Io voglio lei di Ava Lohan
Trama Io ottengo sempre ciò che voglio. E adesso voglio lei, una novizia incontrata per caso. Per tre anni non ho fatto altro che pensare a lei mentre fottevo. Ma le cose stanno per cambiare, ora conosco il nome della mia ossessione: Rose Davis. Ho ereditato il suo convento e lo userò per ricattarla. Diciassette giorni e Rose prenderà i voti. Due settimane e le farò cambiare idea. Quattordici giorni in cui vivrà con me nel Lust, il mio bordello di lusso. Io voglio lei, e non soltanto perché ne sono ossessionato. Rose mi darà il suo corpo e io le darò soldi. Un sacco di soldi. Ma non dovrà innamorarsi di me. Perché io sono Kegan Anderson. Io sono la bestia. Io non amo. Io scopo e basta.
«Io non sono il tuo Principe Azzurro, Rose. Io sono la bestia.»
Recensione Tante cose sono state scritte e dette, tante polemiche sono giunte alle mie orecchie su Io voglio lei di Ava Lohan e oggi posso tranquillamente affermare una cosa: mai farsi condizionare dal parere altrui, ognuno ha la propria sensibilità, i propri gusti e per poter giudicare un libro bisogna fare solo una cosa, leggerlo.
Ho fatto una full immersion di Rose e Kegan e divorato entrambi i volumi in tre giorni, se in Lui vuole me mi ero completamente immedesimata in Rose in Io voglio lei ho assorbito tutto il dolore di Kegan, le sue fragilità e il suo ostinarsi ad essere cieco di fronte all’amore incondizionato che Rose voleva donargli. Kegan non può divenire il cavaliere dalla scintillante armatura o il principe azzurro che ogni ragazza sogna, lui è stato cresciuto per essere una bestia e questo non potrà mai cambiare. Non sarà mai il personaggio positivo della favola, il suo lato oscuro è troppo forte e radicato per volatilizzarsi in poco tempo. Il percorso di redenzione sarà lungo, tortuoso e pieno zeppo di ostacoli ma la perseveranza e il buon cuore di Rose verranno premiati e Kegan si renderà conto di poter essere felice, e soprattutto di meritare di esserlo, con lei al suo fianco.
Trovo che la scelta di raccontare la storia dal punto di vista di Kegan dopo avercela fatta conoscere attraverso gli occhi di Rose sia stata giusta, l’aggiunta di scene inedite e l’approfondimento di alcuni incontri tra i protagonisti dà un’impronta differente alla storia che avrei apprezzato meno se prima non mi fossi addentrata nei pensieri della dolce Rose.
I ricordi di Kegan sono dolore allo stato puro, sia fisico che mentale, le angherie che ha dovuto subire dal nonno che, fin dalla scoperta della sua esistenza, ha visto in lui solo un erede per il suo impero, dove le uniche cose che contano sono il sesso e il denaro e l’amore viene presentato come una malattia da debellare. Lo spregevole nonno responsabile, della morte dei suoi amati genitori che volevano salvarlo dalla sua mente deviata, dell’allontanamento dei nonni materni grazie al dio denaro e dell’iniziazione di Kegan a quel mondo di depravazione. Il modo disgustoso in cui fa capire a Kegan, a soli sedici anni, che deve stabilire il suo valore vi rimarrà impresso nella mente e i racconti della sua infanzia distrutta e della sua gioventù comprata a suon di macchine sportive vi disgusteranno.
Kegan è stato costretto a crescere con un solo obiettivo, diventare un dio del sesso, l’uomo per cui tutti, uomini e donne, avrebbero pagato fior fior di quattrini per poter avere il suo corpo e solo quello perché lui è convinto di aver sepolto talmente in profondità il suo cuore da non possederne nemmeno più uno. Sarà il primo incontro con Rose a fargli provare finalmente qualcosa nella vita, quei pochi momenti in confessionale e quell’inseguimento fino al convento sconvolgeranno la sua esistenza e per i tre lunghi anni a seguire non riuscirà a levarsi dalla mente gli occhi puri e sinceri di Rose. In quei tre anni scoprirà di essere legato a lei da un filo invisibile che ha cambiato radicalmente il corso della vita di Rose e deciderà, ma il suo non sarà un gesto di generosità incondizionata, di darle la possibilità di scegliere per se un futuro diverso.
Entrare nella mente di Kegan non sarà una passeggiata, vi arrabbierete con lui, lo odierete e arriverete molto probabilmente anche a volergli mettere le mani addosso e non di certo perché sia un dio del sesso. Continuerà a negare quello che prova per Rose e lo farà nonostante tutti i tentativi di Finn e Lexi di fagli aprire gli occhi. Due personaggi positivi che avevo già avuto modo di apprezzare nel primo volume e, se Lexi era più presente in Lui vuole me, in Io voglio lei Finn riesce ad emergere in tutto il suo splendore e non vedo l’ora di leggere il capitolo a lui dedicato.
Conclusa la duologia dedicata a Rose e Kegan posso affermare con certezza di aver letto due libri ben scritti, toccanti ed emozionanti che consiglio a tutte coloro che amano immergersi in una storia senza giudizi affrettati ma soprattutto che non siano deboli di cuore perché la sofferenza e il dolore non mancheranno e vi travolgeranno. Nei ringraziamenti Ava Lohan ci dà due belle notizie, la prima è che il prossimo volume sarà dedicato a Finn e Jenna, la ritrovata migliore amica di Rose, e la seconda che Rose e Kegan non hanno ancora finito di farci sognare.
Una risposta
[…] pathos. Dopo questo inizio non mi resta altro da fare che entrare nella testa della bestia, Io voglio lei mi […]