L’amore è un terra straniera di Emily Robbins

Si dice che in arabo esistano novantanove modi per dire amore. Bea li conosce tutti, ma non le basta: per far sì che possa “crescerle in petto un cuore più grande”, si trasferisce a Damasco a vivere presso una famiglia del luogo e approfondire lo studio della lingua che da sempre la affascina più di ogni altra. Nel cuore del paese sull’orlo della guerra civile, Bea diventa testimone e strumento di un amore impossibile, quello tra Nisrine, un’umile e bellissima cameriera d’origine indonesiana, e Adel, il biondo poliziotto che ogni giorno la spia attraverso i vetri della finestra del quinto piano. Mentre le storie di tutti, protagonisti e comprimari, si intrecciano inestricabilmente le une alle altre, la città e la Siria intera precipitano in un baratro senza fondo di violenza e di sangue. Intenso e indimenticabile come i luoghi e la gente che racconta, L’amore è una terra straniera è una meditazione struggente sul potere dei sentimenti e delle parole.

Recensione a cura di Dannyella – L’amore è un terra straniera di Emily Robbins pubblicato da DeA Planeta il 13 novembre. 

Appena letta questa trama, mi sono precipitata su questo libro aspettandomi grandi emozioni. Il romanzo comincia in maniera perfetta con Bea, la protagonista, che riceve un pacco a casa con una miriade di foglietti dentro. Il mittente è Adel, il giovane poliziotto che Bea aveva conosciuto durante il suo soggiorno studio a Damasco per studiare la lingua araba. Inizialmente Bea era rimasta affascinata da Adel, dalla sua divisa e dai suoi capelli biondi, ma a quel tempo era una ragazzina e non sapeva cosa fosse l’amore, non sapeva cosa significasse amare, né cosa significasse perdere qualcuno che si ama. Fu proprio a Damasco, durante la sua esperienza studio, che Bea imparò tutto questo grazie a Nisrine, la ragazza indonesiana che faceva da domestica nella casa famiglia in cui Bea era ospite.

Non appena Bea riceve a casa tutti questi biglietti da parte di Adel si rende conto che si tratta di tutte le testimonianze della sua storia d’amore, alla quale lei ha fatto da spettatrice quando era in Siria e decide di mettere tutta la storia per iscritto. Un romanzo nel romanzo, quindi: fichissimo! Una storia ricostruita da lettere e biglietti: ancora più bello! Dopo aver letto il primo capitolo ero tutta in brodo di giuggiole, pregustandomi quello che questo romanzo sarebbe stato e poi… puff. Noioso. Non mi ha mai presa davvero né la storia d’amore, né il contorno e, stranamente, neanche i protagonisti. Un libro che dimenticherò in fretta.

Come dico sempre quando una lettura non mi appassiona probabilmente era il libro giusto al momento sbagliato e non sono riuscita ad apprezzarlo completamente. Attendo opinioni che mi contraddicano.

Da non dimenticare, però, l’ottima edizione a cura della casa editrice e la piacevole traduzione di Isabella Vay.

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