Innaturale di Anya M. Silver

innaturale

Titolo: Innaturale

Autrice: Anya M. Silver

Genere: Noir / Dark Romance

TRAMA Non pensavo di essere preparata ad affrontare ciò che la vita aveva in serbo per me.
Non ero pronta ad ammettere quello che sentivo crescere in me.
Ho provato a resistere, ho lottato contro la mia debolezza, ma non è servito a niente.
Alla fine, ho ceduto.

Ho combattuto con le unghie e con i denti contro qualcosa di innaturale, un sentimento profondo, tossico, che mi ha fatta sua, contro la mia volontà.
Forse una vittima, preda di un terribile incantesimo, prova le stesse cose che ho provato io per tutta la mia vita.
Forse la magia è reale.
Forse questi sentimenti sono davvero il frutto di un micidiale incantesimo.
Oppure di una terribile maledizione.
Perché mi sento maledetta, non incantata.

L’amore tormentato e viscerale ha annebbiato la mia mente e fatto prigioniero il mio cuore, che ha sanguinato per lui, per così tanto tempo.
Iago Cesar Vinci.
Il mio nome è Sveva Luisa Vinci e Iago è mio fratello.

Anya M Silver - Innaturale

Recensione di Sara B. – Innaturale di Anya M. Silver

Penso che sia importante fare una precisazione da parte mia, prima di iniziare questa recensione.
Per leggere questo libro bisogna essere in grado di lasciare da parte la morale, ciò che siamo noi e capire che ogni fatto o vicenda è frutto dell’immaginazione dell’autrice, è finzione.
Non è un racconto educativo, non è questo il suo scopo. E’ un viaggio dentro sentimenti malati, pericolosi e immorali.
Se non riuscite a reggere, se la vostra morale è troppo dura e non riuscite a lasciarla andare, questo libro non fa per voi.
Se, invece, siete tra quelle persone che riescono a mettere un confine netto tra ciò che leggono e ciò che sono allora lasciatemelo dire, questo libro è di una bellezza unica. E l’autrice, a modo suo, ha scritto una storia malata, perversa, innaturale, ma che ti lascia dentro delle sensazioni così contrastanti da sconvolgerti, una storia che è perfetta così com’è, non per tutti, difficile da affrontare ma, una volta presa la decisione di farlo, una storia capace di rapirti dalla prima riga all’ultima, facendoti desiderare che non finisse mai.

Il titolo, infatti, non è messo a caso. E’ la parola perfetta per descriver e il rapporto tra Sveva Luisa Vinci e Iago Cesar Vinci, suo fratello.

“Iago non era il principe che credevo che fosse. Iago non era nient’altro che un mostro. Un bugiardo, un manipolatore, un ragazzo che faceva cose orribili e poi ritornava a casa come se nulla fosse accaduto, sorridendomi con gli occhi innocenti e ingannevoli.
Lo avevo idealizzato con così tanta passione che la caduta per me era stata devastante.”

Due ragazzini, che hanno un legame così profondo e viscerale, ma che rappresenta tutto ciò che di immorale può esserci. Volere il proprio fratello, voler vivere una vita con lui, volerlo come non dovrebbe essere giusto è tutto ciò a cui Sveva riesce a pensare. Non può far a meno di provare ciò che prova, di lasciarsi sopraffare da questo amore malato che prova per suo fratello. La sofferenza che prova quando lui se ne va, come se stesse perdendo per sempre l’amore della sua vita.

“Desideravo intensamente, ma lottavo contro quel desiderio, e una parte di me, una piccolissima parte, amava anche quella lotta.”

Passano anni, Iago non mantiene la promessa di non sparire e Sveva si ritrova a vivere la sua vita normalmente, accantonando ciò che prova per suo fratello, non riuscendo però a provare qualcosa di simile per nessuno, nonostante ci abbia provato. E, una conversazione con suo fratello Alejandro, riesce a riportare a galla ogni sensazione ed emozione che Sveva ha provato in questi sei anni di lontananza, senza nessun rapporto con Iago.

