Intervista a Veronica C. Aguilar

veronica c. aguilar

Ciao Veronica C. Aguilar e grazie infinite per essere ospite del mio blog, come prima cosa vorrei che ti presentassi alle lettrici. Cosa fai nella vita e quando è iniziata la passione per la scrittura?

Ciao grazie a te per la bella recensione che mi hai dedicato, traspare il tuo amore per i libri. Io sono impiegata da 18 anni in una Multinazionale e gestisco reclami e rimborsi. Scrivo da quando ho dieci anni, quando ho cominciato a leggere anche i primi libri, ma la mia prima pubblicazione è stata 2014.

Da lettrice a lettrice, quale libro/i consiglieresti e perché?

Di libri che amo ce ne sono tanti. Troppi. In realtà consiglio di farsi un giro anche tra gli autori meno conosciuti, perché ci sono piccoli capolavori. Un esempio è “Io vorrei camminare come fanno i bambini” un romanzo di Giovanni Avignoni che descrive un tema molto brutto da accettare, ma con estrema dolcezza. Oppure Emiliano Gambelli con L’ultima danza, descrive “le paure” con molta ironia, suo punto di forza. E’ colmo di punti di riflessione. Ogni tanto io me lo rileggo. Poi consiglio anche i vecchi classici. Questo perché è cambiato anche modo di scrivere e si tende spesso alla “leggerezza”. Che non fa male, di tanto in tanto. Ma si sta un po’ esagerando. I vecchi classici sono dei bellissimi e non si può lasciare questa vita, senza averne almeno letto uno.

Hai una scrittrice/scrittore preferito? Cosa vorresti rubargli?

Rubare? Niente. Credo che ogni autore abbia il proprio stile. Sicuramente leggere fa bene e aiuta a scrivere meglio, ma rubare idee, stile o qualsiasi altra cosa, come frutto darebbe solo una brutta fotocopia di qualcosa che già esiste. Di autori che amo ce ne sono tanti e spaziano in tema e stile. Partiamo dalla J. Hausten, fino ad arrivare il tanto criticato Fabio Volo. A me lui piace. L’ho detto. Amo anche molto Banana Yoshimoto e Murakami. Una scoperta che ho fatto di recente è Manzini, con Orfani bianchi. Davvero un bel libro. Descrive la storia degli immigrati in Italia dal loro punto di vista e vestire i loro vestiti è tutt’altro che semplice.

Com’è nata l’idea di La bilancia dei Mondi divisi e in quanto tempo l’hai scritto?

Scrivo questa saga da quando ho quattordici anni. E’ nata da un sogno. Dalla mia passione per i misteri. Da Sailor Moon ( lo ammetto, mi piace anche adesso guardarlo). Dalla passione che ho per mostri, vampiri e demoni. Me l’ha trasmessa mia madre. I personaggi li ho creati ispirandomi ai miei compagni di classe. Tobia per primo.

Ho ultimato l’ultimo credo a venticinque anni, ma mancava qualcosa. E quel qualcosa l’ho trovato in Emiliano.

 Descrivimi con tre aggettivi i protagonisti del tuo libro

Coraggiosi, forti ( non solo fisicamente), pieni di speranza.

Quale messaggio volevi trasmettere con questo libro?

Qual è il limite tra bene e male? Siamo nati tutti buoni o tutti cattivi? O in noi c’è una parte di bene e di male? Cosa ci fa mantenere l’equilibrio? La famiglia? Una persona che amiamo? La nostra forza di volontà? Il tema è l’equilibrio tra bene e male. La continua lotta interiore della protagonista che scopre di essere… e no. Non vi dico niente. Supponiamo che abbiamo passato tutta la vita credendo di essere le persone più buone del mondo, per poi scoprire che siamo buoni secondo le nostre credenze, le nostre convinzioni. E se invece fossimo nati anche con il male dentro?

Quando scrivi e in quale “atmosfera”? Silenzio totale, tv accesa, musica?

Tv? Che cos’è? Io non la guardo più. Mi porta via molto tempo. Così come i social. Ascolto la musica. Il mio secondo amore. Non a caso i miei primi due libri parlano di questo. Senza musica non riesco. Non mi è mai piaciuto il silenzio. Purtroppo.

