Lady Chevy di John Woods

Trama Amy Wirkner ha diciotto anni e tutta la vita davanti: intelligente e determinata, vuole andare al college e diventare una veterinaria, per lasciarsi alle spalle i bulli, che la chiamano Lady Chevy per il suo fondoschiena massiccio come una Chevrolet, e i suoi genitori, eredi di un retaggio culturale razzista e responsabili di pessime scelte. Come molti altri cittadini di Barnesville, Ohio, i Wirkner hanno infatti venduto i diritti di estrazione mineraria delle proprie terre alla Demont, che sta avvelenando l’acqua e gli abitanti, incluso il fratellino di Amy. Una notte, alla porta di Lady Chevy bussa Paul, il ragazzo di cui lei è innamorata, che vuole far saltare in aria una cisterna della Demont. Amy si lascia coinvolgere e dovrà fare i conti con un omicidio spietato, un assillante senso di colpa, e con l’enigmatico agente Hastings. Intrecciando toni noir e atmosfere di horror quotidiano, John Woods racconta un’America violenta e maltrattata, devastata da irrimediabili ambiguità morali. E ci regala Lady Chevy, una protagonista indimenticabile, che non ha paura del mostro nascosto nella sua anima ed è pronta a liberarlo pur di conquistare il cielo aperto del futuro. Questo libro è per chi da piccolo inseguiva il bagliore delle lucciole nei boschi, per chi ha intravisto l’abisso nelle pagine di Cuore di tenebra, per chi cambia le parole delle canzoni trasformandole in incantesimi, e per chi sa che andarsene non significa soltanto fuggire da qualcosa, ma anche correre incontro a ciò che da sempre sappiamo di meritare.

Lady Chevy di John Woods, thriller pubblicato da NN Editore il 21 gennaio appena trascorso.

Gli Stati Uniti sono la più grande democrazia del mondo. Il Paese dove partendo dal nulla puoi realizzare i tuoi sogni. Ma all’ombra della gloria, dietro il sogno americano, si nascondono contraddizioni che lo fanno sembrare piuttosto un’utopia.

Tre sono gli aspetti importanti e contraddittori degli Stati Uniti: violenza armata, povertà, emigrazione interna.

 La violenza armata torna costantemente alla ribalta sulle pagine dei giornali per episodi che coinvolgono soprattutto i giovani. Numeri alla mano, negli States ci sono più armi che persone. E se sentire spari è ormai la normalità, la violenza si è trasformata in un fenomeno radicato e trasversale che colpisce i gruppi più vulnerabili.

Nel frattempo gli effetti della crisi degli ultimi dieci anni incidono sul tessuto sociale, ampliando sempre più il divario tra ricchi e poveri.

La frattura tra città e zone rurali disagiate acuisce non solo il gap economico ma anche la polarizzazione politica, culturale ed elettorale del Paese. Da qui la necessità di fuggire dai piccoli centri postindustriali verso le città che creano occasioni, alla ricerca di una vita migliore.

Oggi, finiti gli anni del Trumpismo, l’emergenza sanitaria e le proteste di Black Lives Matters hanno fornito ai militanti di estrema destra l’occasione per uscire dall’ombra e scendere in strada, armi in pugno, mostrando al mondo il volto nascosto dell’America.

Chi come me ha viaggiato in America sa perfettamente che questa introduzione è basilare per comprendere davvero quello che sta accadendo. Infatti ciò che balza subito agli occhi del viaggiatore non sono solo le differenze oggettive col vecchio continente ma piuttosto ciò che non traspare dalla classica visione romanzata degli Stati Uniti.

E chi ha un minimo di spirito critico, dopo la lettura che vi sto per presentare, si ritroverà a rimettere in discussione le proprie convinzioni.

