La sesta opera di Luca Centi

1863, New Orleans. Lavinia ha quindici anni e vive a villa Menard con zia Sabine fin da quando è rimasta orfana. Ma la famiglia Menard non è come le altre, fa parte delle cinque Famiglie eredi della Sibilla che anticamente ha scisso il suo Potere creando così le cinque Opere. Lavinia viene cresciuta come una Scevra, una semplice umana senza alcun dono, nel disprezzo della zia che non fa altro che definirla Mezzosangue. Nessuno conosce però il segreto della ragazza: nonostante non sia mai stata preparata per fare il suo ingresso nel Conclave delle Sibille, riesce comunque ad accedere al Limbo, la realtà che i Testimoni delle Opere del Futuro e del Passato proteggono. A Lavinia basta canticchiare mentalmente una Filastrocca per ritrovarsi in quel luogo incantato e poter scorgere attraverso i due Veli del Tempo. Il giorno dell’iniziazione di Claudia e Marcus, inaspettatamente però accade qualcosa di terribile e un’entità oscura annuncia che i cancelli del Limbo sono definitivamente chiusi. Solo Lavinia riesce ancora a creare un varco tra i due mondi e con l’aiuto di Marcus e Alistair, il primogenito di zia Sabine disconosciuto perché figlio di un amore proibito, scoprirà la terrificante verità su chi si cela davvero dietro le oscure ombre che hanno invaso il Limbo con lo scopo di soggiogare anche il mondo reale.

La sesta opera di Luca Centi, paranormal/fantasy pubblicato da La Corte Editore il 15 ottobre 2020.

Ero incuriosita da questo libro fin dalla pubblicazione, amo il genere fantasy e la trama mi sembrava parecchio intrigante. Non avevo mai avuto il piacere di leggere nulla di Luca Centi nonostante abbia già all’attivo diversi libri e La sesta opera mi è sembrato un buon modo per iniziare.

I personaggi che si muovono sulla scena sono davvero tanti, personalmente avrei trovato utile un ‘albero genealogico’ anche solo per comprendere le suddivisioni dei poteri delle grandi famiglie e i ruoli che vengono ricoperti sia dai protagonisti che dalle comparse. Ammetto di essermi sentita spaesata a un certo punto e di essere dovuta tornare indietro alla ricerca di alcune nozioni che mi ero persa. Questo non è imputabile all’autore, ma alle mie scarse doti di memorizzazione, sono davvero una frana coi nomi.

Il libro si apre con la sparizione di Yvonne, mamma di Lavinia e sorella di Sabine, di cui non vi è più traccia, così Sabine prende Lavinia a vivere con sé. Ma che fine ha fatto Yvonne? Lavinia cresce con la cugina Claudia, di poco più grande di lei, ma non viene trattata da sua pari dalla zia Sabine e Lavinia fatica a comprenderne il motivo. Appena tornata da un istituto per signorine e nobili fanciulle si rende conto che Claudia è cambiata e la degna di ben poche attenzioni. Lavinia non riesce a spiegarsi questo cambiamento di rotta ed è pronta a scoprire cosa si nasconde dietro questo comportamento così distaccato nei suoi confronti. A vivere con loro è giunto un cugino alla lontana di nome Marcus, per fortuna, a differenza di zia Sabine e Claudia, lui è gentile con lei e non la esclude ogni volta che entra in una stanza. Anzi sembra parecchio incuriosito dal suo carattere e dalla sua vivacità. Lavinia non è certo una ragazza che passa inosservata, è un tornado pronto a travolgere chiunque capiti sul suo cammino e se anche l’idea di debuttare in società sia per lei allettante, la cosa che più la intriga è scoprire cosa zia Sabine stia combinando quando tiene lezioni private a Claudia e Marcus.

