L’invenzione di noi due di Matteo Bussola
«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all’idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario? Matteo Bussola racconta un amore. Forte, sciupato, ambiguo, indispensabile. Come ogni relazione capace di cambiarci la vita.
L’invenzione di noi due di Matteo Bussola, romanzo di narrativa pubblicato da Einaudi il 26 maggio.
Sono venuta a conoscenza di questo libro grazie alla mia amica e collaboratrice Lorella che lo aveva appena iniziato, tempo un giorno e lo stavamo leggendo insieme inviandoci vocali ogni volta che volevamo aggiornarci sulle sensazioni che questa lettura ci suscitava.
L’invenzione di noi due è un libro talmente intenso da farti male, un dolore quasi fisico che si riverbera dentro il lettore e non lo abbandona nemmeno quando dovrebbe pensare ad altro. Matteo Bussola è uno scrittore che ti incanta, e con la sua scrittura allo stesso tempo poetica e diretta, riesce a soggiogarti e a farti sentire tutto ciò che il protagonista sta provando.
Confesso fin da subito: Nadia l’ho detestata. In teoria per me avrebbe dovuto essere più semplice parteggiare per lei, in fondo sono una donna di trentacinque anni che vive una relazione da diciotto, ma così non è stato. Non posso affermare con assoluta certezza che alcuni atteggiamenti di Nadia non mi appartengano, non posso mettermi qui a giudicarla perché in ogni relazione le colpe non sono mai di un’unica parte, ma apprezzarla questo no, non sono proprio in grado di farlo. E in fondo potrei dire di disprezzare un pochino anche me stessa.
L’invenzione di noi due è una profonda analisi dei rapporti di coppia longevi, quelli in cui parti con tutto l’entusiasmo della giovinezza e che man mano vengono schiacciati dal peso delle frasi non dette, dei cambiamenti taciuti, dei malcontenti celati dietro una facciata di indifferenza.
Milo e Nadia si conoscono sui banchi di scuola, sarebbe meglio dire sullo stesso banco, perché loro non si sono mai visti, condividono lo stesso spazio in due momenti diversi. Per uno strano scherzo del destino stanno frequentando l’ultimo anno delle superiori, a breve ci sarò il diploma e poi la vita universitaria, Milo è in quella classe la mattina, Nadia il pomeriggio. La loro conoscenza ‘epistolare’ comincia il giorno in cui Milo trova una domanda scritta sul banco: Chi sei? Milo risponde e da lì ha inizio una relazione fatta di lunghe lettere, scritte sul banco in formica verde, in cui si raccontano tutto. Una corrispondenza che non li vedrà mai incontrarsi di persona, e nemmeno scambiarsi i rispettivi numeri di telefono, e terminerà bruscamente il penultimo giorno di scuola senza alcuna avvisaglia. Il destino però ci mette lo zampino e li fa incontrare e li fa riconoscere tredici anni dopo. Da quel momento Milo e Nadia accelerano i tempi, divorano la vita, si amano, si sposano e poi, col trascorrere del tempo, iniziano ad appassire senza nemmeno rendersene conto.
Fu un bel periodo, ci bastava quel che avevamo. Eravamo del tutto a fuoco l’uno negli occhi dell’altra. Fino quando, in questa progressiva resa al reale, arriviamo quasi a considerare quell’amore caldo, da cui tutto è partito, un ingrediente scontato o superfluo.
L’amore di cui ci parla Bussola è quello vero, non romanzato, non infiocchettato. Quello fatto di errori a cui non sai come rimediare, di difficoltà che non sai come affrontare, di paure che cerchi di nascondere per timore che non siano anche dell’altro.
Milo è un uomo che ama con tutto se stesso, un uomo che non può immaginare di continuare a vivere una vita costellata da questa distanza siderale che si è creata con Nadia. Un uomo che sbaglia ma lo fa col cuore, lo fa perché in qualche modo vuole tentare di rivedere la luce brillare negli occhi della moglie, vuole credere che il loro per sempre non sia questa copia sbiadita di ciò che erano all’inizio.
Milo risveglierà in voi una tenerezza inaudita, ci sono stati momenti in cui mi è venuto da piangere leggendo le sue parole, le parole di un uomo che non si è mai sentito abbastanza nei confronti della donna che ama. Un uomo che ha sempre subordinato le sue scelte a quelle di Nadia. Un uomo di una sensibilità unica che credo sia difficile riscontrare nella realtà. Milo vi conquisterà, vi terrà per mano durante l’intera narrazione della sua relazione, vi farà commuovere, vi farà riflettere e riuscirà anche a sorprendervi. Impossibile non sentirsi affini a lui che tenta il tutto per tutto per salvare se stesso, veder tornare a risplendere Nadia e puntare tutto sul suo amore per lei, un amore forte come il primo giorno in cui si sono promessi il ‘per sempre’.
L’invenzione di noi due è un romanzo che consiglierei a tutte le coppie di lungo corso, un libro perfetto per guardarsi dentro e fare autoanalisi. Perché spesso incolpiamo l’altro senza osservare il nostro atteggiamento e questo è il più grande degli errori che ogni persona possa fare all’interno di qualsiasi relazione.
La dedica di Matteo Bussola mi ha aperto una voragine nel petto
a chi si ama e non ricorda il perché
Quanti di noi danno per scontato chi ci sta a fianco da una vita? Quanti di noi lasciano scorrere la propria relazione come acqua tra le dita, senza provare nemmeno ad afferrarla? Quanti di noi pensano che il tempo accorcerà le distanze senza fare nulla per avvicinarsi a chi ha scelto, e abbiamo scelto, per condividere la vita con noi?
Tutte questo domande grazie a una sola frase, la dedica, potete solo immaginare il terremoto emotivo che scatenerà in voi la lettura completa di questo capolavoro. Io sono qui, disponibile per parlarne con chiunque avrà voglia di confrontarsi con me. Adesso dovete fare solo una cosa, correre in libreria a comprarlo, questo romanzo lo ricorderete per sempre, ve lo assicuro.
«Vorrei incontrarti ancora una volta per la prima volta»