La collezionista di meraviglie di Valentina Cebeni
Trama Questa è la storia di un passato che rifiuta l’oblio. Un passato che si insinua tra le pieghe dell’esistenza. E ci aiuta a illuminare il nostro presente.
«In questo laboratorio si curano gli oggetti dimenticati, rotti. Quelli che la gente butterebbe ma non lo fa perché vi è troppo legata. Si dona loro una seconda vita, un punto di partenza per costruire nuovi ricordi, perché non vada tutto perduto.»
Dafne è solo una bambina quando, in un vecchio baule di casa, trova una spazzola d’argento. È così brillante che non riesce a distogliere lo sguardo. Quando la prende in mano le appare una donna che, seduta davanti a uno specchio, si spazzola la lunga chioma bruna. È così che scopre di avere un dono straordinario: le basta sfiorare oggetti antichi per vedere la storia dei loro proprietari. Da allora sono passati anni, in cui ha cercato di ignorare questa capacità, che le parla di un passato che ha fatto di tutto per dimenticare. Ma ora che la sua vita non la soddisfa più, non può fare finta di niente: deve tornare a Torralta, dove tutto è cominciato. Solo lì potrà sperare in un nuovo inizio. Ad aspettarla c’è la bottega antiquaria di nonno Levante. Appena vi mette piede, si rivede bambina mentre corre tra gli scatoloni ingombri di chincaglierie di ogni genere. E soprattutto ritrova il familiare odore di polvere e vernice. Troppo familiare per non farle venir voglia di riaprire il negozio e riportarlo all’antico splendore. Con l’aiuto dell’amorevole nonna Clelia e di Milan, un insolito collaboratore che ha trovato rifugio proprio nel negozio vuoto, Dafne trasforma la bottega in un ospedale per oggetti dimenticati, dando loro nuova vita. Ma un giorno, tra gli scaffali polverosi, si imbatte in un vecchio orologio da taschino che le parla di una coppia e del loro amore contrastato. Dafne non sa a chi sia appartenuto, né per quale motivo sua nonna ne conservi uno identico. Sente però che, in qualche modo, quell’orologio ha a che fare con la sua famiglia e con il dono che è tornato a farle visita. Per questo, è pronta a scoprire la verità sul mistero che lo avvolge. Perché solo così, ascoltando ciò che il passato ha da dirle, potrà ritrovare sé stessa.
Recensione di Margherita – La collezionista di meraviglie dell’autrice Valentina Cebeni, pubblicato il 20 settembre da Garzanti.
Dafne ha una passione per gli oggetti antichi, interesse che ha condiviso fin da bambina con suo nonno Levante, ma Dafne non è una ragazza come tante, c’è qualcosa in lei che la rende speciale.
A nove anni, rovistando tra le chincaglierie nella bottega del nonno, notò un’antica spazzola d’argento, affascinata da essa si avvicinò per toccarla ma nel momento stesso in cui la afferrò vide l’immagine di una donna bruna intenta a spazzolarsi i capelli davanti ad uno specchio. Fu in questa occasione che scoprì di avere un dono particolare: riusciva a vedere la vita della persona a cui era appartenuto l’oggetto toccato. Questa sua visione la spaventò proprio per il realismo con cui si manifestò.
Oggi è una donna adulta e vive a Roma, negli anni ha sempre cercato di ignorare questa sua capacità ma ora essa è tornata. Dafne è in un momento difficile della propria vita, avverte quel senso di vuoto e smarrimento come un macigno a tal punto da non saper più quale strada intraprendere per andare avanti. Sente il bisogno di ricominciare, di ricostruirsi una nuova vita lontana da Roma.
Prepara così le valigie e torna a Torralta, il paesino in cui vive sua nonna Cleila, in quelle vie pregne dei ricordi della sua infanzia c’è la bottega appartenuta a suo nonno, dove da bambina curiosava tra oggetti antichi di ogni genere. La nostalgia per quel luogo magico riaffiora in lei e finalmente comprende qual è il suo destino: trasformare la bottega in un ospedale per oggetti dimenticati per donare ad essi una nuova vita e creare così nuovi ricordi. Una volta varcata la soglia del laboratorio si accorge di non essere sola, c’è qualcuno, uno sconosciuto che dorme tra la polvere e gli scatoloni.
