Review Party – La sciarpa ricamata di Susan Meissner

Trama Una sciarpa, due donne: un secolo le separa, il destino le unisce
Ellis Island, settembre 1911. Dopo aver perso l’uomo che amava, Clara ha scelto di prendersi cura degli emigranti che ogni giorno approdano all’isola, in attesa di ottenere il visto d’ingresso negli Stati Uniti. Un giorno, tra le migliaia di persone, un uomo attira la sua attenzione. Ha la febbre, forse è destinato a morire, e non si separa mai da una bellissima sciarpa con un motivo floreale su cui è ricamato un nome: Lily…
Manhattan, settembre 2011. Taryn lavora in un negozio di tessuti nell’Upper West Side. Rimasta vedova, è faticosamente riuscita a trovare un nuovo equilibrio e un po’ di serenità. Ma non riesce a cancellare il ricordo del giorno in cui le Twin Towers sono crollate, seppellendo suo marito. E neppure a cancellare il senso di colpa: lei infatti si è salvata grazie a uno sconosciuto che ora, a distanza di dieci anni, bussa alla sua porta, portando con sé la sciarpa che Taryn aveva quel giorno: una sciarpa antica, con un motivo floreale….

la sciarpa ricamata

Recensione di Veronica – Oggi partecipiamo al Review Party dedicato a La sciarpa ricamata di Susan Meissner, edito Tre60.
Il romanzo ci presenta due donne fragili e forti allo stesso tempo che si raccontano a un secolo di distanza l’una dall’altra senza sapere che in fondo i loro destini sono uniti. Il libro si fonda sul parallelismo di queste due donne, a cui sono affidate le voci narranti. Due donne che hanno sofferto la perdita della persona amata e cercano con tutte le forze di sfuggire da quel dolore e dal senso di colpa che le perseguita.
Clara è un’infermiera in servizio ad Ellis Island nel 1911. Si è trasferita sull’isola dopo aver perso l’uomo che amava in un incendio alla fabbrica dove entrambi lavoravano, dovendo assistere impotente alla sua morte. Ora l’isola è il suo rifugio, il suo posto sicuro che le impedisce di soffrire, di ricordare, l’isola la tiene lontana da quel luogo che ogni notte si affaccia nei suoi incubi.
“Mi resi conto di aver bisogno di un luogo intermedio. Non della casa dei miei genitori in Pennsylvania, né di Manhattan, dove c’era stato Edward. Ma di un luogo a metà, dove avrei potuto aspettare di alleggerirmi da quel peso.”
Clara non lascia mai l’isola, nemmeno nel fine settimana quando le sue colleghe raggiungono Manhattan per trascorrere il sabato sera ballando. A tenerla lontana da quel luogo, non è il ricordo del pericolo scampato, ma il trauma della perdita di Edward che si trovava intrappolato al nono piano perché stava aspettando lei.
Un giorno, nella lunga fila di immigrati che non avevano passato l’ispezione sanitaria e attendevano di conoscere il loro destino, un uomo, solitario, sofferente e pacato attira la sua attenzione. Al collo porta una sciarpa arancione, femminile, con un motivo di calendule e un nome ricamato sopra, Lily…ma accanto a lui non c’è nessuna donna.
Andrew ha perso la moglie sulla nave che li ha portati in America, a causa di un’epidemia di scarlattina, malattia che anche lui potrebbe aver contratto, motivo per cui dovrà essere ricoverato in quarantena e non potrà lasciare l’isola fino a ordine contrario.
E’ il dolore della perdita della persona amata a unirli. Il fatto di vivere in una sorta di limbo in cui sembra impossibile lasciare andare coloro che hanno perso crea tra Clara e Andrew un legame speciale.
“Avevo lasciato che il mio dolore s’intrecciasse al suo, tanto che mi era diventato difficile capire dove finiva l’uno e cominciava l’altro.”
Ellis Island non era la casa di nessuno, non era il posto in cui vivere, era una sorta di purgatorio in cui guarire dalle proprie ferite e in cui Clara aveva bisogno di stare “Per tutto il tempo che servirà a trasformare la cosa che ho perduto in una cosa che posso lasciar andare.”
