Le bugie che cantiamo alle onde di Sarah Underwood
Trama Nel regno di Itaca ogni estate si compie un sacrificio barbaro: dodici fanciulle vengono impiccate sulla spiaggia per placare la furia del dio Poseidone. Leto è una di loro: ostinata e tenace, ha tentato fino all’ultimo di sottrarsi a quel patibolo ingiusto, ma non ce l’ha fatta. Eppure la morte non sembra troppo interessata a portarla via con sé. Infatti, la ragazza si risveglia su un’isola misteriosa, dove è accolta da Melanto, una creatura dalla bellezza soprannaturale. È quest’ultima a spiegarle che i sacrifici di Itaca hanno origine in tempi lontani, da quando le dodici ancelle di Penelope vennero accusate di tradimento e uccise per ordine di Odisseo, e infine gettate nel mare. Un atto feroce e ingiusto che fece imbestialire Poseidone al punto che di lì in poi, come riparazione per quelle morti innocenti, pretese, ogni anno, il sacrificio di dodici fanciulle dell’isola. Una maledizione che perseguita le giovani donne di Itaca ormai da secoli. Ma esiste una possibilità per spezzarla una volta per tutte, questa maledizione: occorre uccidere l’erede al trono, il principe Mathias. Per riuscirci, Leto e Melanto dovranno entrare a far parte della corte e guadagnarsi la fiducia del ragazzo. Ma le cose non vanno come previsto. Divisa dal crescente amore che prova sia per Melanto sia per Mathias, Leto dovrà scegliere la strada da seguire: spezzare la maledizione, rinunciando a Mathias ma salvando migliaia di vite, o lasciare che le maree del destino li sommergano tutti.
Le bugie che cantiamo alle onde di Sarah Underwood, romanzo fantasy pubblicato da Mondadori oggi 26 settembre.
Inizierò questa recensione dicendovi che anche questa volta non ho letto la sinossi e la scelta decisiva è ricaduta sulla cover che mi ha colpita ed affondata. Avevo bisogno di un’altra lettura sui miti greci? Ovviamente no, ma sin da subito mi è stata chiara una cosa: questo libro non è una rivisitazione storica, men che meno dell’Odissea. Potrebbe sembrarlo ma no, decisamente non lo è.
Ma torniamo alle mie scelte alquanto discutibili.
Nonostante non sapessi cosa aspettarmi, il mood era così alto che piombare in una realtà Young Adult attraverso una rappresentanza LGBTQ mi ha letteralmente destabilizzata. Ah sì, la magia del background mitologico greco c’era tutta, ma credo di averla apprezzata nella sua interezza solo nel finale.
Perché diciamolo, questa storia mi ha letteralmente lasciata senza parole.
Leto è l’eroina per antonomasia, appassionata, forte e genuina. In una calda giornata estiva si risveglia, dalla morte, su un’isola a lungo dimenticata – di cui l’enigmatica Melanto è la custode. Sarà proprio questa ragazza dagli occhi verdi, con il potere di governare il mare, a ricordare a Leto cosa le è accaduto. Leto infatti è una delle dodici ragazze che Itaca sceglie ogni estate di impiccare barbaramente per placare l’ira del dio Poseidone. Ma c’è solo un modo per spezzare questa maledizione: Leto dovrà uccidere l’ultimo principe di Itaca o le maree del destino non lasceranno scampo a nessuno. Una Leto assetata di vendetta, per tutto ciò che ha sofferto, si prepara così a compiere il proprio destino soprattutto grazie all’aiuto inaspettato di Melanto.
Inutile dirvi che una volta entrata nella storia, entrambe hanno catturato il mio cuore con una buona dose di ironia e sentimento. Ma aimè non è stato sufficiente.
La me adolescente avrebbe apprezzato davvero tantissimo, ma da adulta devo dire che la trama risulta alquanto prevedibile, così come i colpi di scena rivelati sul finale ma evidenti praticamente dall’inizio della storia.
Tuttavia i personaggi, in particolare Leto e Melanto che costituiscono la relazione principale, risultano interessanti ed avvincenti tanto da guidare la storia. Menziono anche Mathias, l’unico protagonista maschile a mio parere degno di nota per complessità di sviluppo.
Una menzione anche per la scrittura di Underwood che risulta scorrevole ed immersiva al di là delle chiacchiere che circondano questo libro fin dall’uscita. L’autrice può non conoscere a fondo l’Odissea, ma qui il punto è il modo in cui è stata pubblicizzata la proposta, non certo il contenuto.
Sicuramente non siamo di fronte ad un retelling ma l’ispirazione è quella del poema epico in chiave Young Adult, quindi torniamo al nocciolo della questione: vogliamo viaggiare con la fantasia attraverso storie, seppur dolci amare, anche lontane dal nostro quotidiano?
Se la risposta è sì, allora questo romanzo fa al caso vostro, ancor di più se siete giovani ragazzi alla ricerca di novità librose!