Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 5
Maybe Now di Colleen Hoover – capitolo 5
a cura di Veronica
Maggie
Ho dato solo tre morsi al mio panino, ma nonostante questo, allontano il piatto e mi appoggio al divanetto. “Non ce la faccio a finirlo” mormoro reclinando la testa “mi dispiace”.
Jake scoppia a ridere “Ti sei lanciata da un aeroplano per la prima volta nella tua vita e dopo hai guidato un’auto in un circuito per un’ora di fila, sono sorpreso tu non sia in grado di mangiare qualsiasi cosa“.
E mi dice questo con un piatto vuoto davanti a sé mentre sta divorando un milkshake. Suppongo che quando una persona sia abituata a saltare dagli aerei e guidare auto da corsa, l’adrenalina non intacca così tanto il tuo equilibrio tanto da farti sembrare che il mondo intero stia girando nel tuo stomaco.
“Però è stato divertente” gli dico con un sorriso “Non capita tutti i giorni di mettere una X su due voci della lista delle cose da fare prima di morire”.
Lui sposta entrambi i nostri piatti vicino al bordo del tavolo e poi si piega in avanti “Cos’altro c’è su quella lista?”
“Andare a Las Vegas. Vedere l’aurora boreale. Visitare Parigi. Le solite cose”. Evito di dirgli che anche lui è una voce sulla mia lista. Ci stiamo divertendo così tanto questa sera, e voglio farlo ancora ma allo stesso tempo non voglio. Proprio perché ci stiamo divertendo troppo. Ho trascorso la mia intera vita da adulta in una relazione e non voglio che succeda di nuovo. Anche se lui sembra troppo bello per essere vero. “Come mai sei single?” gli chiedo.
Solleva lo sguardo come se la domanda lo mettesse in imbarazzo. Posiziona il suo bicchiere d’acqua di fronte a lui, iniziando a sorseggiare, in modo da evitare di rispondere alla domanda ancora per qualche secondo. Lascia che le sue labbra liberino la cannuccia e alza le spalle “Di solito non lo sono”.
Rido. È più o meno quello che mi aspettavo. Un paracadutista, che guida una Tesla, di bell’aspetto, cardiologo, non è proprio uno che passa i suoi venerdì sera a casa. “Sei un fidanzato seriale?”
Scuote la testa “Proprio l’opposto. Sono appena uscito da una relazione. Una relazione davvero lunga”.
Non mi aspettavo questa risposta “Quanto tempo siete stati insieme?”
“Dodici anni”.
Mi parte un colpo di tosse “Dodici anni? Ma quanti anni hai?”
“Ventinove. Abbiamo iniziato ad uscire insieme durante le scuole superiori”
“Posso chiederti perché è finita? O preferisci cambiare argomento?”
“Non è un problema parlarne. Abbiamo rotto circa sei mesi fa. Eravamo addirittura fidanzati. Le ho fatto la proposta quattro anni fa, ma non avevamo ancora inziato a pianificare il matrimonio perché aspettavamo che entrambi avessimo finito il nostro internato”.
“Anche lei è un medico?”
“Oncologa”
Gesù. Improvvisamente… mi sento così piccola. Io ho appena finito la tesi e poi c’è lui, con un’ex-fidanzata, che ha affrontato la scuola di medicina e ora salva vite. Spingo il drink di fronte a me, sorseggiandone un po’ nel tentativo di lavare via le mie insicurezze.
“Vi siete lasciati di comune accordo?” gli chiedo.
Guarda per un secondo verso le sue mani. Un guizzo di colpevolezza compare sul suo volto prima di rispondermi, “Non esattamente. Ho come dire, realizzato con dodici anni di ritardo, che non volevo trascorrere il resto della mia vita con lei. So che suona tremendo dopo essere stato con lei così tanto tempo. Ma per una qualche ragione scegliere di passare il resto della mia vita con lei era di gran lunga più semplice che rompere con lei”.
Perché riesco a capire esattamente tutto quello che sta dicendo? Mi ritrovo a voler sollevare le mie braccia e dire “Amen” come se fossi in chiesa.
“Posso assolutamente capire quanto difficile sia stata questa decisione”.
Jake si china in avanti, piegando le braccia sul tavolo. Inclina la testa per un momento e poi dice “C’è stato un momento prima di chiudere con lei. Ricordo di essermi chiesto che cosa sarebbe stato peggio. Mettere fine a qualcosa di bello così da non aver rimpianti? O trascorrere il resto della vita rimpiangendo di non aver avuto il coraggio di mettere fine a qualcosa semplicemente perché avevo paura dei rimpianti? Entrambe le scelte mi avrebbero lasciato dei rimpianti, per cui ho deciso di chiudere, ed è stata dura. Ma preferivo di gran lunga i rimpianti per la fine di qualcosa di bello piuttosto che essere colui che la ostacolasse nel trovare qualcosa di magnifico”.
