Lei che non tocca mai terra di Andrea Donaera
Trama Miriam è in coma dopo un incidente. Andrea la conosce appena ma si è innamorato perdutamente di lei, e ora le siede accanto e le parla, tutti i giorni, perché riesce a sentire la sua voce. Le loro parole si incontrano in un limbo oscuro, dove Miriam ricostruisce i suoi ricordi e Andrea cerca di tenerla ancorata alla vita. Attorno al letto della ragazza si muovono altre figure, che attendono il suo risveglio. Ci sono Mara e Lucio, i genitori, già segnati da una tragedia che li ha allontanati l’uno dall’altra. C’è papa Nanni, il venerato santone esorcista, che vede in Andrea un allievo e in Miriam i segni del demonio. E infine c’è Gabry, la migliore amica di Miriam, che da Bologna le manda lunghi messaggi. In sette giorni, i racconti dei personaggi si alternano a svelare una trama di amore e morte, di salvezza e destino, dove la ragione sfuma nell’inconscio finché la realtà non deflagra e riprende il sopravvento.
Lei che non tocca mai terra di Andrea Donaera, libro di narrativa contemporanea pubblicato da NN Editore il 9 settembre scorso.
Tra peripezie varie ed eventuali, finalmente riesco a parlarvi di questo libro. E che libro ragazzi! Attendevo con grande aspettativa ed interesse il ritorno in libreria di Andrea Donaera. Un po’ perché il suo primo romanzo ha spopolato -e alla luce dei fatti dovrò proprio recuperarlo- e un po’ perché ne ho sentito parlare così bene che non potevo esimermi dalla lettura.
Con questa novità, dal Salento con furore, ci consegna una storia difficile da digerire se pensiamo alla drammaticità della situazione in cui versano i protagonisti, ma che allo stesso tempo è resa particolarmente fruibile dalla sua scrittura sapiente.
In primo luogo l’ambientazione facilita l’empatia: quel Salento terra di forti contraddizioni, quella Gallipoli con una faccia scura, molto diversa da ciò che il mondo crede di conoscere ed è abituato a vedere. In secondo luogo il linguaggio usato appunto da Donaera dà voce a quel sentire ancestrale, fatto di sangue e danza, di credenze e movimento, di urla e benedizioni, di dolore, amore e morte. Tutto così perfettamente mixato da ricordare un mash-up pop/nerd/gotico di periferia.
E ci piace. Oh se ci piace!
Miriam è in coma dopo un incidente ed Andrea, che è innamorato di lei, ora le siede accanto parlandole tutti i giorni. I loro dialoghi cadenzano i ricordi di Miriam e le giornate di Andrea, che tenta di ricomporre un proprio mondo dopo il suicidio del padre.
La ragazza riesce a comunicare, sfidando le leggi delle realtà e del raziocinio, e questa anomalia della logica diventa una presenza fantasmatica. Talmente forte da sembrare reale! E così, nel silenzio non silenzio, entrambi riescono a condividere il dolore, sfiorandosi unicamente con le parole. E purtroppo anche a ricordare.
Intorno a loro vorticano gli altri personaggi di questa tragedia: papa Nanni, il venerato santone esorcista che istruisce Andrea sull’uso del tamburello e che è convinto che Miriam sia indiavolata; Mara, la madre della ragazza, che soffre ancora per la morte di una sorella amatissima; Lucio, il padre di Miriam e fratello di Nanni, ed infine Gabry, la migliore amica della ragazza, che da Bologna le manda lunghi messaggi per riportarla in vita.
Sette giorni ad aspettare che Miriam si risvegli dal coma.
Sette giorni in cui Miriam, Andrea, Mara, Lucio, papa Nanni e Gabry raccontano le loro storie.
Intrecciandosi, confondendosi fino ad arrivare all’unica verità.
Tra veglia e sonno, in questo confine labile che è anche il passaggio tra la vita e la morte, Andrea Donaera confeziona una storia d’amore e di legami familiari. Sicuramente cruda e spietata quanto può essere la realtà ma anche magica, dove la ragione perde forza e viene sostituita da un inconscio potente, che si incarna nei luoghi, nei sacerdoti della superstizione e nei suoi nemici, fino all’atteso risveglio. Il confine -tra il luogo sicuro e l’incertezza- lo si attraversa mediante la fisicità delle carezze, con il dolore della sofferenza. Molteplici piani di lettura per un unico linguaggio che è anche l’unica chiave che ci permette di giungere infine alla salvezza.
Lei che non tocca mai terra è una storia sospesa quanto la vita di Miriam, una coralità di voci diverse e complementari che si muovono tra una nebbia densa, fatta di parole non dette ed energie opposte, e che quella vita provano a tenerla accesa. Un limbo che da etereo acquisisce consistenza col fluire delle pagine, si addensa di segreti che premono per venire a galla sfociando in una scrittura sanguigna ed esplosiva.
Ed è proprio il talento di Andrea Donaera a rendere questa storia estremamente speciale. Il misterioso fascino inquieto della prosa trasforma infatti una trama tutto sommato semplice in un groviglio di sensazioni da interpretare.
E’ sicuramente difficile parlare di questo libro perché racconta di emozioni interiori che scaturiscono dal buio profondo che risiede in noi. Dando voce alle pulsioni che sembrano arrivare direttamente dalle radici, difficilmente estirpabili, ci ricorda come il dolore non sia addomesticabile, a differenza della felicità.
Un libro non per tutti e non per tutti i momenti, eppure nonostante questo mi sento di consigliarlo perché le sue preziose parole possano arrivare al cuore di chi si ritrova ad averne bisogno.