Lavinia viene tenuta all’oscuro di tutto e cresciuta come una Scevra, un’umana senza alcun potere, anche se zia Sabine non le risparmia l’appellativo di Mezzosangue, perché Lavinia è figlia di un uomo che zia Sabine non ha mai approvato, suo padre è infatti un Cavendish. In Lavinia potrebbero risiedere quindi due poteri, quello dei Menard, Testimoni del Passato e quello dei Cavendish, chiamati Mietitori. Lavinia non ne ha mai fatto parola con nessuno, ma ha già sperimentato il potere dei Menard ed è in grado di entrare e uscire dal Limbo a suo piacimento, senza nessuna iniziazione e senza alcuno sforzo. Nessuno le ha insegnato come fare, ma le basta una filastrocca che la madre le cantava da piccola e si ritrova a scorrazzare per il Limbo e a guardare tra i veli del passato senza particolare impegno. Se lo sapesse zia Sabine cosa direbbe? Come minimo la farebbe rinchiudere da qualche parte vista l’avversione ingiustificata che pare avere nei suoi confronti. Per fortuna non tutti sono come lei, lo zio Alfred, poco presente perché sempre in viaggio, la tratta come una figlia, riversa su di lei tutto il suo affetto appena possibile e non manca di dirle di essere orgogliosa del nome che porta, di smetterla di sentirsi diversa. Un nuovo alleato per Lavinia sarà Marcus che, nonostante non possa dirle apertamente cosa faccia tutto il giorno con zia Sabine e Claudia non è ermetico come loro, adora passare del tempo in compagnia di Lavinia e apprezza la sua parlantina sciolta e il suo modo di fare indisciplinato. Ben presto i due si troveranno a vivere un’avventura che non avrebbero mai immaginato, un’avventura che coinvolgerà anche Alistair, primogenito di zia Sabine e in rapporti a dir poco pessimi con la madre.

Insieme dovranno sconfiggere la presenza oscura che minaccia di distruggere il mondo ultraterreno e non solo, perché impossessandosi del Limbo può soggiogare tutti quelli che vi hanno accesso e portarli a compiere dei sacrifici per lei. Solo Lavinia riesce a varcare i cancelli, forse proprio per i poteri di entrambi i genitori che risiedono dentro di lei, ma ha bisogno di Marcus e Alistair, due ragazzi che non potrebbero essere più diversi, ma che sono mossi dall’affetto che nutrono per lei.

Parlare di La sesta opera non è per niente semplice perché è un libro denso di avvenimenti e molto complesso. Impossibile staccarsi dalle pagine, lo stile dell’autore è coinvolgente, la storia trascinante e la sua giovane protagonista una forza della natura. Ho amato la sua caratterizzazione e mi sono piaciute anche le parti in cui ha dato spazio alla frivolezza tipica di quell’epoca in cui per una ragazza il debutto in società e i corteggiatori erano tutto. Lavinia ha in sé la malizia della sua età e la forza di una donna pronta a tutto per difendere il mondo che conosce e salvare l’umanità. Oltre a Lavinia abbiamo due coprotagonisti di tutto rispetto, Marcus e Alistair non potrebbero essere più diversi, uno gioviale, l’altro tormentato, ma entrambi sono affascinanti e intriganti. Personalmente non so chi scegliere, ma per fortuna questo non è un problema di Lavinia visto che Alistair è suo cugino mentre Marcus un lontano parente di cui non conosceva nemmeno l’esistenza, cosa che cerca sempre di rimarcare.

Non vorrei sbagliarmi, ma il capitolo finale lascia aperta una porta per un seguito e io spero vivamente che Luca Centi ci stia già lavorando perché mi piacerebbe molto scoprire come evolverà la storia e quale ruolo Lavinia avrà in futuro, certa che sia una leader nata.

Insomma smeraldi non potete permettervi di lasciarvi sfuggire La sesta opera di Luca Centi, un paranormal/fantasy pieno di oscurità, mistero e con una protagonista per cui non potrete fare a meno di tifare che potrebbe soddisfare chi ha amato un libro dello stesso genere che ha alcune caratteristiche in comune, La nona casa di Leigh Bardugo.

4 stelle

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Una risposta

  1. 1000storie1000vite ha detto:

    Ah, quando ci sono tanti perosanggi io mi incarto sempre.! Mi hai proprio incuriosita!

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