La ragazza degli orsi di Sophie Anderson
La mia mamma adottiva, Mamochka, dice che avevo all’incirca due anni quando mi trovò fuori dalla grotta dell’orsa. Dice che me ne stavo in piedi nuda nella neve, ma con le guance rosa e calde e il più grande dei sorrisi. Capì all’istante che eravamo destinate a stare insieme. Yanka si interroga da sempre sulle proprie origini: è sicura che il mistero che avvolge la sua nascita abbia a che fare con l’irrequietezza che le agita il cuore. Per quanto ami il villaggio in cui è cresciuta con la madre adottiva, infatti, Yanka sente di appartenere a un altro mondo. La natura sembra parlarle; la foresta che circonda la sua casa le sussurra richiami sempre più insistenti. È lì, lei lo sente, che si nascondono le risposte che cerca. È lì, tra fiumi gelati e vulcani infuocati, che vive il ricordo di una storia scintillante come il più limpido cielo notturno. La sua storia: quella di Yanka l’orsa.
Dall’autrice di La casa che mi porta via, un incantevole racconto sull’importanza di sapere da dove si viene per diventare se stessi e sulla forza imbattibile delle storie per trovare il proprio posto nel mondo.
La ragazza degli orsi di Sophie Anderson, romanzo di narrativa per ragazzi pubblicato ieri, 27 ottobre, da Rizzoli.
Avevo già avuto il piacere di leggere il primo libro di questa autrice tradotto in italiano, La casa che mi porta via ed ero curiosa di scoprire l’evoluzione della sua scrittura e quali caratteristiche avesse mantenuto. Anche in questo caso la Anderson inserisce degli elementi fantastici e affida parte della narrazione a delle leggende fantastiche che in sé racchiudono molta verità.
Ho amato che abbia voluto farci ritrovare parte del suo lavoro precedente, ma questo non posso raccontarvelo perché rischierei di anticipare troppo.
Yanka è la giovane protagonista, una ragazza che non conosce il suo passato e che è stata cresciuta dalla sua madre adottiva Mamochka, che l’ha trovata fuori dalla grotta di un’orsa una decina di anni prima. Mamochka la prende con sé perché fin dal primo istante sente se sono destinate a stare insieme, ma Yanka continua a porsi le stesse domande: se non so da dove vengo, come posso essere certa del mio posto nel mondo? Ogni giorno si interroga sull’orsa e sui suoi veri genitori e questo non perché non ami la sua mamma adottiva, ma perché per capire se stessa deve comprendere il suo passato.
Tutti in paese la chiamano Yanka l’Orsa perché è grande e forte, più grande di tutti i suoi coetanei e della maggior parte degli adulti e più forte di tutti. Non ha idea da cosa derivi la sua stazza, ma di certo non rientra nella norma. Yanka ha un migliore amico con cui condivide tutto, Sasha. Si può affermare con tranquillità che sia il suo unico amico, le ragazze della sua scuola non perdono occasione per deriderla per la sua corporatura, ma Sasha è sempre pronto a difenderla anche se sembra non averne bisogno. Siamo migliori amici da quando lo tirai fuori da una macchia di ortiche, quando io avevo tre anni e lui cinque. Strofinai le sue punture con delle foglie di romice e gli proposi di salire su un albero insieme a me.
Oltre a Mamochka e Sasha c’è un’altra persona che Yanka sente vicina e di cui aspetta con impazienza le visite: Anatoly. Anatoly è un uomo che vive nella Foresta di Neve e si sposta in continuazione, ma quando arriva nei pressi della casa di Mamochka non perde occasione per andare a trovare Yanka e raccontarle storie sulla Foresta di Neve in cui Yanka spera di scorgere qualche indizio del suo passato.
Forse le storie di Anatoly sono troppo fantastiche per essere vere, ma avvolta in uno dei suoi racconti, con il fuoco che crepita nel caminetto e il ghiaccio che luccica alle finestre, riesco a credere che un giorno troverò la mia storia, e brillerà scintillante come un limpido cielo notturno.
A colpire Yanka è una storia in particolare, quella della Principessa Nastasya che lei crede possa essere la madre che ha perduto. Chissà che in mezzo alle cose fantasiose possa esserci un fondo di verità.
La vita nel villaggio prosegue e Yanka si trova a essere la portatrice di Inverno al falò, un onore che di solito viene riservato all’adulto che ha contribuito maggiormente alla vita del villaggio nei mesi più difficili. Yanka non riesce a spiegarsi perché la scelta sia ricaduta su di lei e le malelingue delle sue compagne di scuola non le risparmiano frasi offensive che la fanno sentire inadeguata e emarginata. La perfidia delle ragazzine non ha eguali, Inverno si rivela pesantissimo da trasportare, ma Sasha è pronto per accorrere in suo aiuto anche se non tutto va secondo i piani. Qualcosa in Yanka sta per cambiare per sempre e questo cambiamento la porterà a voler scoprire chi erano i suoi genitori e il legame con l’orsa.
Ho una copia della mappa di Anatoly. Potrei usarla per trovare la strada nella foresta, per esplorare i luoghi menzionati nelle sue storie e cercare indizi sul mio passato. Potrei portarmi del cibo, e ripararmi nelle capanne di Anatoly quando ho bisogno di riposo. Anatoly ha cinque capanne, sparse per tutta la Foresta di Neve, e sono tutte segnate sulla mia mappa.
Yanka ormai ha deciso deve capire perché ha subito una trasformazione e per farlo deve intraprendere un viaggio nella Foresta di Neve alla ricerca della sua identità. Un viaggio che non compirà da sola e che la porterà ad allargare i suoi orizzonti e a trovare tanti nuovi amici che formeranno la sua nuova famiglia.
La ragazza degli orsi è perfetto per i bambini dai 9 anni in su, li terrà incollati alle pagine e li coinvolgerà perché le storie che vengono narrate sono piene di significato e intriganti. Il libro è molto corposo e terrò loro compagnia per parecchio tempo, le illustrazioni aiutano a prefigurarsi Yanka e non solo, anche i suoi amici, e compagni di viaggio, sono disegnati. Ho amato molto tutti i personaggi, che compiono degli errori di cui si pentono, hanno delle certezze che poi vengono meno, tutti così pieni di verità da potersi identificare facilmente. Yanka ha bisogno di capire da dove proviene perché senza quel tassello mancante sente che non potrà mai essere libera di esprimere completamente se stessa e di accettarsi per quel che è in qualsiasi luogo si trovi. Sophie Anderson è riuscita ancora una volta a stupirmi e vi assicuro che non è facile.