La scelta di un’estate di Asia Tavoletti
Ogni anno, Katie trascorre le vacanze estive nella cittadina di Sag Harbor, facendo surf e divertendosi con i suoi amici di sempre: Alice, Andrew, Luke, Nicholas e Alex. Ma quest’estate sarà diversa. Katie si è appena diplomata, e ha scoperto di aver vinto una borsa di studio di due anni per la Sorbona. Le settimane davanti a lei saranno le ultime di spensieratezza, prima di entrare nel mondo degli adulti. Quindi decide di viverle appieno, senza preoccupazioni. Però non aveva messo in conto Alex, che, all’improvviso, sembra considerarla più di un’amica. Alex non è una persona facile. È lunatico, ombroso, a tratti ostile. Eppure anche Katie inizia a provare un’attrazione irresistibile per lui. La situazione si complica quando conosce Nick, un ragazzo dolce, ma anche un po’ arrogante e dal carattere spigoloso. Di colpo Katie si trova tra due fuochi. Due ragazzi simili ma al contempo estremamente diversi, in lotta tra loro per conquistarla. Tra problemi di cuore, paure e sogni, Katie si troverà costretta a prendere una decisione: chi è la persona giusta per lei? Chi dovrà scegliere per partire in autunno senza lasciarsi rimpianti alle spalle?
La scelta di un’estate di Asia Tavoletti, new adult pubblicato da BookRoad il 22 aprile.
Non so nemmeno da dove partire per parlarvi di questo libro perché voglio essere sincera, ma con i dovuti modi e quando un libro ti delude sotto tutti i punti di vista non sempre è facile esprimere la propria opinione. La trama mi aveva incuriosito e della cover mi ero innamorata a prima vista, purtroppo la lettura non è stata all’altezza delle aspettative.
Sono fan del genere, adoro i romanzi i cui protagonisti abbracciano questa fascia di età, e mi aspetto degli errori da loro perché sono ragazzi giovani e possono sbagliare, ma qui non stiamo parlando di immaturità, siamo di fronte a una mancanza totale di spessore nella caratterizzazione di tutti i personaggi. Non sono riuscita ad apprezzare nessuno di loro, nemmeno i genitori che fanno qualche comparsa. La scrittura di Asia Tavoletti è acerba, il lessico semplice, questo non è un difetto sia chiaro, ma quello che più mi è mancato è il pathos. Si susseguono degli eventi, senza alcuna aspettativa, anche le cose belle che accadono alla protagonista vengono buttate in pasto al lettore come se fossero logiche conseguenze, quando noi di tutto il pregresso non conosciamo nulla. L’evoluzione della trama è inconsistente, un’accozzaglia di situazioni che vengono prese e gettate nel calderone per provocare stupore in chi legge, ma non sortiscono l’effetto sperato. In me hanno scatenato solo un grande fastidio. La nota più dolente è senza dubbio alcuno Katie, la protagonista. L’ho trovata a dir poco insopportabile, mi è già capitato di non empatizzare con la protagonista di una storia, non è certo la prima volta, ma qui siamo oltre la mancanza di empatia, Katie è la quintessenza di tutto ciò che non vorrei mai leggere. Tralasciando la sua indecisione che per me non costituisce un problema, ho scelto questo libro anche per questo, ma tutte le sue scelte e le sue parole sono fastidiose, non riesce a essere coerente nemmeno con i suoi pensieri, si atteggia da donna vissuta e poi si comporta da ragazzina immatura.
Ero certa di trovare un rapporto di amicizia consolidato, credevo che con Alex ci fossero molte più certezze visti gli anni di conoscenza e invece sembrano due estranei che si ritrovano ogni tanto a condividere lo stesso spazio e che di punto in bianco iniziano a provare qualcosa, ma non vogliono farlo sapere all’altro perché sarebbe sintomo di debolezza dirlo per primo. I presupposti non erano però questi, dalla trama si intuiva il carattere schivo e riservato di Alex, ma addirittura renderlo bipolare mi pare un pochino troppo, durante la narrazione sembra di trovarsi di fronte a dottor Jekyll e mister Hyde. Va bene che deve essere ombroso, lunatico, ostile, ma deve comunque esserci un equilibrio e l’autrice non è riuscita a trovarlo. Il tutto è stato reso ancora più difficile quando ha fatto il suo ingresso sulla scena l’antagonista, Nick. Lui è stato caratterizzato ancora peggio di Alex, cosa che non credevo possibile in tutta onestà, se vuoi creare un triangolo devi ideare due personaggi in grado di far vacillare a ogni pagina le tue certezze, non possono essere entrambi insignificanti. Manco a sedici anni sarei stata interessata a loro due.
Ora, mi rendo conto di essere stata parecchio dura, ma per me questa lettura non solo è stata difficoltosa, ma anche parecchio snervante e non sarei riuscita a esprimermi diversamente da così. Certo mi rendo conto che la mia mancanza di entusiasmo per La scelta di un’estate potrebbe essere imputabile alla mia età, ma leggo moltissimi libri young adult e new adult e alcuni tra questi li amo follemente. Avrei voluto una maggiore maturità non tanto nei protagonisti quanto nelle scelte dell’autrice, perché spesso, come affermava uno dei più grandi architetti di tutti i tempi, Ludwig Mies van der Rohe, less is more.
Ciao Sonia!
Innanzitutto grazie per la tua recensione. È soprattutto dalle critiche che si cresce e io ti ringrazio per quelle che sono costruttive. Cercherò di migliorare assolutamente, anche perché questo è il mio primo obiettivo.
Detto questo mi dispiace che non ti sia piaciuto, voglio dire, “de gustibus non disputandum est”, a proposito di citazioni 🙂
l’unica nota negativa della tua recensione è forse, se posso permettermi, la leggerezza con la quale hai dato dei giudizi.
Procedo in ordine: la protagonista non necessariamente deve rispecchiare i canoni della brava ragazza indecisa che prende delle scelte giuste o che è sicura di ciò che fa.
Il calderone è il complimento più bello che potessi farmi paradossalmente, sai perché? Le emozioni adolescenziali sono un minestrone di contrasti e indecisioni.. se è passato questo anche attraverso gli avvenimenti ne sono felice.
I protagonisti maschili sono reali e io li ho descritti per come li ho vissuti quando ero adolescente, e a me sono piaciuti molto.
Non comprendo il consiglio sul “less is more” se però il contenuto in sé è semplice.. senza contare che è ciò che volevo far passare: la semplicità e al contempo il contrasto.. a quel punto diventa solo un gusto personale.
Mi dispiace che tu non abbia colto gli spunti di riflessione.
Concludo, oltre che ringraziandoti, invitandoti a leggere il secondo libro e sai perché? Perché spero tu possa ricrederti. Ci tengo particolarmente. Non appena uscirà avrei piacere ad inviarti io stessa il secondo romanzo, nella speranza che tu possa intravederci la crescita dei personaggi, (che è ciò che vorrei rappresentare nella trilogia), e molti spunti di riflessione. Senza contare un nuovo linguaggio e dei personaggi un po’ più coscienti.
Buon lavoro