Lo fisso per un momento. E poi devo immediatamente distogliere lo sguardo perché sento nuovamente quella sensazione. Quella che mi dice che lo voglio per più di un’avventura di una sola notte.
“Quanto tempo siete stati insieme tu e il tuo ragazzo?”, mi chiede.
“Circa sei anni”.
“Sei stata tu a volerlo lasciare?”
Rifletto un momento sulla sua domanda. Vista da fuori, dovrei rispondere di sì. Ma essendoci dentro… non ne sono così sicura.
“Non lo so” ammetto. “Lui si è innamorato di un’altra ragazza, e non è stata una relazione torbida e scandalosa. Lui è una brava persona e alla fine avrebbe scelto me, ma mi avrebbe scelto per le ragioni sbagliate“.
Jake sembra sorpreso “Ti ha tradito?”
Odio quella parola e mi ritrovo a scuotere la testa, anche se lui di fatto l’ha fatto. Ridge mi ha tradito. È che lo fa sembrare peggio di quello che è.
“Tradimento è un tale brutto termine per descrivere ciò che è successo”. Ci penso per un momento mentre mescolo il contenuto del mio bicchiere con la cannuccia. Guardo verso Jake. “Lui era… connesso con qualcun altro ad un livello più profondo, credo. Chiamarlo traditore è come un insulto che lui non merita. Ha attraversato una linea con qualcuno con cui era connesso. Noi semplicemente lo definiremmo così”. Jake mi fissa per un momento cercando di leggere la mia espressione.
“Non devi parlarne se non vuoi farlo. Solo, mi meravigliava il fatto che non sembra che tu lo odi”.
Sorrido, “È uno dei miei migliori amici. Ha cercato di fare la cosa giusta. Ma qualche volta la cosa sbagliata è quella giusta”.
Jake fatica a sorridere. Come se fosse impressionato da questa conversazione ma non volesse dimostrarlo. Mi piace questa cosa. Mi piace come lui sia interessato e che sembra trovarmi interessante. Mi sta ancora fissando, come se volesse sapere altro, perciò continuo. “Ridge scrive canzoni per una band. Circa due anni fa la band ha suonato una nuova canzone e non dimenticherò mai il momento in cui l’ho sentita per la prima volta. Ridge mi ha sempre inviato le canzoni prima della loro uscita, ma per qualche ragione, non mi ha inviato quella canzone in particolare. Dopo averla scaricata e ascoltata, ho capito subito perché non me l’aveva inviata. Era perché l’aveva scritta su di noi”.
“Una canzone d’amore?”
Scuoto la testa “No. Più che altro l’opposto. Una sorta di canzone per un amore finito, su una coppia che ha bisogno di allontanarsi l’uno dall’altra ma non sanno come. Ed è stato solo quando ho sentito quella canzone che ho realizzato che anche io mi sentivo esattamente così. Ma nessuno dei due era in grado di ammetterlo a quel tempo”.
“Gli hai mai chiesto spiegazioni?”
“No, non ne avevo bisogno. Sapevo di essere io non appena ho sentito la prima frase”.
“Quale frase?”
“Continuo a chiedermi perché io non riesca a dirti addio”.
“Wow” si meraviglia Jake stendendosi indietro. “Questo lo dice di sicuro”.
Annuisco. “Non so perché abbiamo aspettato così tanto dopo quella canzone per rompere. Suppongo che sia come dicevi tu prima. Le cose tra noi andavano bene, ma sapevo che aveva trovato qualcosa di straordinario in un’altra ragazza. Lui merita più di qualcosa di bello”.
L’espressione di Jake rimane stoica mentre mi guarda in silenzio per un momento. Alla fine, sorride mentre solleva le sue mani, “Quanti anni hai?”
“Ventiquattro”.
Fa un’espressione come se fosse colpito. “Sei troppo giovane per aver capito così bene ogni cosa dalla vita”.
Il suo complimento mi fa sorridere, “Sì, beh, ho un ciclo di vita più breve di chiunque altro e devo stipare un sacco di lezioni di vita, in un lasso di tempo più breve”.
Quasi mi pento di aver fatto una battuta sul fatto di avere una malattia terminale, ma la cosa non sembra averlo per nulla sconcertato. Infatti, mi sorride. Dio, odio quanto lui mi piaccia già.
“È il tuo primo appuntamento da quando ti sei lasciata con Ridge?” mi chiede. Annuisco e lui dice “Anche il mio”.
Ci penso per un attimo. Se lui non è uscito con nessuna da quando ha rotto, significa che non è uscito con nessun’altra ragazza da quando va alle superiori. Probabilmente avrei dovuto tenere la bocca chiusa, ma la frase mi è uscita da sola “Se sei stato insieme alla tua ex per dodici anni… questo significa che tu sei stato solo con…”
“Lei” dice pragmatico. “È corretto”.
