La congettura dell’anima di Giovanni Calia
Storia dell’uomo che ha scoperto la forma dell’universo
La congettura dell’anima è la storia romanzata di Grigorij Jakovlevič Perel’man, il matematico di San Pietroburgo che ha rifiutato carriera, clamore e premi in denaro diventando lui stesso l’enigma da risolvere. Giovanni Calia, con una scrittura evocativa e coinvolgente, ha dato voce a una personalità tormentata, intensa, impossibile da dimenticare.
La congettura dell’anima di Giovanni Calia, romanzo pubblicato il 19 giugno da Altrimedia Edizioni nella collana i narratori.
Quando mi è stata proposta la lettura di questo libro ho subito accettato perché sono sempre stata attratta dalle personalità geniali e questo matematico, Grigorij Jakovlevič Perel’man, un genio lo è davvero. La storia romanzata da Calia attinge dalla vita di Grisha, ma aggiunge molto di più, prendendosi delle libertà che donano ritmo ed emozioni alla narrazione. Il libro si legge in un soffio non solo perché breve, ma perché molto coinvolgente.
Grigorij Pavlovič, conosciuto da tutti come “Grisha”, riuscì a svelare il segreto della relazione fra astrazione e fisicità, quindi il segreto della costruzione e creazione dell’Universo. E da quella scoperta volle tenersi sempre alla larga, scomparendo dalla gabbia di notorietà che aveva attorno a sé. Grazie alle ricerche dell’autore, condite con una buona dose di fantasia, ripercorriamo passo passo la storia di quest’uomo geniale partendo proprio dall’episodio che ne ha generato il mito: il rifiuto della medaglia Fields, il più alto riconoscimento che un matematico possa ricevere. Da allora di lui si sono perse le tracce.
«Grisha ha liberato la congettura di Poincaré del suo mistero e così facendo l’ha rimpiazzata, diventando lui stesso il puzzle. Concedendone la conoscenza al mondo, non ne ha diminuito affatto il fascino, anzi. «Penso che non dobbiamo capire sempre tutto. L’ignoto ha il suo proprio valore.»
Come si può non rimanere affascinati di fronte a tutto questo? Più leggevo e più rimanevo colpita dalla personalità di questo genio e dalle scelte che l’autore ha fatto. Gli ha donato un’umanità che non so se realmente gli appartenga, lo ha reso affine al lettore e questo mi ha permesso di sentire le sue emozioni. Grisha è dovuto crescere in fretta, fin da ragazzino ha dimostrato grandi doti in ambito logico-matematico e i suoi genitori lo hanno sempre messo di fronte a quesiti che stimolassero la sua intelligenza. Le sue incredibili capacità gli hanno permesso di frequentare un istituto per ragazzi particolarmente dotati e gli hanno aperto le porte dell’università dove ha eccelso. Quello che non mi sarei aspettata da un uomo che ha deciso di sparire nel nulla è la sua propensione alla socializzazione da giovane. Alla vita di Grisha si intrecceranno quelle di due compagni di università, Clay e Vanja e del suo mentore, tutti molto importanti ai fini della storia. Clay è la sua nemesi, Vanja è l’amore che può solo sognare di avere. Con loro Grisha vivrà i momenti migliori e i peggiori della sua vita e prenderà delle scelte che influenzeranno il suo destino.
Come vi dicevo prima non sono riuscita a comprendere appieno quanto sia vero e quanto sia invece frutto della fantasia dell’autore, ma grazie a queste scelte la storia è molto avvincente e cattura l’attenzione del lettore focalizzandola su una delle menti più brillanti del nostro tempo.
Mi è sembrato di leggere la sceneggiatura di un film perché una storia così meriterebbe di essere trasposta sul grande schermo, ve lo assicuro, come minimo vincerebbe un Oscar e io non posso far altro che consigliarvi di leggere La congettura dell’anima.
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