La casa sul lago di David James Poissant
Trama: Come molte famiglie americane, gli Starling vivono ai quattro lati del paese, ma d’estate si ritrovano nell’amata casa sul lago, in North Carolina. I genitori, Lisa e Richard, stanno per andare in pensione dopo una lunga carriera alla Cornell University, e vogliono vendere la casa per pensare al loro futuro. Questa decisione spiazza i due figli, Michael, commesso in un negozio, e Thad, aspirante poeta. Insieme alla moglie Diane e al fidanzato Jake, i due fratelli raggiungono i genitori per l’ultimo weekend nel luogo del cuore della loro infanzia. Ma quando un bambino annega davanti agli occhi di Michael, che tenta con tutte le forze di salvarlo, ogni personaggio si trova costretto a esplorare l’abisso delle proprie paure e debolezze. In soli tre giorni, segreti, dipendenze, infedeltà e rancori erompono e stravolgono gli equilibri degli Starling. Dopo “Il paradiso degli animali”, David James Poissant torna con un romanzo sull’America di oggi, e con uno sguardo lucido e compassionevole osserva una famiglia capace di ferire ma anche di perdonare senza riserve. “La casa sul lago” non racconta l’amore come una materia cristallizzata e immutabile, ma come un sentimento che si trasforma nel tempo, impetuoso e imprevedibile, a cui affidarsi senza opporre resistenza.
La casa sul lago di David James Poissant, libro di narrativa contemporanea pubblicato da NN Editore il 10 settembre appena trascorso.
Qual è la vera definizione di famiglia? Beh, è complicato. Il dizionario dice “nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio o da rapporti di parentela o di affinità”.
Sembra semplice eppure all’interno di questa frase ci sono innumerevoli sfumature con altrettanti romanzi che, abbracciando il tempo, la geografia e la demografia, attestano l’interesse duraturo che noi lettori abbiamo per una buona storia sulla famiglia, specialmente se incasinata.
Tuttavia scrivere di essa, al giorno d’oggi ed in modo del tutto originale, di certo non è facile. A meno che tu non abbia il talento di David James Poissant.
Perché, fin dal principio, questa storia è assolutamente devastante e non vi dico il resto!
Un dramma domestico crudo, introspettivo e basato sui personaggi -perfetti in tutte le loro imperfezioni-. Un romanzo sulla famiglia appunto, sui sentimenti e il dramma della perdita, scritto in modo lirico, emozionante ed a volte fin troppo risoluto.
Ma sto semplificando eccessivamente le cose lo so, ne sono consapevole perché non voglio spoilerarvi troppo ma spero invece di invogliarvi alla lettura.
La casa sul lago è narrata a turno da sei personaggi diversi che fanno parte della stessa famiglia, sono genitori, fratelli, cognati, suoceri – e ognuno porta a livello personale tutto un mondo a sé stante che vi sbalordirà totalmente nella ricchezza di informazioni che Poissant fornisce-. Il meraviglioso effetto finale è che ogni personaggio ha la sua orbita, che domina completamente l’attenzione spaziando da argomenti quali l’economia e la politica, la pesca, l’amore per l’arte, pittura e fumetti, fino ad argomenti scomodi quali l’omosessualità, la morte e l’alcolismo. Tutto questo serve a completare il ritratto più ampio della famiglia Starling nel suo insieme.
Per questo Poissant vi colpirà dritto al cuore. Grazie alla sua abilità nello scrivere, prendendosi estrema cura di tutte le sue frasi, il lavoro finale risulta una manipolazione del linguaggio che fa brillare davvero tutto ciò che accade. I suoi personaggi vivono ed escono dalle pagine mentre il lettore viene totalmente catturato, tanto da entrare fin dentro la testa di ognuno dove avvengono continuamente lotte tra pensieri e sentimenti contrastanti. Certo l’empatia scatta immediatamente ma le forti reazioni che suscitano sono davvero un pugno nello stomaco. Non tutti i personaggi sono simpatici e nonostante questo risultano però in egual misura molto reali e coinvolgenti.
E se l’amore non è l’estate ma superare piuttosto l’inverno, ecco che al di là dei segreti svelati prima o dopo come nella vita reale, il romanzo mostra come l’amore può durare attraverso tutte le situazioni peggiori ed inimmaginabili.
Vogliamo parlare dell’atmosfera in cui si svolgono tutte le vicende? È geniale, assolutamente geniale perché il tasto pigiato da Poissant è quello della memoria, e chiunque sia mai tornato nella stesso posto per le vacanze -anno dopo anno- è in grado di capire perché anche gli Starling desiderano che questi luoghi rimangano eterni avamposti che raccontano le avventure passate. La storia della famiglia, che sia bella o brutta non importa, è comunque espressa attraverso la memoria al di là delle forze esterne che la corrodono. Poissant, infatti, descrive in modo commovente l’attrazione verso i luoghi in cui questa famiglia ha trascorso tempi migliori, in cui tutti -chi più e chi meno- è risultato autentico e senza veli.
Ma ciò che colpisce di più in questa lettura è la mancanza di giudizio. L’autore è fuori dai giochi risultando piuttosto colui che racconta le vicende, in maniera del tutto imparziale, lasciando che siano proprio i personaggi a dire la loro. Se c’è un giudizio viene da loro stessi che con grande autocritica riescono a raggiungere livelli altissimi di analisi personale. Il lettore però ha la possibilità di prendere una decisione riguardo ad ogni vicenda ottenendo l’accesso nell’intimo di queste persone che le rende più apprezzabili anche alla luce di episodi davvero spregevoli.
E forse è proprio questa possibilità di capire ognuno che tiene attaccati alle pagine fino alla fine, in una connessione totale con la lettura nonostante la disconnessione dei singoli personaggi. Sono stati insieme per tre giorni, un lungo weekend in cui passato e presente si scontrano, quando i segreti, le gelosie e i risentimenti stanno ribollendo e il lettore spera unicamente che tutto finisca per il meglio.
Tutto però riporta alla nostra capacità di conformare giudizio che è infine la vera cura che noi abbiamo per noi stessi e per l’altro. Amore è amore quando l’altro ha cura per il proprio pensiero, come noi abbiamo cura per il nostro. Anche se poi sappiamo bene che le cose, specie nella relazione, meglio vanno e meno ci si pensa: se qualcuno parla troppo di qualcosa significa che lì qualcosa non va.
Ecco quindi che al di là della speranza finale, considerando quanto questa famiglia risulta danneggiata, i loro guai non finiscono con la fine della storia. E al lettore non resta che la voglia di augurare loro solo il meglio.
La casa sul lago quindi è uno splendido libro sul tempo che trasforma tutto, da noi stessi fino alle cose materiali, sui legami che possono essere fragili e necessitano di essere coltivati per non finire dimenticati. È chiaro perché ve lo consiglio? Non vi siete sentiti anche voi un po’ parte di questa famiglia? In ogni pagina sono sicura che vi ritroverete, come ho fatto io, perché i sentimenti in questo mondo che sembra volerci schiacciare, sono univoci e ci insegnano a godere meglio della semplice quotidianità, della gentilezza, dell’amore e del prossimo.