Intervista a Daniela Romano
Ciao Daniela e grazie infinite per essere ospite del mio blog, come prima cosa vorrei che ti presentassi alle lettrici. Cosa fai nella vita e quando è iniziata la passione per la scrittura?
Ciao Sonia, grazie a te per l’opportunità. Mi chiamo Daniela Romano, ho vissuto e vivo tuttora ad Avellino, ma i miei studi mi hanno portato a trascorrere qualche anno a Roma, un periodo molto importante per me non solo dal punto di vista formativo, ma anche e soprattutto umano. Da sempre amo leggere e viaggiare. Credo, infatti, che siano un po’ la stessa cosa: in entrambi i casi si possono esplorare e conoscere nuove realtà diverse dalla propria. E al mondo non esiste arma più potente di questo per arricchirsi e aprire i propri orizzonti personali. Non mi considero una scrittrice, almeno non ancora, ma la lo scrivere il mio primo romanzo è stata un’esperienza talmente coinvolgente che mi ha fatto comprendere quale sia la mia strada.
Da lettrice a lettrice, quale libro/i consiglieresti e perché?
A tutti gli amanti della lettura, consiglio di leggere i classici da “Piccole donne” ai romanzi di Jane Austen, da Moby Dick a Jane Eyre. Ritengo infatti che per poter apprezzare e valutare al meglio la letteratura contemporanea, sia indispensabile conoscere i -big-.
Hai una scrittrice/scrittore preferito? Cosa vorresti rubargli?
Tra gli autori che preferisco, senz’altro c’è Margaret Mazzantini. Trovo che la sua scrittura sia toccante, intensa ed immediata, oltre a trattare temi importanti e di spessore. E del suo stile ammiro e invidio proprio questo, la profonda lucidità e immediatezza di comunicazione.
Com’è nata l’idea di Underwater e in quanto tempo l’hai scritto?
“Underwater” è nata per caso, per dare voce alla storia che popolava la mia mente da un po’ e che non riuscivo più a tenermi dentro ma, mentre cominciavo a buttare giù qualche riga, ancora non sapevo che quello sarebbe stato uno dei viaggi più emozionanti della mia vita. Tra impegni di studio e lavorativi, ho impiegato circa un anno per scriverlo dedicandogli gran parte del mio tempo libero. Con i miei personaggi mi sono divertita, incavolata e innamorata e non nego che mi piacerebbe scriverne anche il seguito.
Descrivimi con tre aggettivi i protagonisti del tuo libro
Alan e Maya sono i protagonisti assoluti di “Underwater”. Lui ribelle, carismatico e passionale. Lei dolce, spiritosa e insicura, totalmente incapace di gestire questa attrazione travolgente che prova proprio per suo cugino. Ma essendo un libro corale, intorno ai due ragazzi ruota una bizzarra famiglia e un vivace gruppo di amici con cui non c’è mai il rischio di annoiarsi.
Quale messaggio volevi trasmettere con questo libro?
Per prima cosa, il mio intento era quello di raccontare una storia d’amore emozionante e in grado di far sognare. Non so se ci sia riuscita o meno, ad ogni modo “Underwater” insegnerà ai lettori di non mollare mai, di credere nei propri sogni e nei propri ideali nonostante i pregiudizi e falsi schemi mentali e, soprattutto, di rimanere fedeli a se stessi sempre. Inoltre, mi rendo conto di aver trattato un tema certamente delicato, ovvero quello dell’amore tra consanguinei, ed è proprio per questo che ho cercato di affrontarlo in maniera sensibile ma spensierata e senza sfociare nell’illegalità o nell’incesto. Nonostante in Italia sia visto ancora come un tabù, in realtà i matrimoni tra cugini sono sempre più frequenti e recenti studi hanno dimostrato quanto siano esigui, prevenibili e gestibili gli eventuali rischi.
Quando scrivi e in quale “atmosfera”? Silenzio totale, tv accesa, musica?
Con una leggera musica di sottofondo, la luce soffusa e davanti allo schermo del computer, il momento che preferisco è di certo la sera, ma non nego che mi è capitato più volte di ritrovarmi ad appuntare su qualsiasi cosa, dal telefono al foglio di carta, dei flash, delle frasi o anche solo una singola parola per poter dar forma ai miei pensieri.
Parlami un po’ delle tue pubblicazioni e dimmi, per ognuno dei tuoi libri, un motivo per cui credi valga la pena leggerlo
“Underwater” è il mio primo romanzo e, anche se non è autobiografico, ho riversato tutta me stessa in queste pagine. Molti dei personaggi ed episodi, infatti, fanno riferimento al mio mondo e traggono spunto dal mio vissuto, un’adolescenza spensierata ma intensa.
Si può dire che la mia realtà è stata la base per dare sfogo all’immaginazione.
Quindi perché leggere “Underwater”?
Perché anche se frutto della mia immaginazione, traspare la quotidianità di una diciottenne alle prese con una famiglia invadente, l’ultimo anno di liceo e la bruciante attrazione nei confronti del cugino.
Freschezza e spontaneità è ciò che si respira tra le pagine e spero che tutti si lasceranno immergere e conquistare da questa storia.
A quale personaggio uscito dalla tua penna sei maggiormente affezionata e perché?
Il personaggio a cui sono maggiormente attaccata è Alan, il protagonista maschile. Nonostante la storia venga raccontata dal punto di vista di Maya, è lui il motore di tutto. Forse l’unico a credere veramente in quello cha sta capitando, l’unico che supera i dubbi e le paure capendo che ormai non si può più tornare indietro.
Hai qualche progetto in cantiere? Se sì puoi darci qualche anticipazione?
Come ho svelato prima, sento la necessità di scrivere il seguito di “Underwater” perché Alan e Maya hanno ancora tanto da vivere e raccontare.
Da cosa trai ispirazione?
Sicuramente dalla mia quotidianità. Una canzone, la pagina di un libro, la scena di un film, una chiacchierata scambiata con le amiche, un momento di tenerezza con il mio fidanzato. Il mondo e la vita sono una continua fonte di ispirazione, basta solo saperla cogliere.
Quale personaggio, di qualsiasi libro tu abbia letto, vorresti essere e perché?
Sicuramente Elizabeth Bennet, l’eroina di “Orgoglio e pregiudizio”. Oltre ad essere intelligente e brillante, infatti, Elizabeth mostra una profonda ribellione al rigido classismo della sua epoca riuscendo ad uscire dallo stereotipo tradizionale della donna, dimostrando invece un forte carattere e facendosi valere e rispettare non solo dalle donne, ma anche dagli uomini.