Lady Chevy, opera prima di John Woods, è una storia tanto crudele quanto travolgente che si presenta come una finestra spalancata sulla valle dell’Ohio più remoto. Geniale e cupo, l’autore descrive situazioni che potrebbero sembrare surreali, ma che invece sono perfettamente verosimili. A cominciare da Barnesville, la piccola cittadina rurale che diventa protagonista attiva della storia. Qui avviene l’inimmaginabile, eventi al confine tra ciò che è giusto o sbagliato che ribaltano ogni certezza nel lettore. Dal suprematismo bianco all’odio etnico, radicati a fondo nella comunità, si passa attraverso il degrado ambientale, il bullismo, la povertà, la violenza armata e la corruzione della giustizia. Possibile che esista davvero tutto questo male? Ebbene, siamo abituati a chiudere gli occhi di fronte a ciò che non riusciamo a comprendere, ma la sapiente scrittura di John Woods ci costringe a calarci in questo girone infernale e a seguirlo ipnotizzati fino all’ultima pagina.

Grazie a lui conosciamo l’adolescente Amy Wirkler, l’antieroina per eccellenza. Grassa tanto da guadagnarsi un soprannome -Chevy- degno del suo importante lato B, isolata ed emarginata, figlia di un padre debole ma sensibile e di una madre che giustifica allegramente la sua aperta infedeltà, Amy ha un bagaglio di parenti ingombranti: dal nonno, ex capo del Ku Klux Klan, a Tom, lo zio gentile e solidale segnato dalla guerra e saturo di odio razziale. Per Chevy l’unico per il quale vale la pena combattere è il fratellino malato, il resto è avvolto nella nebbia dell’apatia, una spessa corazza costruita per non soccombere alle difficoltà della vita.

Quando il suo migliore amico la costringe a un atto di vendetta che finisce tragicamente, Amy sorprende entrambi scoprendo un nucleo d’acciaio nascosto e una fredda determinazione a sopravvivere.

Così Amy si costruisce un mondo su misura, determinata a scontrarsi con chiunque minacci il suo obiettivo di andarsene, frequentare un buon college, diventare veterinaria e gettarsi alle spalle la sua vecchia vita in Ohio.

In questa storia incredibile, che si snoda attraverso i pensieri di Amy assolutamente lucidi ma folli, entra con crescente prepotenza il poliziotto Brett Hastings, il cui punto di vista si alterna a quello della protagonista. Sociopatico, amante di Nietzsche, un groviglio di parole e azioni oscure racchiuse in un involucro di blanda bellezza, l’agente è abbastanza sicuro che dietro i fatti accaduti in città ci sia Amy. Ma la sua idea di giustizia, in cui confluiscono il suo lato oscuro e gli studi filosofici, sfiora l’amoralità. Come deciderà di agire?

E mentre Amy cerca ragionevolezza e stabilità, continua la quotidianità di Barnesville, città malata non solo per il fracking. Ci sono omicidi e sparizioni irrisolte, la posta in gioco è alta e la suspense sul destino dei personaggi si fa sempre più febbrile.

In Lady Chevy la prosa elegante e potente di John Woods ci regala uno spaccato di vita atrocemente attuale che con la sua delicata spietatezza mette letteralmente i brividi.

Il fracking e le anime indesiderate e diseredate, i cattivi sentimenti, l’odio e il razzismo aspettano compimento, il tutto raccontato attraverso il complicato cammino di Amy verso l’età adulta. La protagonista capirà da che parte stare? Riuscirà a sottrarsi al morbo del razzismo, malattia ereditaria della sua famiglia? Comunque vada a finire, senza dubbio ci troviamo davanti a una protagonista femminile convincente, credibile, dura e fragile allo stesso tempo, che sbaglia, si rialza e trova la propria dimensione.

Dovete leggere questo libro perché è un capolavoro dal quale difficilmente vi staccherete. E nonostante faccia male al cuore, è crudo e reale al punto giusto per far aprire gli occhi a chi pensa che in America splenda sempre il sole. A chi non va oltre le luci dei grandi magazzini, le vie alla moda, Hollywood e i suoi attori. In America c’è molto più di ciò che luccica, e forse da queste parti la situazione non è molto diversa. Queste pagine valgono moltissimo per la riflessione che siamo chiamati a fare su noi stessi e su ciò che ci circonda.

 

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