La luce degli abissi di Frances Hardinge

Da sempre Hark e Jelt sanno che, appena sotto il mare, esiste l’Abissomare, l’antica dimora dei mostruosi dèi che a lungo terrorizzarono l’arcipelago della Miriade. Riti sacerdotali e sacrifici servirono per anni a placare l’ira delle divinità marine, fino al giorno del Cataclisma, quando in un’esplosione di follia si distrussero a vicenda.
Le loro reliquie, che conservano un potere divino, sono molto ambite dai piccoli truffatori come Hark e Jelt, in fuga dalle leggi del governatore e dai contrabbandieri. Due amici inseparabili, almeno finché i fondali non restituiscono una reliquia diversa da tutte le altre: un globo pulsante, intriso di un potere straordinario e oscuro, che potrebbe distruggere non soltanto l’amicizia di Hark e Jelt, ma tutto il loro mondo.

Un romanzo memorabile. Una fusione perfetta di fantasy, avventura, horror e mitologia, e una scrittura che lascia il segno.

Recensione in pillole

valutazione: ⭐⭐⭐⭐

consigliato a: tutti dai 10 anni in su

perché leggerlo: una miscela studiata fin nei minimi particolari che non vi lascerà un attimo di respiro, con dei giovani protagonisti che vi mancheranno una volta girata l’ultima pagina.

La luce degli abissi di Frances Hardinge, libro fantasy per ragazzi in uscita grazie a Mondadori ragazzi, oggi, 21 luglio.

Il lockdown è stato un periodo parecchio travagliato per l’editoria, molte uscite sono state posticipate e noi bookblogger ci siamo ritrovate a brancolare nel buio. Ebbene sì, siamo esseri strani e avere tempo per recuperare gli arretrati ci mette in crisi. Per questo invece di buttarmi sui mille libri non letti che invadono la mia libreria mi sono portata avanti e ho deciso di scoprire un’autrice per ragazzi molto amata di cui non avevo ancora avuto il piacere di leggere nulla. Ammetto di averci messo qualche pagina a entrare in sintonia col suo modo di scrivere, così ricco di particolari, ma quando questo è accaduto La luce degli abissi è scivolato via liscio come un bicchiere d’acqua. E di acqua ve ne è parecchia in questo romanzo, ne sono letteralmente circondati i protagonisti, un tipo di acqua molto particolare che ti permette di respirare, ma attenzione perché respiri PAURA.

Le leggi della fisica sono state maltrattate nella stesura di questo romanzo. A dirla tutta le ho torturate, con sadiche risa, rimodellandole in nuove forme ripugnanti. La Hardinge ci avverte subito e ci permette di metterci l’anima in pace e goderci lo spettacolo senza farci troppe paranoie.

Hark è il protagonista indiscusso, ma intorno a lui si muovono tantissimi personaggi che all’occasione diventano protagonisti. Il più controverso è senza alcun dubbio Jelt, credo di non aver mai provato tanta antipatia per nessuno nemmeno per gli antagonisti conclamati. Jelt dovrebbe essere il miglio amico di Hark ma è talmente egoista da far ricadere su di lui tutte le colpe dei suoi problemi. Hark è succube di Jelt, memore dell’aiuto che gli ha dato quando erano dei bambini e così si lascia trascinare in missioni suicide solo per non sentirsi rinfacciare di essere un fifone ingrato.

Hark e Jelt erano orfani dello stesso inverno aspro, e forse era stato questo a legarli in maniera indissolubile. Jelt l’aveva tenuto in vita. Jelt sapeva fargli abbandonare in un attimo paure e ansie. Jelt pensava in grande, riusciva persino a vedere se stesso ancora più grande.

Ovviamente nelle ‘missione per la promozione’ qualcosa va storto e Hark si ritrova sotto vincolo di vassallaggio per la dottoressa Vyne. La dottoressa lo ha scelto perché ha riscontrato in lui dimestichezza nel mentire e lei ha bisogno di un imbroglione che le riferisca tutto ciò che scopre dai sacerdoti del Santuario. Hark ha poche occasioni di uscita e in una di queste rispunta proprio Jelt che lo incastra in un’altra delle sue missioni impossibili facendo leva sul suo senso di colpa.

«Tu vuoi qualcosa da me, vero?» disse Hark. «Voglio darti un’altra opportunità» disse Jelt. «Un’opportunità per sistemare le cose.» «Se sei ancora mio amico lo dimostrerai, e lo saprò» disse. «Ascolta: sei l’unica persona di cui io possa fidarmi. Ho per le mani una cosa speciale. Speciale davvero. Questa è un’occasione d’oro, Hark!»

Jelt è subdolo, sa sempre come prendere Hark all’amo e fargli fare tutto ciò che vuole, sa come far leva sulle sue debolezze e farlo sentire in colpa per azioni in cui si è trovato immischiato a causa di Jelt. Ovviamente Hark, pur controvoglia, asseconda l’amico in questa fosse missione che porterà con sé conseguenze disastrose e che farà emergere il vero animo delle persone coinvolte.

Hark imparerà a trovare dentro se stesso la forza che ha sempre ricercato in Jelt e questo avverrà grazie a una persona in particolare, molto saggia, che crederà in lui e lo spronerà a fare la scelta giusta per salvare il mondo che conosce. Ma la forza di Hark arriverà anche da un’amicizia speciale su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Una piccola protagonista a cui vi affezionerete tantissimo, una baciata dal mare (solo leggendo capirete) che si metterà in gioco e affronterà la sua più grande paura per aiutare Hark e sconfiggere i mostri che minacciano di tornare a popolare l’Abissomare.

La Hardinge riesce a mescolare in un mix esplosivo: la mitologia, una mitologia che non ha nulla a che vedere con quella che conosciamo, ricordate che La luce degli abissi è pur sempre un libro appartenente al genere fantasy; l’avventura, perché solcare i mari ha un gusto esotico e di scoperta; e l’horror perché non c’è niente di più pauroso che vedere ciò che ti terrorizza materializzarsi davanti ai tuoi occhi e dover trovare dentro di te la forza per sconfiggerlo. Una miscela studiata fin nei minimi particolari che non vi lascerà un attimo di respiro, con dei giovani protagonisti che vi mancheranno una volta girata l’ultima pagina.

4 stelle

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