“Tutto quello che avevo provato per lui, i miei pensieri deviati e innominabili, sarebbero ritornati prepotentemente a tormentarmi?”

Un incontro con lui e tutto ciò che Sveva aveva nascosto dentro se stessa, ogni profondo e sbagliato pensiero, emozione o sentimento, torna a galla prepotentemente, percorrendole il corpo, facendole sentire e provare cose che sa di non dover provare, di non poter provare per quest’uomo davanti a lei, suo fratello. Il sangue del suo sangue. Eppure non riesce a impedirlo, non riesce a impedire al suo cuore di battere così veloce, al sangue di percorrere rapido il suo corpo, non riesce a impedire il desiderio che prova dentro di sé per Iago.

“Era bastato rivederlo per capire… per capire che la sua presenza nella villa sarebbe stata pericolosa per me, per la mia famiglia.”

Giorno dopo giorno assistiamo alla battaglia interiore di Sveva per contrastare ciò che il cuore le dice di volere, cercando di ascoltare il suo cervello e i vari avvertimenti verso suo fratello e Roberto, il suo migliore amico. Sono pericolosi, oscuri, hanno lo sguardo di chi ha attraversato l’inferno e ne è uscito cambiato, oscuro e senza emozioni.

“Immonda. Questa era una cosa immonda. Quel desiderio era un abominio.”

Non riesce a stare lontano da lui, non riesce a impedire di volerlo, di amarlo. Perché dopo anni, dopo la rabbia e il dolore, Sveva lo ama ancora. Lo ama più di quanto avesse pensato possibile, e questa sensazione dentro di lei la fa sentire sporca. Sveva crede in Dio, crede nel perdono, nel Paradiso e nell’Inferno. Ogni singolo giorno sa che i suoi sentimenti la porteranno in un posto piuttosto che un altro, perché è tutto sbagliato, lei è sbagliata. Iago è sbagliato.

“Iago era il frutto del peccato, un frutto che volevo cogliere e divorare e, in egual modo, essere divorata. Da dentro.”

“L’unico uomo che riusciva a rendermi completa e distruggermi con un solo sguardo, l’unico che mi faceva sentire viva e.. a casa.”

Una lotta contro sè stessa, una lotta contro il desiderio che prova per suo fratello e il bisogno di salvarlo portano Sveva sempre più sulla strada della perdizione, del peccato. Sulla strada percorsa da Iago. E tutto per provare a salvarlo, per provare di annientare il mostro dentro di lui e aiutarlo ad essere migliore. Per salvare e aiutare Alejandro, che Iago sembra voler tormentare continuamente.

“Una parte di me, quella che cercavo con così tata forza di controllare, era felice.
Felice che fosse ritornato.. per me.”

Ricatti, baci rubati, contatti tra corpo amorali e un’amore malato, Iago e Sveva si perdono della spirale del desiderio innaturale che provano l’uno per l’altra; il bisogno di Iago di spezzarla, di credere che l’amore di Sveva sarà più forte di tutto e riuscirà a stargli accanto. Sveva che, ingenuamente, non riesce a vedere suo fratello per quello che è e crede, fino all’ultimo istante, che basterà sfogare su di lei ogni dolore o bisogno, per salvare Iago e impedirgli di far del male ad altre persone.

«Smettila. E’ sbagliato… è.. è sbagliato, non lo capisci?»
«Me ne foto. Ho lottato per anni contro un sentimento che credevo innaturale, ma ho chiuso. Quando ti ho guardato, quando ti ho finalmente visto prima.. Dios, ho capito che l’unica cosa davvero innaturale era starti lontana.»

Sveva, l’ossessione di Iago. La sua debolezza, la sua forza. La sua vita. La sua morte.
Il mostro dentro di lui vuole distruggerla, amarla, possederla per sempre. Vuole che sia sua, solo sua, ha bisogno di lei, ma allo stesso tempo ha bisogno di liberarsi di questa ossessione per lei, di ucciderla per mettere fine alla sofferenza e riprendere a vivere.

