La mossa del gatto di Sonia Sacrato
Trama Dopo la morte della nonna materna, Cloe viene costretta dalla madre ad accompagnarla a Vas, il paese d’origine, per svuotare la vecchia casa prima della messa in vendita. Il ritorno in questo luogo sperduto, custode di brutti ricordi d’infanzia, rende Cloe nervosa e impaziente di andarsene per lasciarsi il passato alle spalle. Quando tutto sembra ormai sistemato, rinviene una vecchia scatola di latta che racchiude una roncola e un fazzoletto apparentemente macchiato di sangue, avvolti in un foglio di giornale del 1956. Incuriosita dall’insolita scoperta, con l’aiuto del vecchio amico Fabrizio maresciallo dei carabinieri in pensione e l’appoggio silente del fidato gatto Pablo, Cloe si lascerà travolgere in una sfuggente indagine sul filo del pettegolezzo paesano dove chi sa, ha buoni motivi per tacere. Sotto la lunga e, apparentemente lontana ombra del disastro di Marcinelle, l’esplosione della miniera belga in cui morirono 262 operai, si intrecciano le storie e i destini degli abitanti del piccolo paese montano.
Tutto pare senza soluzione, ma sarà proprio grazie all’intervento del gatto Pablo che verrà a galla una dura, quanto inimmaginabile, verità.
Recensione di Esmeralda – La mossa del gatto di Sonia Sacrato, giallo pubblicato da Golem Edizioni l’11 aprile.
Quando mi è arrivata la mail con le nuove uscite Golem sono rimasta colpita dalla trama di questo giallo. Dovete sapere che non leggo thriller, troppo cruenti per me, ma un giallo ogni tanto mi piace inserirlo tra le mie letture e il libro di Sonia Sacrato mi è proprio piaciuto. La protagonista è esattamente come piace a me, sarcastica, un po’ casinista e incasinata, spesso indecisa e con una vena di follia che me l’ha resa simpatica fin da subito.
Le sue battute mi hanno strappato parecchie risate e hanno reso la narrazione molto godibile. Lo stile della Sacrato è scorrevole e il libro scivola via che è una meraviglia, nel giro di una manciata di ore arriverete all’epilogo di questo mistero risalente al 1956 e vi verrà voglia di sperare che questo giallo possa diventare il primo di una serie.
Valdobbiadene 22 novembre 1956
Il corpo di una giovane donna viene ritrovato nel Piave e portato in ospedale per un primo esame preliminare. Difficile credere a un incidente, il corpo presenta delle ecchimosi e dei graffi, ma potrebbero essere riconducibili alla piena del fiume. Il dottore che si occupa dell’esame arriva da diverse ore di straordinario ed esegue un esame superficiale che permette di archiviare il caso come suicidio.
Vas 27 agosto 2016
Cloe si trova al funerale della nonna Clotilde, di cui non sentirà la mancanza, una nonna che non è stata esattamente amorevole con lei.
Fin da subito ci fa capire di che pasta è fatta Elvira Verri mia madre: colei che riesce a tramutare gli sguardi in sberle con soluzione di continuità invidiabile. La voglia di Cloe di passare un secondo di più in quel paesino sperduto dimenticato da dio è pari a zero per cui, appena finisce il funerale, è ben lieta di levare le tende e tornare ad Alba, città in cui è stata mandata quest’anno a insegnare Arte. Ad attenderla ad Alba, oltre all’intelligentissimo gatto Pablo ci sia un uomo che le vuole bene sul serio, Sandro. Sembra incredibile che una donna che rifugge i legami come lei sia riuscita ad accalappiare un così buon partito, ma Sandro sembra intenzionato a tenersela stretta.
Il 19 dicembre arriva la telefonata dell’Elvira che scombina tutti i programmi dei due piccioncini. Cloe è richiamata all’ordine, c’è la casa di nonna Clotilde da sgomberare e un no come risposta non viene nemmeno contemplato. Forza e coraggio che se ci si dà una mossa si risolve tutto nel giro di una manciata di giorni e non sarà mai più necessario tornare in quel paese morto che custodisce ricordi poco piacevoli per lei.
Parallelamente proseguono le indagini del 1956, bisogna dare un nome a questa donna che ha perso la vita in un modo così tragico e per farlo occorre cercare tra le ragazze di cui è stata denunciata la scomparsa. Sono tante le cose a non trovare un incastro perfetto, a partire dal movente e dalla mano che ha commesso un omicidio pochi mesi prima. La Valdobbiadene non è mai stata così oscura.
Torniamo al 2016, durante una visita al cimitero del paese, mamma Elvira decide di mostrare i cari defunti a Cloe e la ragazza resta incuriosita da una lapide senza foto V. P. 1936 –1956. La madre ricorda poco di questa zia che ha perso la vita quando lei era solo una bimbetta e non può colmare la curiosità di Cloe.
Il ritorno a Vas segna anche una scoperta sensazionale, la prima cotta della sua vita è il nuovo proprietario della locanda del paese. Era solo una bambina quando si è innamorata di Fabrizio, la differenza di età è notevole visto che lui è ormai in pensione mentre Cloe ha solo trentotto anni, ma questo non sembra essere un ostacolo per i suoi pensieri.
Ebbene sì in La mossa del gatto c’è spazio anche per i pensieri impuri ahahah questa cosa mi ha piacevolmente stupita, totalmente inaspettata vista l’impossibilità di un rapporto tra i due. Ma la connessione che hanno è davvero incredibile e se non fosse stato per le loro situazioni sentimentali, forse ci sarebbe stato spazio per molto di più di qualche pensiero o sogno particolarmente sensuale ed esplicito.
Ma torniamo a noi, non divaghiamo oltre. Cloe è curiosa di scoprire qualcosa di più sulla zia Virginia e viene a sapere che era molto amica proprio della mamma di Fabrizio, l’ex maestra del paese che Cloe chiamava nonna da bambina e con cui passava i pomeriggi a leggere e mangiare biscotti. Perché non tutto a Vas era da buttare via.
Il mistero si infittisce quando Cloe rinviene in soffitta, ben nascosta da occhi indiscreti, una scatola di latta contenente una roncola, un fazzoletto insanguinato e un giornale datato 1956. Adesso bisogna arrivare fino in fondo e scoprire se tutti questi eventi hanno un nesso tra loro. Bisogna risolvere un caso di omicidio e capire se davvero la zia Virginia sia morta suicida o ci sia sotto qualcosa di losco. Cloe e Fabrizio si troveranno a essere molto vicini e chissà che questa vicinanza cambi le carte in tavola.
La mossa del gatto è stata davvero una lettura piacevole, mi sono trovata a divorare le pagine per scoprire cosa fosse successo a Virginia e capire se Cloe avrebbe trovato pace. Perché Cloe è bravissima a boicottare se stessa e la sua vita sentimentale, il per sempre non sembra contemplato nella sua vita, lo teme molto e parecchie sue scelte pongono l’accento sulla sua allergia ai legami duraturi. I personaggi del passato e del presente sono tutti molto interessanti e ho apprezzato la caratterizzazione che viene data a ognuno di loro. Hanno il loro spazio, il loro tempo e insieme funzionano a meraviglia, come un ingranaggio perfetto.
Sono molto soddisfatta della scelta fatta e mi sento di consigliare la lettura di La mossa del gatto a chi ama i gialli e a chi si trova a suo agio coi libri che hanno due piani temporali, io continuerò a seguire questa autrice con grande piacere.