Intervista a Clara Cerri
Ciao Clara e grazie infinite per essere ospite del mio blog, come prima cosa vorrei che ti presentassi alle lettrici. Cosa fai nella vita e quando è iniziata la passione per la scrittura?
Nella vita faccio molte cose: l’insegnante precaria, la mamma, l’editor free lance, l’autrice di libri seri e di testi scolastici (sotto un altro nome). Nel tempo libero canto in un coro e organizzo eventi culturali e presentazioni di libri con il Circolo letterario Bel-Ami di cui faccio parte da tre anni. La mia passione per la scrittura è cominciata appena ho imparato a scrivere. Avevo delle storie nella testa e dovevo farle uscire a tutti i costi. La prima è stata una favola in cui la principessa non voleva sposare il principe e scappava dal suo castello con l’aiuto delle sue amiche. Ho sempre scritto racconti e ho iniziato diversi romanzi, ma solo da adulta sono riuscita a finirne uno.
Da lettrice a lettrice, quale libro/i consiglieresti e perché?
È dura, ne ho letti talmente tanti nella vita! Mi limito a cinque titoli: L’eroe di Achille Campanile, Il circolo Pickwick di Charles Dickens, Lo Hobbit di Tolkien, Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg, Ti con zero di Italo Calvino. Consiglierei poi di non limitarsi mai a un solo genere, o solo agli autori italiani, solo ai classici, solo ai contemporanei… E soprattutto, di non snobbare i libri degli umoristi, che talvolta sono dei capolavori.
E a chi vuole scrivere, quali libri consigli?
Esistono molti libri sulla scrittura creativa che sono anche molto piacevoli e interessanti da leggersi: i miei preferiti sono Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler e On Writing di Stephen King. Per chi vuole approfondire il lato scientifico consiglio L’istinto di narrare di Jonathan Gottschall, mentre Mimesis di Erich Auerbach è una sorta di storia ragionata del realismo nella letteratura occidentale.
Hai una scrittrice/scrittore preferito? Cosa vorresti rubargli?
Da ragazza ho amato in modo maniacale Calvino e Asimov e di loro ho letto quasi tutto. Oggi leggo molto Stephen King, anche in lingua originale. Oltre alla sua capacità di creare trame appassionanti, vorrei rubargli il suo stile fenomenale: un misto di colloquiale e colto, di fantasia sfrenata, influenze letterarie e realismo.
Com’è nata l’idea di “Lettere fra l’erba” e in quanto tempo l’hai scritto?
I personaggi di “Lettere fra l’erba” sono presi di peso da una storia che ho cominciato a scrivere addirittura alle medie: era un distopico ambientato in un futuro cupissimo, in cui però la storia degli amori e delle amicizie tra i personaggi aveva finito per prevalere sul resto. Nel 1990 ho veramente partecipato al movimento della “Pantera” e all’occupazione della Sapienza, e poi… poi ho sperimentato un periodo buio che in qualche modo si è riflettuto in quello che stavo scrivendo. Ho conosciuto il tradimento e il bisogno di rifondare la mia vita sulle mie passioni. Ho conosciuto, soprattutto, quel momento magico in cui ti innamori di nuovo e ti sembra di rinascere, anche se non dovresti, anche se è un errore. Ho finito la prima stesura di questo romanzo nel 2001, in una pausa dei miei impegni di studio e di lavoro, ma da allora l’ho rivisto e riscritto parecchie volte.
Descrivimi con tre aggettivi i protagonisti del tuo libro
I tre personaggi principali di “Lettere fra l’erba” sono Antonio, Ilaria e Isabella
Antonio: cocciuto, ambizioso, passionale
Ilaria: generosa, appassionata, fragile
Isabella: determinata, appassionata, suscettibile
Quale messaggio volevi trasmettere con questo libro?
Volevo scrivere una storia d’amore, dura ed esplicita ma ricca di sentimenti. Volevo mostrare una ragazza (Isabella) alle prese con un passato famigliare difficile, che riesce a farsi strada tra i rimorsi e i rimpianti degli adulti, e a dare un senso nuovo al presente. C’è un valore nel parlare, nel confessare i propri dubbi, nel condividere i propri sentimenti in modo sincero. Non può esserci amore o amicizia senza sincerità, anche quando la sincerità fa male.
Quando scrivi e in quale “atmosfera”? Silenzio totale, tv accesa, musica?
Se posso stare in silenzio e da sola, meglio. Altrimenti mi accontento di sapere cosa sta facendo mio figlio, e che non tenga troppo altro il volume dell’ipad.
Parlami un po’ delle tue pubblicazioni e dimmi, per ognuno dei tuoi libri, un motivo per cui credi valga la pena leggerlo
Il primo libro pubblicato, “Dodici posti dove non volevo andare”, è una cavalcata folle tra passato e presente, in cui si confrontano personaggi diversissimi, bizzarri, che cercano di uscire vivi dal folle gioco dell’esistenza, superando ostacoli e delusioni. Il secondo libro, “Lettere fra l’erba”, è una storia di amore forte, a tratti cruda, che coinvolge nel profondo.
A quale personaggio uscito dalla tua penna sei maggiormente affezionata e perché?
Antonio di “Lettere fra l’erba” è il mio eroe per antonomasia, ed è anche quello che “conosco” da più tempo, una specie di alter ego dell’altro sesso in cui ho riversato il meglio e il peggio del genere maschile ma anche alcuni aspetti della mia personalità.
Hai qualche progetto in cantiere? Se sì puoi darci qualche anticipazione?
Sto finendo di scrivere la prima parte di una saga dedicata a Roy Cerri, il mio secondo “grande amore”, il pittore geniale e psicolabile di “Dodici posti dove non volevo andare”. Questa prima parte parla della sua adolescenza e delle sue prime storie d’amore, compresa quella vissuta con Bob. Finito questo romanzo vorrei dedicarmi a una storia più leggera, la vita di una ragazza del paleolitico raccontata in modo umoristico.
Da cosa trai ispirazione?
Soprattutto dalla vita quotidiana. Dalle notizie che leggo, dalle esperienze personali e da quelle dei miei amici. Dalle memorie della mia famiglia.
Quale personaggio, di qualsiasi libro tu abbia letto, vorresti essere e perché?
Ma io sono già un personaggio di un mio libro! Cosa posso volere di più?