L’uomo di Milwaukee di Rick R. Reed

È l’estate del 1991 quando il serial killer Jeffrey Dahmer viene arrestato. I suoi mostruosi crimini ispirano sentimenti di orrore in tutto il mondo, tranne che in Emory Hughes, un ragazzo segretamente omosessuale di Chicago, il quale riconosce nel killer cannibale una sorta di spirito affine che lotta contro il lato oscuro della propria natura, esattamente come lui.
Emory inizia quindi a scrivere delle lettere a Dahmer, come via di fuga da tutto ciò che lo circonda: dalla madre malata di AIDS, dalla sorella fredda e anaffettiva, dal suo lavoro senza prospettive, ma soprattutto dall’odio che Emory prova verso se stesso.
Quando Emory incontra Tyler Kay e inizia con lui una titubante relazione, Dahmer non è più la sua unica ancora di salvezza. Il desiderio di amore di Emory lo porta a confrontarsi con se stesso e con il suo lato oscuro, un lato che però l’ingenuo Tyler sembra non voler vedere.
Riuscirà Emory a scoprire le radici della propria follia prima che si ritrovi a seguire inesorabilmente le orme del mostro di Milwaukee?

L’uomo di Milwaukee di Rick R. Reed thriller autoconclusivo,  malo to male, pubblicato il 10 maggio dalla Hope Edizioni

La trama di questa storia mi ha affascinata fin da subito anche se ho dibattuto molto con me stessa prima di decidere di recensirlo per il blog, non sul leggerlo, su quello non avevo dubbi ma sul modo in cui poi avrei potuto parlarne sì. Non è una lettura che si fa a cuor leggero perché mi sono ritrovata a leggere molte notizie vere su quelli che furono gli omicidi perpetrati dal  serial killer Jeffrey Dahmer negli anni ’90. Conoscevo già molto dei suoi crimini perché, stranamente, pur odiando film e letteratura horror ho sempre subito una certa fascinazione dal modus operandi dei grandi serial killer che il mondo ha avuto la sfortuna di conoscere. Ed è per questo che, all’inizio di questa storia sono riuscita a capire alcuni dei meccanismi mentali di Emory, il protagonista di questa storia. Solo che quello che all’inizio sembrava essere ad una sorta di macabra curiosità e una forte empatia per questo assassino, si trasforma, cresce, cresce fino assume contorni a volte sfocati e altre fin troppo reali.

Emory Hughes, è un giovane uomo di Chicago che lotta incessantemente per mantenere a galla la sua vita. Non è mai stato un bambino nè  un ragazzo popolare, al contrario, tutte le persone con cui ha avuto a che fare ridevano di lui ma aveva la sua mamma e la sua sorellina e gli bastava. Però, da quando sua madre è stata infettata dal virus dell’AIDS la sua vita così come l’aveva conosciuta fino a quel momento si è completamente capovolta. La madre, sempre più malata quasi non lo riconosce più e sua sorella, la dolce bambina dei suoi ricordi è stata soppiantata da una ragazza scorbutica e insensibile che trascorre le sue giornate senza fare nulla. A peggiorare la sua già peculiare situazione c’è anche il rifiuto della sua omosessualità che ritiene essere sbagliata e contro cui combatte strenuamente anche se, ci sono momenti in cui perde la lotta e si lascia andare. La sua solitudine infinita peggiora ogni giorno di più fino a raggiungere la sua apoteosi quando sua madre muore. La mamma non gli è più accanto, la sorella va via di casa e lui rimane da solo a sentirsi sempre più empatico nei confronti di Dahmer che sostiene di aver commesso tutte le sue efferatezze perché nessuno rimaneva con lui. Poi, come una giornata di sole dopo un inverno lungo, buio e rigido appare Tyler, il suo nuovo collega a cui lui sembra piacere molto e, forse, con lui accanto la solitudine potrebbe sparire per sempre. Ci riuscirà? E il suo confidente e amico di penna Dahmer gli darà i giusti suggerimenti?

Mamma mia che vuoto allo stomaco infinito ho sentito durante la lettura di questo libro che ho praticamente divorato e che ho tutte le intenzioni di rileggere da capo per approfondire ancora di più alcuni aspetti su cui non mi sono soffermata come avrei voluto tanta era la fretta di arrivare alla fine e capire. Ho bisogno di rileggere questo libro che non è solo un thriller psicologico ma anche narrativa LGBT nonché il racconto di uno spaccato di vita degli anni ’90 americani dove il virus dell’AIDS miete vittime in tutti gli ambienti. Voglio lasciarmi trasportare nuovamente da quella atmosfera di paura e di una sorta di speranza che pervade tutta la storia. Di quel dolore atroce dovuto al sentirsi sempre solo e non visto da nessuno. A quel desiderio spasmodico di essere importante per qualcuno, di entrare in empatia con altri esseri umani e sentirsi accettato per quel poco o tanto che si può essere agli occhi degli altri. Sono rimasta impressionata dalla capacità dell’autore di farmi sentire come se fossi stata presenta alla scena, testimone dei sorrisi impacciati di Emory quando scorge il desiderio in quelli di Tyler e della tenerezza e della dolcezza di quest’ultimo che si sente battere forte il cuore da quel ragazzo così taciturno e solo, di quel suo desiderio, forse buono o forse no di voler fare il possibile per farlo sentire amato anche quando riceve messaggi contrastanti. Ci sarebbe tanto da dire ma vi rovinerei la lettura di una storia che, per me, è una vera bomba ad orologeria pronta a scoppiare da un secondo all’altro accompagnati dalle parole dell’autore che sono così descrittive da avere la sensazione di poter sentire gli odori, annusare la paura, avere la sensazione di percepire i fatti veri da quelli irreali per poi rendersi conto che non si è fatto altro che stringere tra le mani  una foschia densa e brumosa che avvolge l’anima fino a estraniarti da tutto. In poche parole indimenticabile. Non pensavo che un giorno avrei dato un voto così alto ad una storia simile eppure è impensabile ritenere questo libro semplicemente un thriller, questo è il racconto di una solitudine che vi farà riflettere su quanto sia importante rimanere accanto e supportare le persone fragili. Credetemi non c’è stato un solo momento in cui non avrei voluto abbracciare Emory e convincerlo che non era solo e ho ammirato la bellezza del cuore di Tyler, capace di un gesto bellissimo nei suoi confronti. La storia scritta da Reed è atroce, devastante e, assolutamente, imperdibile.

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