“Ma Dio, non osavo ammettere quanto desiderassi lasciarmi andare, vivere nella depravazione, lanciarmi a capofitto in quella ossessione; la lotta contro di essa mi stava togliendo la voglia di vivere.
Tutto ciò era assurdo, malsano e ridicolo.”

Una storia perfetta e malata, in cui i personaggi affrontano un viaggio tra ciò che la morale insegna ad esser giusto, e ciò che il nostro corpo e il nostro cuore vogliono.
Iago, un uomo oscuro, pericoloso che non ha morale, non ha sentimenti e debolezze, tranne quando guarda Sveva e, nei suoi occhi, si ritrova ad affrontare ogni scelta della sua vita.
Sveva, una ragazza dilaniata dal senso di colpa per i sentimenti malati che prova verso suo fratello e il bisogno di lasciarsi andare ad essi, di essere ciò che ha bisogno di essere con lui: se stessa senza pensieri.
Una storia che, da subito, ti fa capire il genere di rapporto tra i due personaggi protagonisti, che a volte diventa persino difficile leggere, perché è una storia oscura, piena di dolore, morte e sentimenti malati.

“Tutto il fascino era grande come l’oscurità che aveva dentro, ma i suoi occhi gli davano una marcia in più.
Se ci si lasciava guardare da lui, il mondo era perduto.”

Tutto ciò che, forse, avrei voluto conoscere meglio, sono gli anni passati da Iago lontano, cosa ha dovuto affrontare e cosa ha passato per riuscire a sopravvivere, sacrificando la sua anima. E’ anche vero, però, che ci sono fatti così dolorosi, sbagliati e oscuri, che forse è meglio tener segreti per sempre.

Per quanto abbia fatto male, ho apprezzato il modo in cui Iago sia rimasto ciò che è: un mostro. Un uomo cattivo fino a midollo, pericoloso. Un assassino, bugiardo e manipolatore.
Però ha compiuto l’unica azione che, in qualche modo, sapeva avrebbe salvato Sveva dal rapporto deleterio e malato tra loro. E’ rimasto coerente con la sua natura, eppure l’epilogo mi ha spezzato il cuore definitivamente.

“Ma era solo un’ossessione? No. Certo che no.
Non era solo una misera ossessione o un accecante desiderio.
Iago era la vita.
La mia vita.”

I miei complimenti all’autrice, una storia davvero forte e non per tutti. Una storia che ha generato giudizi, caos, discussioni sulla moralità di quanto sia giusto scrivere certe storie. Ma, di giusto, alla fine nel mondo c’è poco e, per chi riesce a farlo, leggere storie come queste riescono a farti comprendere meglio i sentimenti umani perché nulla è giusto o sbagliato. Nel mezzo c’è un abisso. E l’abisso, spesso, è ciò che soddisfa i nostri desideri più oscuri e perversi, riuscendo a farci tornare poi noi stessi, riuscendo a farci capire quanto, a volte, la morale influenzi tutta la nostra vita, le nostre scelte e decisioni. I sentimenti non sono sempre belli e semplici; sono incasinati, difficili da capire e accettare.
E questa storia è così, esattamente come i sentimenti provati da Iago e Sveva. Innaturali.

“Mi aprii a lui senza reticenze, senza vergogna,  forse per la prima volta, accogliendolo e amandolo.
Io avevo lui.
Lui aveva me.
Sempre.”

Non c’è redenzione, non c’è fiducia o gioia. Non c’è luce, solo un mondo oscuro e divorante, che con i suoi tentacoli ti trascina a fondo e non ti lascia andare finché non si è preso un pezzo della tua luce, riempendo quel buco lasciato dentro di te con l’oscurità. Una piccola parte di Iago rimarrà sempre dentro chi legge questo libro, che sia un bene o un male è impossibile dirlo. Ma lui, nella sua totale amoralità e oscurità, è un personaggio difficile, se non impossibile, da dimenticare.

bellissimo

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