la sciarpa ricamataUn secolo dopo a Manhattan Taryn vive con sua figlia nell’appartamento sopra il negozio di tessuti nel quale lavora. Taryn si porta dietro da 10 anni un enorme senso di colpa per la perdita del marito. L’11 settembre 2001 Kent si trovava in cima alla torre Nord, quando il primo aereo si era schiantato. Lui non avrebbe dovuto essere lì, ma stava aspettando lei, nel luogo in cui avevano festeggiato il loro sesto anniversario. Il fatto che fosse al 106° piano, lo rendeva perfetto perché lei gli avrebbe dato la notizia di essere incinta e lui sarebbe stato “al settimo cielo” . Poco prima di uscire di casa riceve la telefonata della signora Staurer che le chiede di passare presso il suo hotel, che si trova a cinque minuti a piedi dalla Torre Nord, per ritirare un cimelio di famiglia, una sciarpa arancione con un motivo di calendule in modo da poter trovare il tessuto uguale per produrne una replica da consegnare alla cugina.
Questa deviazione non prevista fa tardare Taryn che quando esce dall’hotel assiste impotente allo schianto dell’aereo sulla torre. Il pensiero va immediatamente all’uomo della sua vita. Cerca il telefono per avvisarlo ma scopre di averlo dimenticato a casa e quando la torre crolla anche lei cade a terra inerme. Deve fuggire prima di essere investita dai detriti. Le forze gli mancano, ma un fiorista che ha il negozio proprio accanto la solleva e la allontana più che può.
Sono passati dieci anni. Una foto di quel giorno comparsa oggi su una rivista, la ritrae con una sciarpa arancione al collo, in compagnia di quell’uomo, il fiorista che l’ha salvata. E’ giunto il momento per Taryn di rispondere a tutte le domande di sua figlia, è ora di aprire il vaso di Pandora e far uscire le emozioni. Trovare la sciarpa, che cerca disperatamente da dieci anni, e l’uomo che quel giorno le ha salvato la vita. Che fine avranno fatto lei e il suo Salvatore?
“Prima che pubblicassero quella foto, non mi ero resa conto di non essere a posto, mentalmente. Era come…se mi trovassi in uno strano luogo intermedio dove non sapevo cosa credere e nemmeno mi rendevo conto di essere bloccata lì.”
Si tratta di un romanzo bellissimo, di un intreccio studiato alla perfezione. E’ la storia di due donne che credono di essersi perse a causa dell’amore, ma che invece dall’amore erano state salvate. Perché l’amore, seppur rischia di farti soffrire, togliendoti all’improvviso la persona che ami, “è l’unica vera costante in un mondo fragile
La storia di queste due donne vissute ad un secolo l’uno dall’altra, impossibilitate a tornare indietro e incapaci di andare avanti, è intrecciata dal destino. Il destino che ha la forma di una sciarpa arancione con un motivo di calendule che ha permesso a Clara di lasciare il suo luogo intermedio, l’isola, per salvare Andrew e riuscire così a chiudere un capitolo del suo passato liberandosi dal peso del senso di colpa di aver perso l’amore della sua vita solo perché si era innamorata di lui. E la stessa sciarpa, ha permesso a Taryn di salvarsi permettendo a sua figlia Kendal di venire al mondo e a lei di credere nuovamente nell’amore.
“Chi può dire che cosa avremmo fatto in circostanze diverse, se avessimo avuto la possibilità di fare scelte diverse?”
Trovo questa citazione del romanzo molto significativa e reale. La vita è un continuo effetto “Slinding Doors”, ogni scelta ha una conseguenza, ma non ci è data la possibilità di tornare indietro per prendere un’altra strada. Dobbiamo solo essere in grado di accettare la realtà e pensare che tutto accade per una ragione. Perciò bisogna andare avanti, lasciarsi in qualche modo il passato alle spalle ed essere felici.
Il romanzo è narrato dal punto di vista delle due donne. La narrazione è fluida e scorrevole. Lo stile dell’autrice mi ha colpito, il suo modo di raccontare queste due vite mi ha tenuto incollata al libro. E’ un romanzo che vi consiglio di leggere, se amate le storie emozionanti e non temete qualche lacrima, e che spero apprezzerete.

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