La paziente scomparsa di Liz Lawler
Trama
Emily Jacobs è appena stata ricoverata nell’ospedale dove lavora come infermiera per una piccola operazione. Quando si sveglia nel cuore della notte, ancora confusa dall’anestesia, fatica a capire bene cosa stia succedendo. Per un momento le sembra quasi che un medico stia cercando freneticamente di rianimare la paziente nel letto a fianco. Al risveglio chiede spiegazioni, ma la risposta è che il letto accanto al suo è sempre stato vuoto. Una volta tornata al lavoro, Emily è decisa a non dare più peso alla cosa, ma il ritrovamento di un braccialetto riporta a galla tutte le sue inquietudini. Potrebbe essere della donna scomparsa? Più ci pensa e più si convince che i suoi colleghi nascondano un terribile segreto. Potrebbe sbagliarsi, è vero. Forse per colpa di un trauma del suo passato che rischia di influenzarla… E se invece avesse ragione? Chi altro sarebbe in pericolo?
Un thriller che vi farà perdere il sonno
Una persona può scomparire nel nulla?
Hanno scritto dei suoi romanzi:
«Grandioso… Leggendo Non svegliarti ti sembra di stare sulle montagne russe.»
Angela Marsons
«Ha accelerato i battiti del mio cuore.»
Mojo Mums
«Sentivo i brividi che mi scivolavano lungo la schiena. Una storia che condensa dentro di sé così tante inquietudini da tenerti inchiodato fino all’ultima pagina.»
Echoes in an Empty Room
La paziente scomparsa di Liz Lawler, thriller pubblicato da Newton Compton lo scorso 29 agosto.
Se c’è una qualità che si può attribuire a Liz Lawler è sicuramente quella di conoscere bene l’argomento di cui tratta, e non potrebbe essere altrimenti vista la sua professione per oltre vent’anni. L’autrice infatti, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, che può tranquillamente essere catalogata come medical thriller, ha lavorato come infermiera specializzata. E credetemi, la sua esperienza lavorativa è ben riportata tra le pagine dei suoi romanzi. Si percepisce subito che scrive con cognizione di causa, che non ha faticato a descrivere quale sia la routine medica all’interno di un nosocomio. Non ha eguali nel raccontare le emozioni di medici e infermieri che ogni giorno si ritrovano a salvare vite, a dare speranze. Questo forse va un po’ a discapito dei suoi personaggi che, a parte quello principale, non hanno uno spessore psicologico molto accentuato. Avevo già letto “Non svegliarti” lo scorso anno, e ricordo benissimo la tensione narrativa. In “La paziente scomparsa” ho ritrovato lo stesso identico modus operandi narrativo e, forse per questo, non ho avuto grandi sorprese durante la lettura, tranne nel finale. Oh, che finale! Se solo potessi parlarvene, ma non si può, quindi vi accontenterete di un blaterare senza senso. Il romanzo si apre ad un anno esatto della scomparsa di Zoe, la sorella minore di Emily Jacobs. Emily è una qualificata infermiera specializzata che negli ultimi dodici mesi ha dovuto fare i conti con uno stravolgimento totale della sua vita. Non si è mai ripresa dalla scomparsa della sorella, si sente in colpa perché forse non ha fatto abbastanza per trovarla, anche se ha lasciato il lavoro nella struttura pubblica in cui prestava servizio per dedicarsi anima e corpo alla ricerca dell’amata Zoe. Ma la vita si accanisce ancora di più contro di lei, perché ha cominciato pure ad avere problemi di salute, niente di grave, solo qualcosa da rimuovere dal suo petto, non l’angoscia e il senso di abbandono, quello è un dolore che non si può estirpare. Deve tornare alla sua vita e per questo, grazie anche ad un curriculum di tutto rispetto, riesce a farsi assumere nella stessa clinica privata in cui affronta un piccolo intervento per rimuovere il suo male. Ed è proprio durante il ricovero, mentre è ancora intontita dall’anestesia, che le sembra di assistere ad una strana scena: medici e infermieri stanno rianimando la paziente nel letto accanto al suo. Al risveglio, però, della sconosciuta non c’è traccia. Nessuno sembra darle spiegazioni esaurienti. Quel letto è sempre rimasto vuoto, non c’era nessun altro in quella stanza. Ma Emily non è assolutamente convinta di questo, ha lasciato che la sorella sparisse e non vuole fare lo stesso con la sconosciuta che ha visto nella sua stessa stanza. Ecco insinuarsi nel lettore il dubbio che la nostra protagonista non sia molto presente con la testa, che riviva ancora il trauma della scomparsa della sorella e che questo le provochi delle visioni. Ma c’è un braccialetto che ritrova nella sua stanza, e quello non può essere frutto della sua immaginazione, e poi cominciano a succederle cose strane. Dimentica di somministrare le terapie ai suoi pazienti, viene screditata dai parenti di altri ricoverati, c’è qualcuno che cerca in tutti i modi di farle perdere il lavoro e la sua credibilità, ma chi?
Avevo letto l’anno scorso “Non svegliarti” e ricordo che non mi aveva particolarmente entusiasmata. Sono contenta di aver dato all’autrice una seconda possibilità perché in “La paziente scomparsa” ho ritrovato tutti gli elementi tipici del medical thriller delineanti sapientemente e una crescita notevole nella scrittura, anche se rimango ancora leggermente perplessa sulla caratterizzazione dei personaggi. A parte Emily, la cui voce è quella che ci accompagna per tutto il libro, gli altri personaggi restano, non so quanto volutamente, nell’ombra.
Un altro elemento ben descritto è il senso di smarrimento della protagonista: l’angoscia di Emily nel cercare una risposta alla scomparsa della sua adorata Zoe la viviamo sulla nostra pelle con la stessa partecipazione. Liz Lawler è stata veramente brava a farci entrare nel suo dolore, e tifiamo per lei anche se tutto le rema contro, anche se è più semplice credere che tutto ciò che racconta sia solo il frutto della sua immaginazione, la sosteniamo perché vogliamo che si giunga ad una soluzione che le dia, e ci dia, una risposta. E le risposte arrivano, con un finale davvero al cardiopalma