Parlami un po’ delle tue pubblicazioni e dimmi, per ognuno dei tuoi libri, un motivo per cui credi valga la pena leggerlo

Prendi e vai e Stazione d’arrivo sono scritti di petto. Parlano di me, parlano della storia di una ragazza che non aveva progetti e che grazie alla musica ne realizza più di uno. Parlano delle difficoltà che hanno gli emergenti a farsi strada. Dei mercanti di sogni e le persone che si approfittano e parla di un amore incondizionato per gli altri. Io non sono brava a farmi pubblicità, ma alcune persone mi hanno detto che grazie a queste letture hanno ripreso in mano i loro progetti e li hanno realizzati.

La bilancia dei Mondi divisi è molto diverso. E’ una metafora di ciò che sta accadendo oggi. All’essere umano. La perdita di controllo, di equilibrio. Essere troppo buoni ti ferisce, essere il contrario ferisce. I demoni vogliono rappresentare la parte più oscura di noi. Rabbia, rancore, egoismo, sete di potere. Sara alla fine lotta soprattutto contro se stessa. Anche in questo caso, non so vendermi bene. Molte persone mi hanno detto che leggendo alcune scene si sono impressionata, altre hanno riscoperto un amore incondizionato, altre ancora hanno trovato punti di riflessione. Altre ancora hanno amato Tobia. Il mio Tobia.

A quale personaggio uscito dalla tua penna sei maggiormente affezionata e perché?

Tobia. Io sono innamorata di lui. Da sempre. Lui è colui che mi è stato accanto anche se ero diversa da tutti gli altri. Taciturna, solitaria, sola. Mi ha insegnato a sorridere. A risollevarmi quando cadevo. Ad accettare i miei lati negativi e a valorizzare quelli positivi. Tobia esiste davvero. Porta un altro nome. Ma la persona che gli sta accanto è fortunata. Certo è rude, a volte scherza troppo, ma quando ama lo fa incondizionatamente.

Hai qualche progetto in cantiere? Se sì puoi darci qualche anticipazione?

Si, presto inizierò a sviluppare il secondo capitolo. Come spiegavo, l’ho scritto anni fa. Mancava qualcosa. Ho trovato Emiliano che ha dato un tocco maschile alla storia, ha inventato alcuni personaggi ed è un asso nelle scene di combattimento. Penso inizieremo il prossimo settembre per poi pubblicare in dicembre.

Poi sto pubblicando la storia di una ballerina invalida su Wattpad, romanzo gratuito che si intitola Ali ai piedi.

Poi ho iniziato un nuovo progetto, il titolo è Gente. Ma non voglio dire nulla. E’ una promessa che ho fatto e che voglio mantenere.

Da cosa trai ispirazione?

Dai sogni, dal cuore e dalle persone che incontro.

Quale personaggio, di qualsiasi libro tu abbia letto, vorresti essere e perché?

Jo di Piccole donne. Perché lei ha pazienza, amore per la scrittura. Non si arrende e non fa termini di paragone con altri autori. Io vorrei essere lei, ma non credo sarò mai in grado. Cercherò di rimettermi su quella strada. Ormai, siamo tutti drogati di social. Senti qui cosa mi ha scritto un amico qualche giorno fa:

Guarda le bacheche degli scrittori famosi. Alcuni di loro nemmeno ce l’hanno facebook. 
Guardale e cosa vedi? Si fanno la guerra tra loro? No. Lavorano tutti insieme? No. Criticano colleghi ed editori? No.

Riflettici, organizzano eventi per gli altri? No. Recensioni gli altri autori? No.
A volte compaiono e promuovono i loro lavori. Ma li vedi di rado sui social. Sai perché? Sono occupati a scrivere, a leggere, a imparare e a lavorare. Eppure, riescono lo stesso ad attirare l’attenzione di un lettore. Senza foto, senza Like e senza fare la guerra agli altri.

Lo scrittore vero é elegante e incollato alla sedia per ore ed ore, davanti a un quaderno e a una macchina da scrivere.

E tu, amica, vuoi essere una social dipendente dagli altri dimenticando il tuo amore o vuoi scrivere davvero?”.

Ha ragione, vero?

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