Le sorelle del Mare del Nord di Anne Prettin

Trama I Kiessling appartengono all’isola di Juist come le maree. Perché al Mare del Nord non si può dire addio. Lo sanno bene Frauke, Theda e Marijke, cresciute su quelle spiagge, ma le cui vite hanno preso strade diverse. Ora, però, una cerimonia a cui non possono mancare le riunisce sotto lo stesso tetto insieme alla madre Adda e alla nonna Johanne. Il padre, Eduard, sta per ricevere una medaglia al valore. Per le sorelle Kießling non si prospetta una felice rimpatriata – troppi, in famiglia, i silenzi e i non detti –, ma mai si sarebbero aspettate di trovarsi di fronte una donna che assomiglia alla loro madre da giovane. Dice di chiamarsi Helen e di essere venuta dalla Nuova Zelanda con la speranza di riallacciare i rapporti con la famiglia. Solo che nessuno sa chi sia. Nessuno ha mai sentito il suo nome. Frauke, Theda e Marijke dovranno smettere di farsi la guerra per scoprire la verità. Una verità che affonda le radici in un luogo molto caro ai Kiessling: l’Hotel de Tiden, di cui sono proprietari. Lì, tutto ebbe inizio settantacinque anni prima. E lì, forse, si nasconde la chiave del mistero di Helen. Le tre sorelle dovranno ripartire da quel luogo che cambierà il futuro di ognuna di loro e sconvolgerà per sempre i fragili equilibri familiari.

Le sorelle del Mare del Nord di Anne Prettin, libro di narrativa in uscita domani 20 settembre grazie a Garzanti Libri.

Dieci sono i giorni che ho impiegato a portare a termine la lettura di questo libro, e devo ammettere che non è stato un percorso semplice, vuoi per lo stato d’animo non esattamente ben disposto a questo genere di romanzo e vuoi per il tipo di narrazione, a tratti molto pesante. Ogni volta che pensavo di abbandonarlo succedeva qualcosa che sollecitava la mia curiosità e mi spingeva ad andare avanti. E dopo aver voltato l’ultima pagina sono felice che la mia ostinazione abbia avuto la meglio sul temibile blocco del lettore che stavo attraversando, perché Le sorelle del Mare del Nord mi è esploso tra le mani in tutta la sua straordinaria e complessa bellezza. Siamo a Juist , una delle sette isole dell’arcipelago delle Frisone orientali appartenenti alla Bassa Sassonia che sfociano sul Mare del Nord. È qui che vive da generazioni la famiglia protagonista del romanzo. Isola tranquilla nella quale ancora oggi viene interdetto il traffico automobilistico, soggetta alle basse e alte maree, rifugio alla fine degli anni 30 dello scorso secolo di molti ebrei sfuggiti alla follia nazista. La storia parte nel 2008 e fa un viaggio a ritroso lungo 75 anni. Eduard Kießling è il primo cittadino in pensione di Juist e capostipite di una famiglia che sull’isola ha sempre vissuto e lavorato. È lui che ha preso in mano le redini dell’hotel gestito per anni dalla suocera Johanne e dalla moglie Adda, sempre lui che ha imposto il suo temperamento autoritario al resto della famiglia tarpando loro le ali.

Le tre figlie di Eduard e Adda, Frauke, Theda e Marijke, non sono particolarmente unite. I lunghi silenzi, il non detto hanno creato una frattura nel corso degli anni che pare insanabile. Anche Adda sembra imprigionata in un matrimonio non felice, non ha mai tollerato Eduard, non è mai riuscita ad amarlo e Juist ha rappresentato per lei una prigione dorata dalla quale è stato impossibile evadere. Ma adesso la famiglia intera è riunita sotto lo stesso tetto perché Eduard deve essere insignito di una medaglia al valore a coronamento di una lunga carriera politica, ed è mentre la famiglia è impegnata nei preparativi della celebrazione che irrompe in hotel Helen. La ragazza somiglia in maniera impressionante ad Adda da giovane, sostiene di essere stata adottata appena nata da una famiglia neozelandese e che ha intrapreso il lungo viaggio in cerca delle sue origini. Ma chi è Helen, e perché nessun componente della famiglia Kießling sembra bendisposto nei suoi riguardi? Per scoprirlo bisogna fare un viaggio a ritroso nel tempo e partire da dove tutto è iniziato 75 anni prima con le vicende della matriarca Johanne.

La donna era scappata da Juist durante gli anni del conflitto mondiale e si era trasferita a Dresda con la sua famiglia. Aveva fatto ritorno sull’isola da vedova e con due figli a carico prendendo le redini dell’hotel De Tiden. Con la figlia Adda aveva gestito la struttura ricettiva fino all’arrivo del dottor Kießling. Eduard, contratto matrimonio con la giovane Adda, aveva preso in mano le redini dell’intera l’isola, scalando tutti i gradini del potere. Che cosa concateni questa sfilza di eventi non posso assolutamente rivelarvelo per non rovinarvi il piacere della lettura, ma vi posso assicurare che sono stati questi elementi che si dipanano lentamente lungo il corso della trama a non farmi abbandonare il romanzo.

Le sorelle del Mare del Nord ha una struttura narrativa basata su più POV alternati e su continui salti temporali a ritroso nel tempo. Parto subito dicendovi che cosa non ho apprezzato del romanzo: una quantità spropositata di personaggi non tutti pienamente funzionali alla storia, che rendono dispersiva la narrazione e inutilmente lunga in più parti. Questi personaggi non sono delineati in maniera tale da rimanere impressi nella mente del lettore, la complessità dei loro nomi non facilita questo compito, anzi, lo rende più arduo.

Ma vi posso garantire che sono invece molteplici i punti di forza del romanzo, che è innegabilmente fortemente femminile. Sono le donne le protagoniste assolute del libro, la loro forza e determinazione, il non arrendersi mai di fronte alle avversità e la capacità di reinventarsi dopo una caduta. Adda è cresciuta con una madre silenziosa e poco affettuosa, ma è riuscita ugualmente a riempire d’amore le sue tre figlie, nonostante fosse imprigionata dentro un matrimonio non felice. Johanna ha saputo riscattarsi da un passato difficile e si è presa le sue rivincite, anche se il conto più salato lo ha fatto pagare alla figlia Adda. Sarà Helen il punto di rottura, colei che scoperchierà il vaso di Pandora, portando alla luce le ombre di questa famiglia. Perché, in fondo, come viene ripetuto in più parti del libro “ per far sì che una cosa possa aggiustarsi, prima deve rompersi.”

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