Loyalty di Megan DeVos
Trama “Malgrado non parlassimo, pensieri e sentimenti inespressi affollavano l’aria. Quella conversazione silenziosa ci avvinceva e al contempo ci tormentava. Sapevo che cosa avrei voluto dire, che cosa avrei voluto chiederle, ma non potevo. Spettava a Grace decidere. Il mio cuore era in attesa, pronto a frantumarsi a una sua parola. ‘Resta. Per favore, Grace, resta.’“
Quella che sta per compiere Grace è una scelta difficile e crudele. Come altro si può definire l’obbligo a decidere tra la lealtà alla propria famiglia e il giovane amore che ti ha sconvolto la vita, senza il quale ti sembra impossibile anche solo pensare di respirare? Come si può compiere un passo che potrebbe cambiare non solo il futuro tuo e dell’uomo che ami, ma anche delle comunità che vi hanno visto crescere, giunte ormai a un passo dal sanguinoso scontro finale?
Qualunque sarà la scelta di Grace, che decida di assecondare ciò che le suggerisce la testa o preferisca seguire il cuore, questo è certo, non sarà la sola a pagarne le conseguenze.
Hayden stesso è in procinto di affrontare uno dei momenti più delicati della sua giovane vita. Non solo sta per perdere, forse, l’unica donna che abbia mai amato, ma dovrà guidare i Blackwing nel momento più disperato della loro storia.
Riuscirà a mantenere in vita il campo di cui è leader e a proteggerlo dagli attacchi nemici?
Ma soprattutto può fidarsi davvero di se stesso ed essere certo che quando sarà chiamato a farlo, compirà la scelta giusta?
In un mondo dove non esistono più regole né pietà, niente può essere dato per scontato.
Loyalty di Megan DeVos, secondo capitolo della serie New Adult Distopica “Anarchy”, pubblicato l’11 giugno scorso, edito Mondadori.
Non vedevo l’ora di proseguire questo viaggio all’interno del mondo ideato dalla braverrima – lo so che non si può dire, ma lasciatemi passare il termine perché così rende meglio l’idea – Megan DeVos, e ancora una volta le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte.
Non avete idea dell’amore che risiede tra le pagine di Loyalty, cosa assolutamente non scontata viste le condizioni in cui versa la loro realtà.
Tutte quelle vite sprecate… Chi decideva che una persona fosse più degna di sopravvivere rispetto a un’altra? Per morire bastava fare un passo a sinistra invece che a destra. Non c’era giustizia nel nostro mondo spietato e crudele.
Ricordate? In Anarchy – primo capitolo della serie – ci siamo fatti un’idea di quello che è divenuto il mondo dopo la Caduta: le risorse del pianeta avevano cominciato ad esaurirsi e da quel momento solo il caos. Atti di supremazia, attacchi, vere e proprie guerre, e tutto a discapito della stessa razza umana. Per evitare di estinguersi, piccoli gruppi di superstiti hanno deciso di organizzarsi in comunità e ricominciare da capo con ciò che restava della civiltà persa.
Incursioni ai danni dei campi vicini, spedizioni suicide, violenza, armi, numerose vittime: tutto pur di sopravvivere.
Considerando lo stato in cui versa quella che oggi dovrebbe essere la città di Londra, è mai possibile che resti spazio per un sentimento così puro e bello come l’Amore? La risposta è assolutamente affermativa. Quello che nasce e cresce tra le pagine di questo romanzo è un amore che non ti aspetti, che sembra impossibile possa nascere in tali condizioni e tra due persone così diverse tra loro. Eppure succede – a discapito di ciò che è meglio per il proprio campo – fomenta e si propaga, senza riuscire a fermarsi.
Ora come non mai la frase fatta Al cuor non si comanda ha una sua degna collocazione!
Hayden e Grace appartengono a due campi nemici, ma in Anarchy abbiamo visto come diversi avvenimenti hanno, in un primo momento, portato il ragazzo a salvare Grace da morte certa e, successivamente, a farla sua prigioniera: impossibile ormai lasciarla libera dopo aver conosciuto e visto tutto il campo di Blackwing. La convivenza forzata tra i due ha portato a poco a poco alla nascita di quell’Amore così bello e profondo di cui vi parlavo prima.
Non appena mi ero reso conto di amarla, avevo capito che dovevo lasciarla andare…
…Grace era la persona più coraggiosa che avessi mai conosciuto, e ammiravo tantissimo la sua tenacia. Meritava una vita che io non ero in grado di darle, ma una cosa per lei potevo farla: restituirle la sua famiglia.
In un mondo come il loro – dove non si può pensare solo con il cuore, ma bisogna essere logici e razionali e, soprattutto, non abbassare mai la guardia – non c’è posto per l’amore, ma solo per il campo e per tutte quelle persone che contano su di loro per sopravvivere. Allora bisogna fare una scelta, e probabilmente rinunciare per sempre a ciò che vogliono davvero, in favore di ciò che è necessario fare per gli altri.
Allora non potevo sapere che mi sarei innamorata perdutamente dell’uomo che avevo quasi ucciso e che poi lui mi avrebbe spezzato il cuore.
Ad un certo punto della storia, le strade di Grace ed Hayden si divideranno, la sofferenza da ambo le parti sarà tanta, e tutto porterà a qualcosa di inevitabile, qualcosa che sapevano tutti sarebbe successa prima o poi, ma che allo stesso tempo si pensava fosse lontana anni luce dal verificarsi.
Loyalty è diviso in due parti: la prima ci mostra che anche se fuori le mura del proprio campo si trova l’inferno, forse il legame che si riesce a instaurare con qualcuno può bastare per sentirsi al sicuro; mentre la seconda parte ci catapulta all’improvviso nella cruda realtà, nessuna tranquillità o qualsivoglia pace apparente dura per sempre e la guerra è più vicina ed inevitabile di quanto si possa pensare.
Megan DeVos continua a stupirmi e ad emozionarmi, proverete adrenalina, commozione, sofferenza, affetto, pietà, rabbia, ostinazione, ed in cima a tutto l’amore. Sempre lui. Torna e va via prepotente per annientare o risanare, potenza costruttrice e distruttrice al contempo.
Non vedo l’ora di proseguire questa serie che continua a promettere scintille, e sono più che convinta che l’autrice abbia in serbo per noi ancora tantissima sofferenza ma, soprattutto, tanto amore.
Su una cosa avevo ragione: volere bene a qualcuno ti rende debole. Ora ero più debole di quanto non fossi mai stato, ma al tempo stesso mi sentivo fortissimo.
Alla prossima,
Simona