Ed eccoci, per qualche ragione durante la cena del nostro primo appuntamento stiamo parlando dei nostri partner e la conversazione in un certo modo non mi mette a disagio. In realtà parlare con lui è fantastico. Per tutta la serata non ci sono stati momenti vuoti, di pausa. Neanche quando stavo guidando la sua auto a 100 miglia all’ora in un circuito gara.
Non c’è nemmeno stata una pausa nella nostra sintonia. Ci sono state un paio di occasioni, questa sera, nelle quali ho pensato che mi avrebbe baciato e io assolutamente glielo avrei lasciato fare, ma poi con un sorriso sgembo si era allontanato come se provasse piacere a torturarci. Suppongo che abbia tutto un senso. Lui è un drogato di adrenalina. Adrenalina e attrazione sono strettamente collegate.
Mi sta fissando proprio ora e io sto fissando lui, e non so esattamente cos’è che mi prende in questo momento. Un po’ di adrenalina. Attrazione. Forse persino un’infatuazione. Ad ogni modo, qualunque cosa sia ho delle sensazioni negative a riguardo, perché posso vederlo dall’intensità del suo sguardo che anche lui sente le stesse cose, tanto quanto me.
Rompo il contatto visivo con lui e mi schiarisco la gola “Jake…” sollevo lo sguardo per incontrare il suo che mi sta ancora fissando. “Non voglio una relazione. Assolutamente. In nessuna remota possibilità”.
Le mie parole non hanno nessun impatto su di lui, semplicemente stringe le labbra e dopo un momento mi chiede “E cosa vuoi?”
Sollevo le spalle con calma. “Non lo so” dico, facendo ricadere nuovamente le spalle. “Volevo divertirmi con te durante il nostro appuntamento, e l’ho fatto. Mi sto divertendo. Ma non credo sia una buona idea uscire ancora insieme”.
Vorrei potergli spiegare le ragioni per le quali non voglio uscire di nuovo con lui. Ma ci sono fin troppe ragioni per non accettare un altro appuntamento, contrariamente all’unica ragione per la quale dovrei. Lui mi piace.
Jake preme sulla nuca, poi si china in avanti e incrocia nuovamente le braccia appoggiandole sul tavolo.
“Maggie” dice “sono un po’ fuori allenamento con tutte queste cose da appuntamento. Ma… credo che tu mi piaccia. Io ti piaccio? O sono solo così cieco da non notare il tuo disinteresse perché sono follemente attratto da te?”
Ugh. Non posso fare a meno di sorridere a questa sua uscita. Ma mi sento anche andare a fuoco solo per il fatto di aver detto che è follemente attratto da me.
“Certo che mi piaci. E…” Questo è molto difficile per me da dire. Flirtare è così strano per me. “Anche io sono follemente attratta da te, ma non voglio uscire ancora con te dopo questa sera. Non c’è nulla di personale. Voglio solo vivere il momento, e ora, una relazione seria non farebbe parte del mio momento. Ci sono già stata. L’ho già fatto. Ho altri piani per la mia vita”.
Jake sembra intrigato e seccato dalla mia risposta, se possibile entrambe le cose nello stesso momento. Annuisce. “Quindi funziona così? Lascio una mancia sul tavolo, ti accompagno fino a casa e poi non ci vedremo mai più?”
Mordo il mio labbro inferiore. Questa cosa dell’adesso o mai più mi mette un po’ di nervoso. O uso questo momento per spuntare un’altra voce della mia lista o domani mi sveglierò con il rimpianto di essere stata troppo spaventata dal chiedergli di fermarsi da me.
Non sono spaventata. Posso farlo. Fanculo sono Maggie Carson. Sono quella che è saltata giù da un aeroplano e ha guidato un’auto da corsa nella stessa giornata.
Mando giù l’ultimo brandello di timidezza e lo guardo negli occhi. “Questo appuntamente non deve necessariamente finire nel momento in cui mi riaccompagni sotto casa”.
Posso vedere l’immediato cambiamento nel suo atteggiamneto. Posso vedere quanto lui sia intrigato, la sua attrazione, la sua speranza, tutte disposte dietro ai suoi occhi che stanno fissando la mia bocca. Abbassa leggermente la voce e dice, “Esattamente, quando dovrebbe finire?”
Porca miseria. Sta succedendo davvero. Una terza voce della mia lista è praticamente segnata.
“Che ne dici di viverci il momento?”, dico. “E poi, quando questo momento sarà concluso, tu andrai a casa e io mi metterò a dormire”.
Gli angoli della sua bocca si sollevano in un ghigno. Poi tira fuori il suo portafoglio e lascia la mancia sul tavolo. Si alza e mi porge la sua mano. Intreccio le mie dita alle sue e lasciamo il ristorante, vivendoci il momento e non un secondo di più.