne andrò. Io stavo solo…” Alla fine i suoi occhi incontrano i miei. Se possibile, stringo ancora di più le braccia intorno al mio corpo perché odio aver creato un momento così imbarazzante mentre lui stava solo cercando di essere carino.
“Mi dispiace sono stata indelicata” dico, “è solo che non mi aspettavo di trovarti ancora qui.”
Jake annuisce, si dirige verso di me e afferra le scarpe che ha lasciato vicino al divano la scorsa notte. “È tutto ok. Ho male interpretato le cose, ovviamente. So che sei stata molto chiara ieri sera. Ma è stato prima che noi… due volte… ed è stato…” stringo le mie labbra. Ora sta indossando le scarpe e si tira su dritto puntando su di me i suoi occhi.
“Una pia illusione, suppongo”, volge lo sguardo verso la porta d’ingresso. “Ora devo proprio andare.”
Annuisco. Forse è la cosa migliore, ho appena rovinato ogni cosa bella della scorsa notte.
Veramente, è lui che ha rovinato ogni cosa bella della scorsa notte. Mi dirigo in soggiorno accettando il fatto che non lo rivedrò mai più e che lui deve andare, e che ha rovinato tutto supponendo che io volessi che lui restasse e cucinasse per me la colazione!
Raggiunge la porta d’ingresso, ma prima di aprirla fa una pausa. Si volta e mi guarda per un momento, poi torna indietro verso di me e si ferma a pochi centimetri inclinando la testa. “Sei davvero sicura di non volermi rivedere ancora? Non c’è margine d’azione per convincerti a darci un’altra occasione?”
Sospiro. “Jake, tra pochi anni sarò morta.”
Le mie parole immediatamente lo feriscono. Fa mezzo passo indietro ma non distoglie mai gli occhi dai miei. “Wow”. Porta una mano alla bocca e la fa scorrere lungo la mascella. “Stai veramente usando questa scusa?”
“Non è una scusa. È un dato di fatto.”
“Un fatto di cui sono ben consapevole” dice. La sua mascella è serrata e adesso lui è arrabbiato.
Vedi? Se lui fosse andato via prima che io mi svegliassi, quello che è successo tra di noi sarebbe finito alla perfezione! Ora invece, quando lui andrà via, saremo entrambi frustrati e pieni di rimpianti.
Faccio un passo verso di lui. “Sto morendo Jake. Morendo. Cosa ne può venire fuori? Non voglio sposarmi, non voglio figli. Non desidero un’altra relazione nella quale diventare il fardello di qualcuno. Sì, mi piaci. Sì, la scorsa notte è stata incredibile. Ed è esattamente per questo che tu saresti già dovuto andare via. Perché ci sono cose che voglio fare e innamorarmi e discutere con qualcuno su come dovrei vivere i miei ultimi anni di vita non è qualcosa che ho mai scritto sulla mia lista. Per cui, ti ringrazio per la scorsa notte, e ti ringrazio per aver provato a cucinarmi la colazione, ma ho bisogno che tu vada via.”
Mi esce un respiro frustrato e poi immediatamente guardo verso il pavimento. Odio lo sguardo che ora leggo nei suoi occhi. Sono passati parecchi secondi e lui non risponde. Semplicemente sta lì in piedi, sommerso da ogni cosa che gli ho detto. Alla fine fa un passo indietro, poi un altro. Guardo verso di lui ma lui distoglie lo sguardo voltandosi verso la porta. La apre ed esce, ma prima di chiuderla, alza lo sguardo e punta dritto verso di me. “Giusto per la cronaca, Maggie, ti stavo solo preparando la colazione. Non ti stavo facendo nessuna proposta.”
Chiude la porta e casa mia non è mai stata così vuota come in questo momento.
Odio tutto ciò. Odio ogni cosa che gli ho appena detto. Odio quanto io desideri che non sia la verità.
Odio questa dannata fottuta malattia.
E odio che io gli abbia detto tutte quelle cose e lo abbia lasciato andare prima che potesse finire di cucinare quel dannato bacon. Fisso la padella, la raggiungo e la getto con il contenuto nella pattumiera.
Mi appoggio contro il tavolo, non posso fare a meno di rattristarmi. Mi chiedo se il fatto che Jake abbia rotto in ritardo di dodici anni, è meglio o peggio di me che metto fine ad una relazione ancora prima di cominciarla.
Porto le mani dietro al collo e unisco i gomiti chinandomi in avanti. Cerco di smetterla di sentirmi così arrabbiata. Ma il fatto che io sia arrabbiata per un ragazzo che ho incontrato 24 ore fa, mi infastidisce ancora di più. Mi prendo qualche minuto per riprendermi e poi mi obbligo a rialzarmi.
Raggiungo il Freezer e afferro la scatola dei waffles che ero intenzionata a prepararmi per colazione. Solo che ora, non sono più così felice all’idea di mangiarli.