La verità di Eve di Muna Shehadi

Eve Moore è vittima della routine: bloccata in una relazione stabile ma troppo prevedibile, e intrappolata in un lavoro che non le dà soddisfazione né alcuna possibilità di crescita professionale. Nemmeno nella famiglia può trovare conforto: lei e le sorelle sono ancora sconvolte da una recente scoperta riguardante la madre, Jillian Croft, famosa star del cinema venuta a mancare molti anni prima e che, a quanto pare, non avrebbe in realtà dato alla luce nessuna di loro.

In un momento di grande confusione e desiderosa di cambiamento, Eve vede la possibilità di mettersi in proprio e testare il suo talento di architetto, e così decide di accettare un incarico a Washington Island, dove involontariamente si ritrova sulle tracce della madre biologica e incappa in segreti inaspettati quanto complicati. Tuttavia, comincia anche a stringere nuovi legami – in particolare con Abigail, una ragazzina cacciata di casa dal padre dopo aver fatto coming out – e si rende conto che forse aiutare un’altra famiglia, quella di Abigail, a ritrovare l’unità di un tempo è la chiave per guarire il suo cuore ferito, e per tornare a guardare al futuro con speranza.

Secondo volume dell’imperdibile saga Figlie della Fortuna, ma perfettamente autoconclusivo nella trama, La verità di Eve è un viaggio turbolento tra scossoni improvvisi, sentimenti tenuti troppo a lungo sopiti e atavici dolori mai cancellati. Un viaggio che, al raggiungimento della meta, regala lo sconfinato potere del perdono, l’unica arma in grado di rendere liberi.

La verità di Eve di Muna Shehadi, secondo volume della trilogia Figlie della fortuna, contemporary romance pubblicato da Sperling & Kupfer il 22 giugno.

È davvero un peccato che si senta parlare poco di questa serie, mi interrogo spesso su cosa renda un libro famoso e non sono in grado di darmi una risposta, ma credo che questa trilogia abbia tutte le carte in regola per piacere a un pubblico molto ampio e che serva solo pubblicità per farla conoscere a più gente possibile. Le saghe famigliari vanno fortissimo negli ultimi anni, basti pensare alle Sette sorelle, ai Cazalet o ai Leoni di Sicilia, i lettori sono affamati di storie che abbracciano lunghi periodi e che narrano le vicende di molti personaggi legati tra loro, per questo mi sento di consigliare la trilogia delle Figlie della fortuna.

Certo non è semplice avere a che fare con Jillian Croft e le verità che escono pagina dopo pagina sono sempre più sconcertanti, se nel primo capitolo, La bugia di Rosalind, si poteva cercare di capirla e la sua situazione anomala provocava compassione nel lettore, in questo secondo non sarà per niente semplice accettare le fragilità di questa donna. Una donna pronta a tutto per la sua carriera, che pone se stessa di fronte a tutto, anche alla felicità delle sue figlie e di suo marito. Jillian non è una persona con cui è facile avere a che fare, lo sanno bene il marito e lo sa bene Eve, egoista e manipolatrice, non ha mai saputo porre un freno alla sua voglia di emergere e lo ha fatto in modi che hanno scottato la piccola Eve, ultimogenita della coppia.

Come avrete letto dalla trama Jillian non è la madre naturale delle sue tre figlie, anche se tutto il mondo ha seguito le gravidanze passo passo, ma era tutta finzione perché Jillian nonostante desiderasse con tutto il cuore avere dei figli non lo ha potuto fare perché affetta da una malattia che la rende sterile. Jillian però vuole provare la gioia di diventare madre e così costringe il marito a cercare delle donatrici, questo nell’anonimato e non come avverrebbe normalmente con una madre surrogata perché nessuno deve sapere che lei non può avere figli. Jillian quindi permette al marito di scegliere le donne con cui procreare e di avere dei rapporti con loro, rapporti che rendono la mente di Jillian ancora più instabile perché non è facile accettare una cosa del genere, nemmeno quando sei tu a chiedere che avvenga in questo modo.

Jillian è una donna estremamente fragile con un grandissimo carisma a cui è impossibile resistere e per le figlie essere costantemente messe a confronto con lei non è semplice, forse è per questo che Eve usa un altro cognome e non fa mai parola della parentela.

A differenza della sorella maggiore Rosalind Eve non ha nessuna intenzione di conoscere la madre naturale, non è interessata a scoprire quale donna l’abbia concepita col padre e messa al mondo per poi lasciarla alle ‘amorevoli’ cure di Jillian. Eve è un architetto in uno studio che non sembra apprezzare il suo valore ed è incastrata in una relazione che si sta trascinando da tempo, ma a cui non sa mettere fine. L’occasione per dare una svolta alla sua vita arriverà grazie alla compagna del padre che le darà la possibilità di lavorare in proprio e di affrontare il viaggio di cui ha bisogno. Un viaggio fisico che la condurrà lontano da casa, ma soprattutto un viaggio dentro se stessa per metterla di fronte ai suoi sentimenti e alle scelte che deve affrontare per essere felice e appagata.

Washington Island è la meta, Shelley, Abigail e Clayton sono le persone che permetteranno a Eve di aprire gli occhi e di capire che la sua vita si sta solo trascinando e che deve prenderla in mano adesso, questo è il momento di darle una svolta. Ma chi sono queste persone? Shelley e Clayton sono i suoi clienti, Shelley vuole costruire un cottage e la ospiterà per tutto il tempo necessario alla progettazione, Clayton vuole ampliare la casa in cui vive con una veranda e il loro primo incontro getta Eve nel panico facendole pensare che lui ci stia provando, ma è Abigail su cui voglio soffermarmi.

Abigail è una ragazzina che è fuggita di casa alla ricerca del suo padre biologico dopo una litigata coi suoi genitori che non accettano la sua omosessualità, convinti che possa guarire se ci mette impegno. Abigail sa che la sua condizione non è una scelta e che se i suoi l’appoggiassero potrebbe vivere felice e appagata, ma loro non sembrano in grado di capire di cosa ha bisogno e antepongono la loro fede ottusa all’amore per la figlia. Abigail è davvero forte e la sua irruenza mi ha conquistata, con lei ne vedrete delle belle, ve lo posso assicurare.

Sarà proprio grazie a Shelley, Abigail e Clayton che Eve inizierà a mettere in discussione molte delle sue convinzioni e comincerà a vedere tutto ciò che la riguarda da un altro punto di vista, questo era il viaggio di cui aveva bisogno per vedere dentro se stessa e per avere il coraggio di pronunciare a voce alta un episodio accadutole da bambina di cui non aveva fatto parola con nessuno tranne sua madre.

Spero di essere riuscita a incuriosirvi e che vorrete dare una possibilità a questa saga, io non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserva Il segreto di Olivia.

4 stelle

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