L’irresistibile simmetria della vendetta di Rosa Mogliasso
Trama A dispetto del suo nome di battesimo, nel cuore di Amanda c’è poco spazio per i buoni sentimenti. Sarà forse colpa dell’ex marito, che l’ha lasciata, o sarà perché anche con l’attuale compagno le cose non funzionano granché, e a cinquant’anni è difficile rimettersi in gioco? O magari è per la sua carriera di scrittrice, che non è decollata come sperava? Fatto sta che Amanda ha un conto aperto con l’universo e, mentre aspetta l’occasione giusta per riscattarsi, insegna in un corso serale di scrittura. Sotto la sua guida, un gruppetto di aspiranti bestselleristi si esercita nell’arte del delitto perfetto – quello inventato, s’intende. Tra loro ci sono Rutger, l’aitante tennista, Vanessa, la milf pettinatissima, Giovanni, il romantico ottantenne, e Ludovica, l’agente letteraria invadente. Capitolo dopo capitolo, maestra e allievi si addentreranno nei meccanismi intricati del loro romanzo, ma anche in quelli più insidiosi delle passioni che li legano l’uno all’altro. L’irriverente ironia di Rosa Mogliasso torna a colpire in un giallo che ne ha un altro al suo interno. E mentre ci mostra le regole per costruire il più infallibile dei congegni narrativi, si diverte a sabotarlo puntualmente. Fino all’immancabile colpo di scena conclusivo.
L’irresistibile simmetria della vendetta di Rosa Mogliasso, noir umoristico pubblicato lo scorso 20 maggio dalla Casa Editrice Salani nella collana Le Stanze.
“Lo sapete che secondo Hemingway si deve scrivere da ubriachi e correggere da sobri? Ma, contrariamente alle indicazioni del grande maestro, io, per correggere il vostro lavoro, ho dovuto farmi qualche cicchetto.”
Ho deciso di cominciare la recensione de L’irresistibile simmetria della vendetta partendo da una citazione che mi ha fatto particolarmente ridere. Sarà che sono astemia nei giorni feriali e alcolista anonima nei weekend, ma ho cominciato a sghignazzare con questo libro proprio da questa citazione. E oggi è martedì, sulla carta dovrei essere astemia, in realtà sono strafatta di un cocktail di antibiotici in seguito ad una brutta infezione, quindi se vi sembro più delirante del solito sappiate che non sono ubriaca ma dolorante. E lo so che potevo rimandare la scrittura della recensione, ma volevo parlarvene a caldo, perché io questo libro l’ho letteralmente adorato. Non conoscevo l’autrice, scopro che ha scritto altri romanzi che ho tutta l’intenzione di recuperare, perché L’irresistibile simmetria della vendetta non è un canonico giallo o noir: ha entrambi gli elementi, attenzione, ma si mescolano sapientemente a quelli della commedia. Anzi, per la precisione, non abbiamo davanti un solo libro ma due, uno all’interno dell’altro e, se in genere quando gli autori usano questo espediente tendo ad appassionarmi ad una delle due storie, questa volta ho apprezzato sia la trama principale che la sottotrama. Rosa Mogliasso esordisce dieci anni fa circa con il giallo ironico L’assassino qualcosa lascia, vincitore del premio Selezione Bancarella. In seguito pubblica L’amore si nutre di amore, finalista del Premio Scerbanenco, La felicità è un muscolo volontario, Chi bacia e chi viene baciato, che sono tutti editi da Salani. Con L’irresistibile simmetria della vendetta ci presenta un’altra incredibile protagonista. Lei è Amanda, scrittrice di gialli che non ha mai davvero sfondato nel mondo dell’editoria; ha pubblicato una decina di libri sfruttando tutti gli intrecci criminali possibili, ma la fama non è mai arrivata. Per questo e per una vita privata alquanto disastrosa – lasciata dal marito a favore della badante rumena del suocero, una figlia ormai adulta che vive a Londra e un nuovo compagno di nome Luigi, più interessato al tango argentino che a lei – ogni mattina si sveglia con l’irrefrenabile voglia di vendicarsi con il mondo intero. Perché il mondo, a dispetto del nome positivo, qualcosa le ha tolto. Le ha tolto la possibilità di sfondare come scrittrice, realizzarsi nella vita privata ed essere felice. E mi sembrano tutti buoni motivi per essere rancorosi verso il prossimo. Ma Amanda non si butta giù, o quantomeno non si dà per vinta, e per arrotondare ha creato un corso di scrittura per aspiranti scrittori. Agnese, sua amica e proprietaria di una libreria, ha messo a disposizione i locali per tenere il corso, e ogni settimana un gruppo variegato di persone si cimenta nell’arte del delitto perfetto, quello di carta ovviamente. Quale migliore occasione per confrontarsi con aspiranti scrittori e ritrovare l’ispirazione?
C’è Vanessa, donna single e dalla bellezza mozzafiato, agente immobiliare in cerca del vero amore che non ha alcuna velleità da scrittrice. Si è iscritta al corso solamente perché ha abbordato un uomo aitante nei corridoi di un supermercato e, per fare colpo su di lui, ha acconsentito a seguire il corso di scrittura. L’uomo in questione è Rutger, prestante giocatore di tennis, del quale anche Amanda subisce il fascino. Poi troviamo Giovanni, un dolcissimo ottantenne ancora innamorato della moglie che segue il corso solo perché vorrebbe scrivere un bestseller a quattro mani con l’adorata consorte, entrambi appassionati di serie tv crime. Eugenio è invece uno studente squattrinato, forse l’unico davvero con il sacro fuoco dell’arte. Fanno parte del corso anche Agnese, la proprietaria della libreria, un gruppo di signore che vestono sempre di beige e infine Ludovica, che è l’agente letterario di Amanda. Lei non partecipa al corso di scrittura ma si limita ad assistere alle lezioni come semplice uditrice, anche se di fatto non sta mai zitta e deve dire la sua mandando su tutte le furie Amanda. Questo variegato gruppo di persone, seguendo le lezioni di Amanda, comincia a scrivere un giallo corale. Si parte da un prologo e ognuno di loro a turno inserisce un capitolo. Ma che cosa deve avere un giallo per essere vincente? Rosa Mogliasso ce lo spiega con una serie di suggerimenti che sono sì indirizzati ai suoi personaggi, ma che possono essere consigli preziosi per chi davvero vuole cimentarsi nella scrittura. E il risultato di questo esperimento è una storia super godibile, piena di ironia, con un buon romanzo giallo che prende forma capitolo dopo capitolo. Due libri in uno che mi sono goduta in un caldo pomeriggio. Ho apprezzato ogni singolo personaggio e come è stato delineato, tratteggiato talmente bene da essere anche riconoscibile nella parte del romanzo creato da lui. Per esempio, Vanessa, bella e procace, userà le sue armi di seduzione anche in ciò che scrive, e così gli altri aspiranti giallisti faranno emergere lati del proprio carattere nei capitoli a cui si dedicheranno. Il romanzo scorre senza che ve ne accorgiate e volterete l’ultima pagina con un sorriso sulle labbra e una valigia di consigli preziosi se volete cimentarvi con la scrittura.