La rilegatrice di storie perdute di Cristina Caboni
TRAMA La copertina finemente lavorata avvolge le pagine ingiallite dal tempo. Con gesti delicati ed esperti Sofia sfiora la pelle e la carta per restaurare il libro e riportarlo al suo antico splendore. La legatoria è la sua passione. Solo così riesce a non pensare alla sua vita che le sta scivolando di mano giorno dopo giorno. Quando arriva il momento di lavorare sulle controguardie, il respiro di Sofia si ferma: al loro interno nascondono una sorpresa. Nascondono una pagina scritta a mano: è la storia di una donna, Clarice, appassionata di arte e di libri. Un’abile rilegatrice vissuta nel primo Ottocento, quando alle donne era proibito esercitare quella professione. Una donna che ha lottato per la sua indipendenza. Alla luce fioca di una candela ha affidato a quel libro un messaggio lanciato nel mare del tempo, e una sfida che può condurre a uno straordinario ritrovamento chi la raccoglierà. Sofia non può credere al tesoro che ha tra le mani. Quella donna sembra parlare al suo cuore, ai suoi desideri traditi. È decisa a scoprire chi sia, e quale sia il suo segreto. Ad aiutarla a far luce su questo mistero sarà Tomaso Leoni, un famoso cacciatore di libri antichi ed esperto di grafologia. Insieme seguono gli indizi che trovano pagina dopo pagina, riga dopo riga, città dopo città. Sono i libri a sceglierci, e quel libro ha scelto Sofia. Dopo più di duecento anni, solo lei può ridare voce a Clarice. E solo la storia di Clarice può ridare a Sofia la speranza che aveva perduto. Perché la strada per la libertà di una donna è piena di ostacoli, ma non bisogna mai smettere di mirare all’orizzonte.
Recensione di Margherita – La rilegatrice di storie perdute di Cristina Caboni
Il coraggio può nascondersi tra le pagine di un libro?
Dopo “Il sentiero dei profumi” e “Il giardino dei fiori segreti”, Cristina Caboni torna con un nuovo emozionante romanzo, edito da Garzanti.
Sofia Bauer è una donna di 32 anni con la passione per i libri e la legatoria, solo quando è a contatto con essi riesce a non pensare alla sua vita che, giorno dopo giorno, le sta sfuggendo di mano. Il contatto con la natura le è di fondamentale aiuto per ritrovare la pace in se stessa, ormai non si riconosce più, si sente cambiata nel profondo. Il rapporto con suo marito Alberto, da tempo,ha iniziato a logorarsi, pian piano ha rinunciato a tutto per lui, al lavoro, agli amici ed ai suoi interessi, si sente sempre più sola e preda ormai delle sue critiche e accuse è senza più fiducia in se stessa. Dopo l’ennesima conferma delle mancanze nella sua vita, si ritrova a vagare per Roma e poco dopo ad entrare in una vecchia libreria. Tra i tanti volumi di scrittori appartenenti a secoli passati, le viene regalato un libro dello scrittore Christian Philipp Fohr. Il libro è in pessimo stato e il libraio, dopo un primo tentennamento, glielo affida per la sua rilegatura. Per lei è come un nuovo inizio, un ritorno alla sua passione più grande. Quando inizia la sua opera di restauro si accorge che c’è qualcosa di strano, all’interno di una delle controguardie, c’è una tasca in cui è contenuta una lettera scritta a mano da una donna: Clarice. Una rilegatrice vissuta nell’ ‘800, un’amante dei libri e dell’arte, fatto piuttosto insolito per una donna di quell’epoca, in cui lavorare non era consentito. La lettera appare come un testamento, con all’interno la sua storia e una sfida, diretta a chi fosse stato in grado di cogliere il significato dei messaggi in essa contenuti. Sofia era convinta di avere tra le mani una delle tante copie del libro di Fohr, che lei amava già dai tempi dell’università, invece si era rivelato tutt’altro, una prima edizione, con un’altra storia, altri luoghi e altri personaggi.
Coinvolta dai sentimenti e dalle sensazioni che Clarice ha riversato in nella lettera, Sofia è attratta dall’idea di intraprendere una ricerca alla scoperta di quella donna con cui sembra essere tanto affine.
È solo un caso che il libro sia stato dato proprio a lei?
Perché nascondere quella lettera proprio in un libro di Fohr?
Che legame c’è da Clarice e quel libro?