Milan, il nome dello sconosciuto, insieme alla nonna Clelia sarà un valido collaboratore per il suo progetto.
In uno degli scatoloni Dafne trova un vecchio orologio da tasca argentato, nel momento in cui lo afferra ecco arrivare una nuova visione, l’immagine è quella di una coppia unita in un abbraccio. Tutto questo la spaventa ma allo stesso tempo la incuriosisce.
Chi è la coppia nella sua visione?
Quando trova lo stesso identico orologio in casa della nonna sa senza dubbio alcuno che non si tratta di un semplice caso. Solo scoprendo la storia legata a quegli orologi potrà trovare le risposte alle mille domande sulla sua famiglia e soprattutto sul suo dono.
“… i sentimenti, angelo mio, sono quanto di più prezioso abbiamo, e spesso li affidiamo a degli oggetti; che si tratti di una lettera, di una poesia o di un fiore appassito, poco importa: non è il valore economico dell’oggetto a renderlo prezioso, quanto i sentimenti che esso rappresenta, che custodisce. È così l’oggetto stesso smette di essere tale e diventa una particella d’amore, di magia. Il mio compito è raccogliere tutto questo amore e ridistribuirlo…”
Valentina Cebeni è riuscita, con maestria, a fondere mistero e sentimenti ottenendo così un romanzo che faticherete a lasciar andare, entrerà nei vostri pensieri e vi resterà a lungo nel cuore, sarà impossibile dimenticarlo.
Una storia romantica, profonda, emozionante, dolce e piena di sorprese ma soprattutto ben costruita, un viaggio tra passato e presente in cui l’amore è il degno protagonista. Tutto è ben descritto, a partire dai luoghi in cui si svolgono le vicende sino ai protagonisti, molto ben caratterizzati.
Il dono di Dafne è qualcosa di straordinario, vite passate che affiorano al suo solo tocco, le sue visioni così realistiche le permettono di comprendere sentimenti ed emozioni di una persona legata a quel determinato oggetto. Dare loro nuova vita e conoscere storie passate la fa sentire viva e felice, da l’opportunità, a chi deciderà di prendersene nuovamente cura, di creare nuovi ricordi. Un oggetto non è altro che un raccoglitore di quei ricordi che ci permette di mantenere un legame con una persona cara, sono portatori di storie.
Milan è un personaggio misterioso, introverso e diffidente, inizialmente saprete ben poco di lui, sempre in fuga da qualcosa ed evasivo riguardo la sua vita privata, ma nonostante questo Dafne desidera conoscerlo, scoprire cosa lo tormenta e per quale motivo la tiene così distante.
Fin da subito mi ha incuriosito molto il legame creatosi tra loro, che lotta strenuamente per restare unito ma con le varie difficoltà che incontreranno sarà sempre più difficile. Si sono conosciuti casualmente ma forse non è che un incontro voluto dal destino. La storia personale di entrambi mi ha colpita molto, non mi aspettavo un intreccio di storie così complesso, all’inizio non immaginavo che c’era molto altro da scoprire e conoscere. Una storia la loro tormentata, sofferta, con molti ostacoli da superare per raggiungere quella felicità così (apparentemente) impossibile da raggiungere. Per Dafne sarà un viaggio che la porterà a comprendere aspetti della propria famiglia a lei inediti e le origini di quel dono tanto temuto, nuove inaspettate rivelazioni l’attenderanno.
Gli ultimi capitoli mi hanno commossa oltre ogni dire, sentivo di esser sempre più vicina all’epilogo e che tutto stava per avere una sua conclusione e, questo, mi ha impensierito non poco.
In conclusione, La collezionista di meraviglie è un romanzo così coinvolgente, toccante ma anche così realistico per i molti temi trattati che non riuscirete ad interrompere la lettura neanche per un attimo, desiderando conoscere molto di più. Ho compreso quanto le persone spezzate, piene di cicatrici e non perfette siano le più preziose perché lottano ogni giorni contro un male, contro se stessi o il passato, non si arrendono e cercano nel buio più fitto un po’ di luce, di speranza per raggiungere un po’ di felicità.