L’ultima vita di Peter Mohlin e Peter Nyström
Trama Uno straordinario noir nordico già venduto in 15 paesi. Primo capitolo della serie di John Adderley, L’ultima vita è un esordio che vi toglierà il respiro.
- L’agente infiltrato dell’FBI John Adderley si sveglia in un letto d’ospedale, piegato dal dolore. Dopo aver scoperto la sua vera identità, il capo del cartello nigeriano di Baltimora ha cercato di ucciderlo. Il terrore lo invade quando nota che nel letto a fianco, distante solo un braccio, si trova l’uomo che poche ore prima gli ha puntato una pistola alla testa…
- Karlstad, una tranquilla cittadina della Svezia, viene scossa dalla scomparsa della giovane Emelie Bjurwall, ereditiera di una ricchissima famiglia locale. Dopo giorni d’indagini, la polizia accusa di omicidio un ragazzo che vive nei sobborghi. Tuttavia il corpo della ragazza non viene mai trovato e il presunto delitto rimane irrisolto. Una volta dimesso dall’ospedale, John deve abbandonare la sua vita e cancellare ogni traccia di se stesso il prima possibile. La sua vita è appesa a un filo. Avvisato della riapertura del cold case Bjurwall, John chiede di farsi trasferire nel corpo di polizia investigativa di Karlstad attraverso il programma di protezione testimoni. In Svezia ha trascorso l’infanzia insieme alla madre, e a guidare il suo interesse per la scomparsa di Emelie c’è un inconfessabile motivo personale. Dovrebbe mantenere un basso profilo e non farsi notare, ma più si avvicina alla soluzione, più l’ombra del cartello si ingigantisce.
Adorato dai librai indipendenti, ha vinto uno dei più prestigiosi premi dedicati alla narrativa poliziesca. Un romanzo che riesce a combinare le gelide atmosfere del crime nordico e il ritmo travolgente del thriller americano.
L’esordio di due scrittori di talento che hanno unito le loro idee e i loro stili: un sodalizio che cambierà le regole del poliziesco scandinavo.
L’ultima vita di Peter Mohlin e Peter Nyström, thriller poliziesco pubblicato da HarperCollins lo scorso 1° luglio.
Non c’è niente da fare, quando parliamo di thriller gli scandinavi sono anni luce avanti rispetto agli autori del genere nel resto del mondo. Mi sono sempre chiesta come facciano a imbastire trame così adrenaliniche e ricche di colpi di scena, come sia possibile che in quelli che vengono considerati i Paesi più felici al mondo, per stile di vita e opportunità, ci sia così tanta oscurità. L’ultima vita è un esordio a quattro mani di due amici di lunga data, che si sono ritrovati a scrivere il loro primo poliziesco quando di anni ne avevano solo dieci. In seguito hanno scelto carriere diverse, prima giornalisti e poi sceneggiatori, e si sono ritrovati per la stesura di questo libro, che inaugura la serie con protagonista John Adderley, un agente del FBI sotto copertura a Baltimora in missione per scovare e arrestare i componenti del cartello nigeriano della droga.
Prima di parlarvi in maniera più approfondita della trama de L’ultima vita, lasciatemi snocciolare i punti di forza di questo romanzo:
- Capitoli brevi e senza fronzoli, che permettono al lettore di leggere il libro in maniera vorace, incapace di metterlo giù;
- alternanza di POV e linee temporali narrative: da una parte abbiamo uno sguardo più ampio sulla vicenda, punti di vista diversi, e dall’altra ricostruiamo il caso principale seguendolo dall’inizio, da quando la ragazza protagonista del romanzo scompare, dieci anni prima.
La linea temporale poi converge tutta nel presente;
- Colpi di scena ben bilanciati e alcuni davvero sorprendenti.
Siamo a Karlstad, il corrispettivo svedese degli Hamptons americani. L’anno è il 2009 e Emelie Bjurwall scompare dopo una festa in casa di amici. Figlia di una delle famiglie svedesi più facoltose, la ragazza sentiva su di sé la responsabilità di dover ereditare un giorno le redini dell’azienda di famiglia. Più propensa a progettare videogiochi, si era lasciata convincere a malincuore ad abbandonare la sua passione per dedicarsi agli studi universitari. Ma la pressione e il sentirsi soffocare in una vita che qualcuno aveva scritto per lei, senza quasi interpellarla, erano stati forse troppo pressanti per lei. La sua sparizione calamita l’attenzione di tutta la Svezia, e pochi giorni dopo si trova un colpevole perfetto: un ragazzo dalla pelle più scura che viveva ai margini della società, accusato formalmente di omicidio anche in assenza del corpo della vittima.
Nel 2019, a Baltimora, John Adderley si risveglia in ospedale dopo una missione che ha scoperto e distrutto un cartello della droga. Riuscito miracolosamente a sopravvivere, viene inserito nel programma protezione testimoni e sceglie di farsi trasferire in Svezia, perché il caso della ragazza sparita dieci anni prima è stato riaperto. Il suo legame con quella terra è molto stretto, avendo trascorso la sua infanzia in Svezia insieme alla madre, ma ha anche un motivo personale per tornare a casa, qualcosa che potrebbe mettere a rischio non solo la sua copertura, ma l’intera indagine. Riesce ad ottenere un posto all’interno della task force costituita per risolvere il cold case di dieci anni prima e cerca di mantenere un basso profilo, per non mettere a rischio la sua vita e quella dei suoi cari in Svezia.
Che fatica scrivere e non scrivere, mantenersi ai margini ed evitare lo spoiler, cercare di ingolosirvi non dicendovi assolutamente niente. Avrete la sensazione che io vi abbia raccontato molto più di quanto fosse accettabile, e invece mi sono limitata a delineare la trama del primo 10% del libro. L’ultima vita ha un ritmo incalzante, con colpi di scena ben dosati e inseriti con intelligenza durante tutta la narrazione. Non ho riscontrato quella morbosità tipica dei thriller scandinavi, quella violenza che è forse il segno distintivo dei thrilleristi svedesi, ma ho trovato una denuncia verso chi ha un colore di pelle diverso, il pregiudizio verso chi vive senza mezzi ai margini della società, vittime sacrificali perfette quando non si trova il bandolo della matassa in una indagine. E poi è il primo volume di una serie, i due autori si sono limitati a delineare un quadro, una tela bianca che mostrerà il soggetto nei romanzi successivi. E, dal colpo di scena finale, è lampante che ci sarà un seguito che non vedo l’ora di leggere.