Dopo un semplice tocco a quel libro, altre mille domande iniziano ad affollarsi nella sua mente, basta solo sfiorare quelle pagine ingiallite che, per lei, il tempo sembra fermarsi.
Ad aiutarla in questa ricerca c’è Tomaso Leoni, un esperto di grafologia e cacciatore di libri antichi, si accorge subito che dietro quel vecchio volume, e nella lettera in esso contenuta, c’è qualcosa di più grande e non può lasciarsi sfuggire l’opportunità di scoprire cosa si celi dietro ad essa. Tomaso e Sofia inizieranno il loro viaggio verso altri indizi per ridar voce ai pensieri ed emozioni di Clarice, una donna forte e coraggiosa, fino a riportare alla luce quello che è stato nell’ombra per tanti anni. Riusciranno nella loro impresa?
Sofia viveva in una prigione personale ma, da quando Clarice è entrata nella sua vita, qualcosa dentro di lei è iniziato a cambiare, ora desidera di più per sè stessa. Ha evitato di cambiare la propria vita pur di non perdere quello che credeva fosse di grande valore, mentre in realtà non era altro che debole cristallo, fragile di fronte alle intemperie. Si riconosce in quella donna e la sua presenza, con quelle lettere, le è di supporto donandole quel coraggio che a volte le manca e spingendola così a lottare per quello che desidera.
“Libertà. Un concetto che adesso assumeva tutta una serie di sfumature. Poche persone sono davvero capaci di vivere una vera e totale libertà. Si tratta di scelte, di consapevolezza, di estremo coraggio. La maggior parte della gente preferisce muoversi all’interno di confini stabiliti da altri.”
Una sola parola: MERAVIGLIOSA!
Una storia sorprendente, emozionante, ben costruita e di una profondità che non mi sarei mai aspettata leggendo la sinossi. Lo stile della Caboni è coinvolgente e delicato, un mix di tanti elementi essenziali per un libro unico: amore, mistero, forza, coraggio e voglia di libertà. Mi sono emozionata molto leggendo il finale, non me lo aspettavo così e mi è persino sfuggita qualche lacrima di felicità. I capitoli si alternano tra eventi del presente ed eventi del passato, rendendo tutto molto chiaro e lineare. È un libro sulle donne, è dedicato a tutte noi, sulla forza che possediamo e su quanto possiamo fare con essa, non solo per cambiare il mondo ma anche noi stesse. Nei secoli passati, e nel caso di questo libro nell’ ‘800, le donne non avevano potere o alcuna voce in capitolo, il loro ruolo nella società era solo quello di procreare, occuparsi della casa e del marito, null’altro, era inconcepibile avere opinioni, libertà di dedicarsi all’arte o alla cultura e soprattutto avere un lavoro. Ma alcune donne, seppur vivessero in quegli anni difficili, combattevano contro i pregiudizi per affermare la loro indipendenza e per non farsi sopraffare dall’uomo o dalla società stessa. Per questo ho ammirato e amato, oltre ogni misura, il personaggio di Clarice, una donna che ha avuto il coraggio di opporsi ad un destino che le era già predestinato, ha combattuto senza arrendersi o lasciarsi sopraffare dagli eventi della sua vita. Nonostante tutte le difficoltà, praticando anche un’arte proibita alle donne. I libri erano la sua finestra sull’immaginazione, le permettevano di fuggire dalla realtà in cui viveva. Le storie di Clarice e Sofia sono in qualche modo complementari, entrambe in continua lotta per l’indipendenza, schiacciate o oppresse dal genere maschile e dai loro comportamenti, ritenute inadatte ad un ruolo diverso da quello a loro destinato. Anche se vissute in epoche diverse, sono fortemente affini una all’altra sia per i pensieri che per i sentimenti provati.
Il loro è un legame invisibile che attraversa il tempo.
Ma dietro tutto questo c’è molto di più, la ricerca di Sofia e Tomaso non si fermerà lì, scaverà più a fondo di quanto pensassero e immaginassero, scoprendo e riportando alla luce ricordi sepolti da anni.
“Quanti uomini hanno datato l’inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro! Forse esiste per ognuno il libro che potrà spiegare i nostri miracoli e rivelarne di nuovi.”
Henry David Thoreau, Walden
È il primo libro che leggo di Cristina Caboni e mi ha molto colpita, senza dubbio leggerò anche i prossimi e recupererò le sue precedenti opere. Leggetelo perché ne vale davvero la pena!